Il 23 aprile è un giorno molto particolare, perché rappresenta una ricorrenza importante per tanti scrittori della storia della letteratura. Ecco dunque una lista degli autori e intellettuali la cui biografia si intreccia con questa data.

Personalmente non ho mai creduto troppo agli oroscopi o all’influenza delle congiunzioni astrali sulle nostre vite. Ma sembra proprio che, attorno al 23 aprile, accada qualcosa nell’universo che predispone certe anime a seguire una vocazione letteraria. Se una persona nasce in questo giorno, riceve una benedizione e avrà una carriera sfolgorante nel ramo della cultura e della scrittura. Se invece il 23 aprile dovesse andarsene da questa terra, sarà stato il suggello dell’impronta che ha lasciato con le sue opere. Ma facendola meno altisonante, oggi vi presentiamo una lista di autori, scrittori e letterati che sono accomunati dalla coincidenza di essere nati, o morti, tutti in questo 23 aprile. Che, non a caso, è anche la “Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore“.
Miguel De Cervantes
Il primo di questi è Miguel De Cervantes, forse il più noto tra i letterati del Siglo de Oro spagnolo. Nato e vissuto a cavallo tra Cinquecento e Seicento, periodo di grandissima fioritura di poeti e scrittori in Spagna, Cervantes è mancato il 23 aprile del 1616. Per fortuna nostra e del mondo intero era appena riuscito a pubblicare la seconda parte del suo “El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha“, o Don Chisciotte, come tutti lo conosciamo. Si tratta del capolavoro del romanzo picaresco, che lo ha consacrato come uno dei più importanti autori della sua epoca e che gli ha fruttato decine di imitazioni e riprese successive. E per fortuna che è riuscito a pubblicare nel 1615 la seconda parte, perché lo strepitoso successo della prima aveva indotto un altro autore a vergare e pubblicarne una sua personale continuazione. Oggi avremmo potuto leggerne tutta un’altra. Anche a causa di questo, il giorno in cui ricorre la morte di Cervantes, si celebra la Giornata del libro e del diritto d’autore. Anche se condivide questa data con altri due di scrittori di tutto rispetto. Non solo il giorno e il mese, ma persino l’anno. Congiunzione astrale nella congiunzione astrale.
William Shakespeare, una confusione di calendari
Forse William Shakespeare è l’autore più famoso di quelli presenti in questa lista e per giunta il più confusionario. In termini di date si intende. Infatti andando avanti con le coincidenze, scopriamo che ce ne sono sempre di più. Ma non tutte sono chiare e precise, anzi alcune sembrano regolate ad arte. Perché fondamentalmente nascere e morire lo stesso giorno dà un senso innegabile di compiutezza, come a dire che si è chiuso perfettamente un cerchio. Nella letteratura italiana è avvenuto con Francesco Petrarca ad esempio, mancato nella notte in cui stava compiendo settant’anni di età. Il caso di Shakespeare è ancora più unico, perché il più famoso drammaturgo dell’Età elisabettiana sarebbe morto nel luogo dov’è nato (Stratford-upon-Avon) e nello stesso giorno (23 aprile appunto). Ma, come in tante delle sue opere di intrighi, c’è un tranello. Sì perché Shakespeare è nato il 23 aprile 1564, ma secondo il calendario giuliano, che a quei tempi ancora era in vigore in Inghilterra. Quindi la sua nascita, per noi, andrebbe posticipata di circa dieci giorni. La sua morte, invece, è avvenuta il 23 aprile del 1616, calcolata questa volta seguendo il calendario gregoriano. Come a dire che sì, Shakespeare è nato e morto lo stesso giorno, ma in due calendari diversi, paralleli. Quasi fosse l’anello di congiunzione tra due mondi. Ciò che conta, comunque, è che questo 23 aprile è stato benedetto anche da Shakespeare che, esattamente come Cervantes, è morto in questa data nel 1616.

Garcilaso de la Vega
Del trittico di autori che ci hanno lasciato il 23 aprile 1616, Garcilaso de la Vega è probabilmente il meno famoso. Ma non certo per demeriti suoi, più che altro per meriti dei due giganti sopracitati. Garcilaso de la Vega, soprannominato “Inca” per le sue origini meticce, è uno degli autori più vicini a livello biografico alle prime conquiste degli spagnoli nel Sudamerica. Egli era infatti il figlio di un Conquistador e, addirittura, di una principessa degli Inca, la popolazione stanziata sugli altipiani delle Ande con capitale Cuzco. E proprio a Cuzco Garcilaso è nato e cresciuto, anche se poi ha trascorso la gran parte della sua vita in Spagna, presso la famiglia del padre. Ma la lontananza dalla terra andina non ha cancellato i suoi ricordi di infanzia, costituiti da centinaia di storie, miti e aneddoti sulle tradizioni e i riti inca. E così Garcilaso ha raccontato tutte le cose che aveva imparato in un capolavoro come i “Commentari reali degli Inca“, da un lato per far conoscere meglio agli spagnoli la popolazione che avevano sottomesso. Era importante sapere molte cose sui popoli conquistati, soprattutto per chi dalla Spagna non li aveva mai visti o conosciuti. Dall’altro lato, però, Garcilaso scrive per affascinare con queste storie e soprattutto mantenerle vive. Anche perché, nella seconda parte della sua opera, descrive la conquista del Perù da parte degli spagnoli, che hanno per la prima volta compromesso la ricchezza culturale di un popolo così longevo. I Commentari reali degli Inca sono tra le opere meglio riuscite tra i diffusissimi memoriali delle conquiste spagnole del Cinquecento, scritti da una persona di sangue nobile Inca e discendente di un glorioso Conquistador.
Vladimir Nabokov
Con un balzo temporale non da poco lasciamo il 1616 carico di intrecci di date e numeri e approdiamo al 1899. Siamo nella Belle Epoque e, tra il 22 e il 23 aprile, nascerà a San Pietroburgo, in Russia, Vladimir Nabokov. Uno dei più grandi autori del Novecento, prolifico scrittore nei più svarianti ambiti, dal romanzo alla poesia, passando per il teatro. Uno degli esponenti di quella letteratura russa che, per varie ragioni, è dovuto fuggire dalla patria. Dopo la Rivoluzione d’Ottobre (in cui, dopo Shakespeare, torna a farci compagnia il calendario giuliano), la sua famiglia, di origine nobile, non era più al sicuro. Così prima si sono spostati in Inghilterra, poi Vladimir si è stabilito definitivamente negli Stati Uniti. Qui, nel 1955, ha scritto il romanzo (pubblicato a Parigi) che lo ha reso famoso in tutto il mondo: “Lolita“, ritratto delle pulsioni segrete e delle ossessioni della società americana. Anche grazie all’omonimo film di Stanley Kubrick, questo libro è diventato un pilastro della cultura occidentale e con lui il suo stesso autore.

Renata Viganò
C’è anche un po’ di Italia in questa lista di personaggi illustri. E a rappresentare il nostro paese c’è una delle penne femminili più importanti della nostra letteratura, Renata Viganò. La scrittrice bolognese è mancata il 23 aprile del 1976, entrando così a far parte di questa lista di nomi così importanti. E possiamo dire che se ha meritato di farne parte, visto il suo enorme contributo letterario negli anni del secondo dopoguerra, quelli del Neorealismo. Un periodo in cui l’Italia si lasciava alle spalle le crudeltà e le privazioni del conflitto e del Ventennio, cercando di rinascere dalle macerie. E’ in questa stagione di rinascita che Renata Viganò, insieme ad altri grandi autori come Beppe Fenoglio o Italo Calvino, ha deciso di scrivere un romanzo con una finalità ben precisa: raccontare le proprie esperienze della guerra e fare sì che quelle tragedie rimanessero vive e impresse nella memoria collettiva. Nasce così “L’Agnese va a morire“, pubblicato nel 1949 e grazie al quale la Viganò ha raggiuntoShakespeare una pacata notorietà al pubblico. Un romanzo che racconta la resistenza in Italia, le lotte partigiane e soprattutto il grande ruolo che anche le donne hanno avuto in questa dolorosa guerra intestina. Renata Viganò, grazie alle vicende di Agnese, ha lasciato ai posteri un ritratto del nostro Paese di cui non dovremmo mai dimenticarci. Ed è anche solo per questo che merita di essere qui, nel club del 23 aprile. Questo giorno l’ha omaggiata da parte nostra.