8 marzo e diritti delle donne: siamo lontani dalla meta? Scopriamolo ripercorrendone la storia

Olympe de Gouges segna l’inizio di un lungo percorso di rivendicazioni al femminile che ha condotto fino ad oggi.

Il giorno 8 marzo ricorre la Giornata internazionale della donna. La volontà di istituire un’occasione che celebri le conquiste femminili risale all’inizio del Novecento ed è legata al percorso di lotta per la conquista del voto alle donne.

LE ORIGINI DELLA RICORRENZA

A Stoccarda, nell’agosto del 1907, si riuniva il VII Congresso della II Internazionale Socialista e, per la prima volta, emergeva con convinzione l’impegno a lottare energeticamente per l’introduzione del suffragio femminile: da lì si compattò un gruppo di donne che, alla fine di quello stesso mese, organizzò una Conferenza internazionale delle donne socialiste, guidate da Clara Zetkin nel ruolo di segretaria dell’Ufficio di Informazione. Le delegate dell’unione, rivendicavano la propria autonomia d’azione e la propria libertà nel decidere le modalità di condurre la battaglia femminile. Per questo nel maggio del 1908, in concomitanza con la Conferenza del partito socialista di Chicago, Corine Stubbs Brown presiedette l’assemblea in cui si discusse dello sfruttamento sul lavoro ai danni delle operaie, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto alle donne. Quella conferenza, a cui tutte le donne erano invitate, venne battezzata Woman’s Day, e grazie ad essa, il Partito socialista americano invitò tutte le sezioni locali a dedicare l’ultima domenica di febbraio dell’anno successivo alle manifestazioni per il diritto di voto femminile: ecco che il 23 febbraio 1909 si celebrava la prima giornata internazionale della donna, in coincidenza con la manifestazione per il suffragio femminile. Il passo successivo venne compiuto nel 1910,  sempre dalle delegate socialiste americane, che, alla Seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste di Copenaghen, proposero di istituire una giornata comune dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne. Il 19 marzo del 1911 si celebrò la Giornata della donna in Germania, Austria, Svizzera e Danimarca.

PERCHE L’8 MARZO?

Con lo scoppio delle prima guerra mondiale, le ricorrenze legate alla Giornata internazionale della donna vennero interrotte, ma l’8 marzo del 1917, a San Pietroburgo, centinaia di donne scesero in piazza per chiedere la fine della guerra, azione che incoraggiò le successive manifestazioni che portarono al crollo dello zarismo. Successivamente, il 14 giugno 1921 la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste stabilì che la Giornata internazionale dell’operaia fosse celebrata il giorno 8 marzo. Nel 1977, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato la Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale (United Nations Day for Women’s Rights and International Peace). Proprio l’8 marzo, che già veniva festeggiato in diversi paesi, fu scelta come la data ufficiale. In questo modo, l’Assemblea riconobbe il ruolo della donna nel lavoro per la costruzione della pace, riconoscendo l’importanza di porre fine a ogni discriminazione, per una partecipazione piena e paritaria delle donne alla vita civile e sociale del loro paese.

UN PASSO INDIETRO: LE PRIME RIVENDICAZIONI

Pensare alla ricorrenza delle festa della Donna e rilevarne le origini legate alla lotta per i diritti, ci invita a gettare lo sguardo alle prime rivendicazioni femminili, fondamentali in quanto hanno posto le basi per giungere alle successive conquiste. In particolare, risalire all’epoca della Rivoluzione francese, ci permette di incontrare la figura di Olympe de Gouges, che segnò in modo radicale il destino dei diritti delle donne. Nata nel sud della Francia, si dedicò alla scrittura e al teatro, crescendo un figlio da sola, essendo presto rimasta vedova. Nel 1788 pubblicò le Réflexions sur les hommes nègres, in cui denunciava l’ingiustizia della tratta e del sistema schiavistico. Olympe evidenziava con chiarezza che la schiavitù nelle colonie rappresenta una evidente contraddizione coi valori sostenuti dalla corrente illuminista. Se infatti sono l’uguaglianza, la fraternità, il cosmopolitismo, la libertà, ad essere i fari guida della Rivoluzione, come è possibile che all’interno della stessa natura umana si creino discriminazioni, eleggendo uomini maggiormente privilegiati rispetto ad altri? O, addirittura, uomini equiparati ad animali – per usare le parole della De Gouges – che innaffiano i campi con il proprio sudore?

Lo stesso discorso vale per le donne: sono anche esse facenti parte di quella natura a cui i rivoluzionari si appellano: allora perché escluderle dal discorso politico e giuridico? Ecco che quindi nel 1791 Olympe de Gouges pubblicò il primo testo in cui fu proclamata per la prima volta l’uguaglianza giuridica, politica e sociale tra uomo e donna. Si tratta della Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, un’opera che non costituisce una mera estensione della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789, né una sua sostituzione o contrapposizione, bensì una diversa riformulazione dei diritti in prospettiva umanitaria. La Dichiarazione dell’89 escludeva le donne sia dal punto di vista formale, sia da quello sostanziale, mentre Olympe scrive che “la donna nasce libera e ha uguali diritti all’uomo”.  In questo modo, l’autrice accusa i rivoluzionari di aver dimenticato le donne – oltre che gli schiavi- nel suo progetto di libertà e di uguaglianza ed in particolare si concentra sugli effetti che la tirannia, ossia il potere sovrano esercitato dagli uomini sul corpo delle donne, esercita sul genere femminile. In questo senso Olympe si dirige al cuore del sistema patriarcale e si sofferma sul diritto della donna a dichiarare la paternità del proprio figlio. All’epoca, infatti, era ricorrente che le donne fossero lasciate sole con un figlio da crescere in quanto, da un lato, il padre abbandonava la prole e, dall’altro, la donna non era libera di comunicare la paternità del figlio. Olympe inserisce il diritto di pretendere che l’uomo venga richiamato alle proprie responsabilità, dando alla donna il diritto alla libertà di pensiero e di parola, che per troppo le era stato negato. Un altro importante aspetto che la de Gouges inserisce nella sua Dichiarazione è l’accostamento tra i concetti di libertà e di giustizia: se uomini e donne sono tutti uguali e liberi, va riconosciuta piena dignità a ognuno, non unicamente secondo i termini liberali che avevano guidato la Dichiarazione dell’89, ma tramite l’equa distribuzione di possibilità e risorse e al fine di perseguire gli interessi della nazione, nella quotidianità. Tra le idee all’avanguardia di Olympe de Gouges, infine, va ricordata l’introduzione del divorzio, che di fatto fu approvato anche dalla dittatura giacobina. Ed è proprio durante il dominio di Robespierre che Olympe venne ghigliottinata: le tagliarono la testa nel 1793. Il suo comportamento non era ben visto dal Comitato di Salute Pubblica, che aveva proibito le associazioni femminili chiudendo i loro clubs ed i loro giornali.  L’autrice si era intromessa nelle faccende della Repubblica e aveva dimenticato le virtù che convenivano al suo sesso.

8 MARZO 2023: IL SIGNIFICATO DELLA RICORRENZA, OGGI

Oggi, l’Organizzazione delle Nazioni Unite si impegna affinché ogni anno si colga l’occasione offerta dalla Giornata internazionale delle donne per mantenere vivo il dibattito intorno alla questione femminile. Ogni anno, in particolare, viene scelto un diverso tema. Per il 2023 è stato scelto il seguente: “Le donne in un mondo del lavoro in evoluzione: verso un pianeta 50-50 nel 2030”, con lo scopo di raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, nel particolare l’obiettivo 5, che si focalizza sull’uguaglianza di genere, ed il numero 4, che sottolinea l’importanza sull’accesso globale alla formazione e all’apprendimento. Come specifica il segretario generale dell’ONU António Guterres, in questa giornata vanno celebrati i traguardi e le conquiste raggiunti da donne e ragazze in tutto il mondo, nei diversi settori, senza dimenticare le ingiustizie strutturali, la marginalizzazione, la violenza, e perciò affermando con forza l’impegno continuo della comunità internazionale a supportare i diritti e i progetti di tutte le donne, soprattutto laddove alcune di esse sono costrette a pagare un alto costo personale nel tentativo di far valere i propri diritti. Così scrive Guterres:  

Cooperiamo dunque con governi, settore privato e società civile per costruire un mondo che sia più inclusivo, giusto e ricco per tutti: donne, ragazze, uomini e ragazzi“.

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