A un mese dal terremoto in Turchia, scopriamo insieme la condizione dei bambini oggi

E’ passato un mese dal terribile sisma che ha sconvolto tutto il Medio Oriente, dalla Turchia alla Siria. Scopriamo come se la passano i bambini.

Sono le 4.17 della notte fra il 5 e il 6 febbraio 2023, quando la terra trema in Turchia e Siria, ma non solo. Delle scosse fortissime, che fanno crollare edifici, speranze e vite. Da allora, nulla sarà più come prima. E’ inverno, rigido e nevoso. La tragedia portata da questo sisma colpisce il territorio su molteplici e incalcolabili fronti: quello economico, quello politico, quello sociale e, soprattutto, quello umanitario. Moltissime persone hanno perso la vita, sono rimaste sotto le macerie per giorni e ora non hanno più niente. Fra queste, milioni di bambini e bambine.

Il terremoto

Il terribile terremoto che ha colpito la Turchia nella notte fra il 5 e il 6 febbraio ha causato più di 51mila vittime e oltre 120mila feriti. Il numero degli sfollati è ancora più grande, data anche l’estensione geografica degli effetti del sisma. Si parla infatti non solo di Turchia, ma anche di Siria, che da sola sfiora i settemila morti, Libano, Cipro e Israele. Buona parte del Medio Oriente è stato svegliato alle 4 del mattino da due scosse sismiche, con la più forte di magnitudo 7.8 sulla scala Richter. Da allora, la vita di 23 milioni di cittadini turchi e siriani è scandita dalle quotidiane scosse di assestamento e dai ritmi delle tendopoli e dei campi di aiuto allestiti da governi e da ONG.

La condizione dei minori

La stima dei minori coinvolti in questo drammatico evento è di 7 milioni. Molti di loro hanno dovuto assistere alla morte di un proprio caro, hanno visto la loro casa crollare o sono rimasti sotto le macerie. L’associazione Save The Children ha già lanciato l’allarme della salute mentale dei bambini coinvolti, auspicando il sostegno non solo materiale, ma anche psicologico, delle altre nazioni e organizzazioni internazionali. Preoccupa particolarmente la condizione dei minorenni siriani, che già si trovano in uno scenario di guerra. Il fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia teme lo espandersi di malattie contagiose per la mancanza di acqua pulita e di impianti igienici di base. Con le parole della presidentessa dell’Unicef Catherine Russel, il sisma può causare “minacce catastrofiche” per i 2,6 milioni di bambini colpiti.

Esempi di solidarietà

È un’invasione di campo molto particolare quella avvenuta durante la partita di calcio fra Besiktas e Antalyaspor. Dopo appena cinque minuti di gioco i tifosi hanno iniziato a lanciare centinaia di peluche dagli spalti del Vodafone Stadium di Istanbul in segno di solidarietà nei confronti dei bambini vittime del sisma dello scorso 6 febbraio. Il campo si è presto riempito di pupazzi, tanto da rendere momentaneamente impossibile il proseguo del match fra le due squadre della Super Lig turca. Tra gli applausi del pubblico, dell’arbitro e di entrambe le squadre, i giocatori hanno aiutato gli addetti ai lavori a ripulire il rettangolo di gioco. A spiegare il gesto è stato uno striscione apparso in tribuna, che dedicava il lancio di giocattoli e peluche sia ai bambini scomparsi a causa del recente terremoto in Turchia, sia a quelli attualmente sfollati.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.