Con il termine arbëreshë si definiscono gli albanesi d’Italia: l’emigrazione albanese è avvenuta nell’arco di almeno tre secoli, dal XV secolo alla metà del XVIII.
Forti ondate furono dopo il 1468, anno della morte dell’eroe nazionale Giorgio Castriota Scandenberg: rappresentato in quadro del 1976 custodito nella Chiesa S. Atanasio a Santa Sofia d’Epiro in Calabria.
Una presenza fitta
In Calabria così come in Basilicata si registra una forte presenza arbëreshë. Si tratta di un tema che suscitato l’interesse di docenti accademici ma anche del pubblico meno colto. Un’occasione per approfondire questi argomenti è certamente l’evento all’interno della Settimana Lucana, organizzato dall’Associazione Lucana Firenze. Il seminario sarà moderato dalla scrittore Giancarlo Passarella, che ha cercato di analizzare e ricostruire la presenza albanese all’interno del territorio dell’Italia meridionale, Oltre ai cinque paesi lucani in cui è forte la cultura arbëreshë, come Barile, San Costantino Albanese, San Paolo Albanese. A S. Sofia d’Epiro si registra invece una forte attività sul territorio di Radio Epiro, emittente radiofonico e ora associazione culturale. Sono presenti anche due band che hanno miscelato la cultura musicale albanese con il rock e la canzone d’autore italiana: ”Peppa Marriti” e gli ”Spasulati”.
Le origini storiche
Tra il 1448 e il 1543 gli albanesi migrarono nell’Italia meridionale dove fondarono nuovi insediamenti e ne ripopolaronoaltri abbandonati. Oggi, in molti di questi paesi sopravvivono ancora gli usi, l’antica lingua dei padri e il rito religioso degli Arbëreshë, minoranza etnico-linguistica di origine albanese. Nessuno ebbe l’ambizione di eliminare la loro presenza sul suolo italiano da 500 anni.Gli Arbëreshë non si sono stabiliti sempre subito in un luogo fisso, ma spesso sono migrati nelle aree vicine.Fin dall’antichità diversi popoli si sono stabiliti nell’Italia meridionale: antichi greci, bizantini, arabi. Gli Arbëreshë hanno vissuto piuttosto pacificamente nel sud dell’Italia per quasi 500 anni. Piana degli Albanesi rappresenta la più importante comunità arbëreshe della Sicilia, fondata nel 1488 da un gruppo di esuli albanesi appartenenti alle prime migrazioni.
Legami con l’Italia
Numerosi sono i legami storici che vedono protagoniste l’Italia e l’Albania. A partire proprio dall’età moderna, ricca di connessioni tra queste due terre, con i primi insediamenti nella penisola. Maggiormente conosciuti e approfonditi dall’opinione pubblica sono i legami che il fascismo ebbe con l’Albania nella recente storia contemporanea. Sicuramente perché più vicini a noi e soprattutto alla memoria di molte famiglie italiane, che hanno vissuto sulla propria pelle questi anni. Entrò a far parte dell’impero fascista con lo statuto di protettorato italiano nel 1939, in seguito a una rapida occupazione militare. La campagna d’Albania portò all’unica conquista italiana senza l’aiuto della Germania nazista. L’obiettivo fu anche quello di promuovere e incentivare migrazioni verso terre che potessero offrire la possibilità di formare delle vere proprie comunità italiane. Questa modalità ricorda certamente quella delle campagne fasciste in Africa. Il 29 novembre del 1944 i partigiani albanesi contribuirono a liberare la propria terra dalle ultime truppe nazifasciste.