97 anni fa scompare Eleonora Duse: scopriamo la sua vita e la sua carriera

Eleonora Duse, nata il 3 ottobre 1858, è considerata la più grande attrice teatrale italiana del suo tempo, tanto da meritarsi l’appellativo “la divina”.

La Duse nasce in una stanza di hotel, la sua famiglia era nomade. Ereditò la sua passione per la recitazione dai suoi genitori e da suo nonno, anche loro attori. La sua infanzia non è molto rosea perchè è costretta, con la sua famiglia, a spostarsi continuamente a causa dei moti rivoluzionari.

Il suo debutto nel teatro

Inizia a recitare all’età di 5 anni, come riportato da una locandina del Nobile Teatro di Zara nella primavera del 1863. Nel frattempo frequenta saltuariamente la scuola dove, a causa del mestiere di famiglia, viene lasciata in disparte dai compagni e pressoché ignorata dagli insegnanti; impara a leggere e scrivere dal padre, mentre dalla madre impara a rammendare, dotefondamentale in una compagnia girovaga. Quando ha dodici anni la salute di sua madre Angelica peggiora, tanto da obbligarla al ricovero in ospedale, così Eleonora inizia a farsi carico delle parti femminili principali. Nel 1873 all’arena di Verona, nel piccolo e provvisorio palco di legno destinato al teatro popolare, l’adolescente interpreta Giulietta in modo inaspettato e del tutto nuovo sorprendendo il pubblico. Ottiene un grande successo, tale da convincerla a fare del recitare un progetto artistico vero e proprio. Nel settembre del 1875 la madre Angelica muore e padre e figlia cambiano diverse compagnie teatrali fino ad approdare per la stagione 1875-76 a quella di Icilio Brunetti e Luigi Pezzana, dove la ragazza viene scritturata come seconda donna.

L’incontro con D’Annunzio

La leggenda narra di un romantico incontro nelle calli di Venezia tra lei e lo scrittore più celebre del tempo, il “poeta vate” Gabriele D’Annunzio. La città lagunare, del resto, è stata la cornice della loro tormentata storia d’amore, quella che lo stesso D’Annunzio ha raccontato nella sua opera il fuoco. I due si conoscevano già prima che sbocciasse l’amore a Venezia. Si erano incontrati a Roma molti anni prima, probabilmente affascinati e attratti l’uno dall’altra fin dal primo sguardo. Dieci anni dopo il loro primo incontro, nel giugno 1892, D’Annunzio le scrisse una dedica (Alla divina Eleonora Duse) su un esemplare delle sue Elegie romane e la Divina desiderò così conoscerlo. Quando iniziò a frequentare D’Annunzio, l’attrice era già una celebrità in Europa e in America. E fu lei a portare sulle scene i testi teatrali di D’AnnunzioIl sogno di un mattino di primavera , La Gioconda, Francesca da Rimini, La città morta, La figlia di Iorio, spesso finanziando le produzioni. L’amore nei suoi confronti non fu del tutto disinteressato: il Vate si servì di lei non solo per la sua fama e bellezza, ma anche per pagare i tanti creditori. La Duse ne uscì tradita sia dal punto di vista sentimentale che lavorativo, dal momento che Gabriele D’Annunzio collezionò, si narra, circa 4000 amanti e nel 1896 le preferì l’attrice Sarah Bernhardt per la prima rappresentazione francese de La ville morte.

Gabriele D’Annunzio

Uomo di indole curiosa e attenta alle più diverse suggestioni, D’Annunzio assimilò durante la sua intensa vita esperienze culturali e artistiche spesso antitetiche e divergenti, amalgamandole comunque in un sistema a suo modo coerente. Appassionato e sensuale, portato a fondersi nell’evento più che a comprenderlo, fin da giovane sentì l’incapacità della scienza di dare agli uomini la felicità e di fornire un’interpretazione della realtà che forse in qualche modo appagante. Da questo atteggiamento ideologico il razionalistico e antipositivistico, nasce il suo estetismo, cioè il suo atteggiamento esistenziale volto a esaltare i valori estetici a discapito di tutti gli altri, anche di quelli morali. Su questa scia seguí per tutta la vita i seguenti motti: “possedere mai essere posseduti” e “fare della propria vita un’opera d’arte”.

 

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