“A Christmas Carol”: ecco perché tutti saremmo il Grinch che rubò il Natale

Scopriamo insieme due dei più grandi personaggi della letteratura che hanno odiato il Natale e che ora sono diventate due figure iconiche dell’atmosfera natalizia.

Finalmente è Natale! tra qualche giorno tutte le famiglie del mondo imbandiranno le migliori tavolate per festeggiare insieme una delle feste più ambite da tutti o almeno quasi, perché in una parte remota della letteratura fanno capolino alcuni personaggi che proprio non amano questo periodo dell’anno. Vediamo insieme di chi si tratta e perché un po’ tutti siamo come questi protagonisti.

“A CHRISTMAS CAROL”

Quando Charles Dickens scrisse A Christmas Carol probabilmente non pensò che la sua opera natalizia avrebbe raggiunto un tale successo determinato dal suo protagonista, Scrooge.

Siamo a Londra durante la notte della Vigilia di Natale del 1843, mentre tutti si accingono a festeggiare l’avvento del Natale, il vecchio usuraio Scrooge è impegnato a maledire questa ricorrenza. Dopo aver mal congedato tre uomini che gli chiedevano della carità, il Signor Scrooge decise di chiudere la sua attività per tornare a casa, lontano dai festeggiamenti. Nel consumare il suo pasto caldo prima di coricarsi, il nostro protagonista riceve la visita inaspettata di un fantasma con delle catene che lo avvolgono: è Jacob Marley, ex socio di Scrooge morto sette anni prima proprio durante la vigilia di Natale.

Spaventato, l’avido usuraio chiede all’amico defunto come poter evitare la medesima sorte e quest’ultimo gli risponderà che durante la notte riceverà la visita di ben tre spiriti: Passato, Presente e Futuro.

L’incontro con questi tre spiriti risulterà fatale per il cambiamento radicale di Scrooge, il quale dopo il suo risveglio si renderà conto che l’avidità  per i soldi e i beni materiali non lo porteranno a una fine felice.

“COME IL GRINCH RUBÓ IL NATALE”

È tutto verde, ha una forma da umanoide, sempre imbrocinato e non è uno dei protagonisti dei Muppets, chi è? Ovviamente l’unico e inimitabile: il Grinch.

Ore 16: autocommiserazione. 16:30: fissare il muro. Ore 17: risolvere la fame nel mondo e non dirlo a nessuno. 17:30: ginnastica. 18:30: la cena con me, questo non lo posso rimandare ancora. Ore 19: lottare contro il disprezzo per me stesso. L’agenda è piena. Certo se sposto l’autodisprezzo alle 21 avrò ancora il tempo di sdraiarmi a letto a fissare il soffitto e scivolare lentamente nella pazzia. Ma che vestito mi metto?

Il Grinch è una storia per bambini ideata dal Dottor Seuss, autore del Gatto con il Capello e di tante altre storie.

La bizzarra figura del Grinch nasce dall’intenzione di criticare il consumismo americano natalizio della fine degli anni Sessanta, periodo in cui scoppiò il Boom economico.

Il verde umanoide vive in cima a una montagna, ai piedi del villaggio Nonsochi, popolo felice di festeggiare l’avvento del Natale. Il Grinch odia a tal punto il Natale che, durante la Vigilia, decide di rubare le decorazioni, gli alberi e tutto ciò che concerne questa festività, travestendosi da Babbo Natale e vestendo il suo fidato cane Max da Rudolph.

Durante la rapina nella prima casa incontra la dolce bambina Cindy Lou Son. Rubato tutto ciò che poteva all’interno di un sacco e arrivati nel suo rifugio, il Grinch scopre ben presto che era stato seguito dalla piccola Cindy; in un primo momento cercherà di intimidirla, ma dopo aver visto i Nonsochi festeggiare anche senza le decorazioni e la musica  capirà la vera magia del Natale.

Dalla nota Favola di Dottor Seuss nasce la trasposizione cinematografica con Jim Carrey nei panni del Grinch.

L’ODIO PER IL NATALE

In questi giorni grandi e piccini sono alle prese per i preparativi natalizi anche chi proprio non digerisce quest’aria natalizia. Ma vi siete mai chiesti perché alcune persone non amano cantare a squarciagola All I want for Christmas?

In un epoca in cui il consumismo è all’apice della cultura, degli studi hanno dimostrato che l’insofferenza e il malessere nei confronti di questa festività è determinato proprio dalla vita frenetica, dagli acquisti e dal consumismo di questi giorni.

Inoltre, gli scienziati ritengono che chi soffra il periodo natalizio abbia dei traumi correlati al Natale: genitori che hanno obbligato i figli a riunirsi con i parenti non ben accetti, domande inopportune e mutandoni al posto del gioco che si era richiesto. Questi studi fatti hanno determinato l’esistenza della sindrome del Grinch.

Per superare al meglio questo periodo di insofferenza è doveroso seguire alla lettera ciò che Dickens ci ha insegnato: è importante dedicare del tempo a noi stessi e ai nostri familiari e abbandonare il consumismo che oggi vige nelle nostre case.

Che tutti voi possiate vivere un sereno e caloroso Natale, così come oggi lo vivrebbero il Signor Scrooge e il Grinch.

 

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