Meglio il libro o meglio il film? Ma perché non entrambi?
C’è chi preferisce il libro perché più accurato ed empatico e chi invece il film perché spesso è grazie al grande schermo che viene resa nota un’opera letteraria. Non è raro però che un film non riesca a rendere giustizia al suo omonimo libro (vedi la saga di Harry Potter o The Shining). Ma ci sono film e film, soprattutto se girati da premi Oscar. Queste cinque pellicole hanno saputo omaggiare i romanzi da cui sono state tratte, con una cinematografia impeccabile, segnando la storia del cinema e di conseguenza, della letteratura alla quale si sono ispirate. Consigliatissima la visione perché vi sembrerà quasi di poter “leggere” i film elencati qui sotto.
1) Call me by your name (di Luca Guadagnino)
Dal romanzo di André Aciman, nel 2017 è stato rilasciato nelle sale Chiamami col tuo nome, diretto da Luca Guadagnino. Il film racchiude alla perfezione le atmosfere dei pigri giorni estivi trascorsi nel nord Italia, tra paesaggi e paesini degni dell’Oscar alla sceneggiatura. In questo paesaggio idilliaco si svolge la storia d’amore tra Elio Perlman (Timothée Chalamet) e Oliver (Armie Hammer). Elio è il figlio di un professore universitario che ogni anno ospita uno studente per aiutarlo con la sua tesi di laurea. Nell’estate del 1983 sarà Oliver ad essere ospitato e conquisterà subito il cuore della famiglia Perlman che lo tratterà come un loro membro. Tra i due ragazzi nascerà un’amicizia che poi sfocerà in un sentimento potente e raro, oltre la permanenza di Oliver in Italia. Le differenze tra libro e film sono minimali, il forte impatto sul lettore o spettatore è lo stesso. Aciman e Guadagnino raccontano un amore semplice, per niente aulico, in tutte le sue sfumature. Non è un film a tema LGBT in quanto l’omosessualità dei due ragazzi è un particolare insignificante ai fini della trama, proprio come dovrebbe essere nella realtà.
“Soffochiamo così tanto di noi per guarire più in fretta, così tanto che a 30 anni siamo già prosciugati e ogni volta che ricominciamo una nuova storia con qualcuno diamo sempre di meno, ma renderti insensibile così da non provare nulla, è uno sbaglio”
2) L’esorcista (di William Friedkin)
L’adattamento cinematografico è tratto dal libro di William Peter Blatty, che a sua volta ne ha tratto la storia da un articolo di giornale su un bambino impossessato nello stato del Maryland, Stati Uniti. Lo scrittore ha collaborato con il regista nella scrittura della sceneggiatura. Una bambina di nome Regan MacNeil (Linda Blair) inizia ad avere un comportamento paranormale del tutto inusuale per la sua natura calma e dolce, dopo aver giocato con la tavola Ouija. A seguito del fallimento di rimedi medici e psichiatrici, i dottori consigliano alla madre di Regan, l’attrice atea Chris MacNeil (Ellen Burstyn), di rivolgersi ad un’esorcista (Max von Sydow). Nel frattempo le condizioni della bambina diventano critiche e la portano a trasformarsi in un mostro omicida. Il film ha saputo trasmettere a pieno le sensazioni macabre del romanzo, dando vita ad avvenimenti troppo terrificanti per la realtà quotidiana e inconcepibili per la mente umana. Una cinematografia che ha dettato le regole del genere horror e che continua ad essere un modello di riferimento ancora oggi. Molti spettatori fuggivano dalla sala terrorizzati durante la visione. William Friedkin teneva la temperatura del set sotto lo 0 con dei refrigeratori, maltrattava, schiaffeggiava e spaventava i membri del cast per mantenere un clima di tensione e di malessere, in modo da ottenere delle reazioni più naturali possibili durante le riprese. È considerato come una pellicola maledetta per via di episodi tragici che hanno colpito la vita privata dei membri della troupe e degli attori. Ha incassato ben 89 milioni di dollari e il libro ha venduto 13 milioni di copie.
“Perché una bambina? Che senso ha? Credo che voglia portarci alla disperazione perché vedendoci ridotti a bestie mostruose noi escludiamo la possibilità dell’amore di Dio”
3) Arancia Meccanica (di Stanley Kubrick)
Il Latte+ contiene le giuste calorie per soddisfare il fabbisogno energetico dell’ultraviolenza, le sinfonie di Beethoven sono un ottimo digestivo. Scritto da Anthony Burgess nel 1962, è diventato un film diretto da Stanley Kubrick nel 1971. Il libro racconta in modo fantascientifico, politico e sociologico, una realtà futuristica dedita ad ogni tipo di violenza perpetrata sopratutto dai giovani. L’ultima generazione viene rappresentata da Alex (nel film interpretato da Malcolm McDowell) e i suoi drughi ovvero la sua “gang”. I drughi passano le loro giornate a esercitare violenza fisica per strada verso barboni e altre gang o direttamente nelle case della gente per bene con stupri e lussazioni, fomentati da una bevanda che mischia latte e “qualche droguccia“, accompagnati dalle melodie di Beethoven, musicista preferito di Alex. Quest’ultimo verrà poi arrestato e aderirà ad un programma di riabilitazione in cui si evince la violenza del sistema sociale a sopprimere la violenza stessa. Nel vedere il film dopo aver letto il libro si possono scoprire dettagli in più o in meno e si può apprezzare meglio in ogni frame la potenza descrittiva delle vicende narrate. Il film è considerato come una delle maggiori pellicole americane. Sebbene Shining sia un cult movie riverito, non è stato molto apprezzato dagli amanti dell’omonimo libro e dal suo autore in particolare, Stephen King, Stanley Kubrick però ha saputo sdebitarsi con i fan della lettura grazie ad Arancia Meccanica.
“Non mi era piaciuta l’ultima parte della Bibbia perché è quasi tutta predica e non c’è vera lotta e non c’è più tanto su e giù. A me piacciono le parti in cui quei vecchi ebrei si picchiano di santa ragione e poi sturano alcune bottiglie di israeliano e si infilano a letto con le damigelle delle mogli. Io ci campavo su quel libro”
4) Il Padrino (di Francis Ford Coppola)
Mario Puzo scrive il celebre romanzo pubblicato nel 1969 che riscuote uno straordinario successo per le tematiche trattate ovvero la mafia e soprattutto per il fenomeno immigratorio italiano dell’epoca in America. Nonostante questo però molti critici non lo considerano un capolavoro letterario, ma ciò non vale per l’adattamento di Francis Ford Coppola, capostipite della cinematografia gangsta. Anche in questo caso la sceneggiatura è stata scritta con l’ausilio dello scrittore del romanzo ed è stata insaporita dalla presenza nel cast di talenti come Marlon Brando e Al Pacino. La storia è ambientata nel primo dopo guerra e narra le vicende della famiglia Corleone e del padrino Don Vito, che vittima di un attentato, verrà sostituito da uno dei suoi figli. Sta a voi scoprire chi di loro sarà il nuovo padrino nelle ben due ore e cinquantotto minuti.
“Perché un uomo che sta troppo poco con la famiglia non sarà mai un vero uomo”
5) Apocalypse Now (di Francis Ford Coppola
Coppola colpisce ancora e questa volta lo fa a suon di mitragliatrici, granate e napalm. Apocalypse Now è liberamente ispirato al romanzo di Joseph Conrad Cuore di tenebra, in cui viene esplorata la follia e la malvagità umana però con uno scenario diverso. Mentre la storia del libro si svolge nell’Africa coloniale, il film è ambientato in Vietnam in cui l’etica e le circostanze sono molto affini a quelle del colonialismo. Il capitano Benjamin Willard è incaricato dai suoi superiori di risalire il fiume passando nei territori vietcong fino alla Cambogia, dove il Colonello disertore Walter Kurtz è diventato capo di una comunità di indigeni che lo venerano come un dio. È considerato come il manifesto del conflitto vietnamita nonché film di guerra per eccellenza insieme a Full Metal Jacket del già citato Kubrick. Anche in questo viaggio al centro dell’insanità umana, Coppola è accompagnato da Marlon Brando nelle vesti del colonnello Kurtz. Il film vinse la Palma d’oro al 32º Festival di Cannes e il premio oscar per la migliore fotografia a Vittorio Storaro e quello per il miglior sonoro a Walter Murch oltre ad altri svariati premi come il David di Donatello. Il regista ritiene che la pellicola sia il suo più grande lavoro, che ha condotto in modo quasi ossessivo, girando spesso sul set con il libro di Conrad sotto il braccio.
“Non lasciare mai la barca, un principio a cui attenersi rigorosamente. A meno che non la si voglia lasciare per sempre. Kurtz era sceso dalla barca…”