Van Gogh diede inizio alla pittura moderna con i suoi capolavori: campo di grano con volo di corvi e la notte stellata. Fece parte del movimento pittorito dell’espressionismo.
Nato a Groot Zundert, iniziò a dipingere a trent’anni, realizzando molte delle sue opere più note nel corso degli ultimi due anni di vita. La sua produzione, che raccoglie 864 tele e di più di mille disegni, consta soprattutto di autoritratti, paesaggi, nature morte di fiori, dipinti con cipressi, rappresentazioni di campi di grano e girasoli.
Van Gogh
Van Gogh lavorò come apprendista per la casa Goupil, che vendeva riproduzioni di opere d’arte, e qui approfondì le tematiche artistiche. Licenziato, si dedicò agli studi teologici e finì a fare il predicatore tra i minatori, ma fu allontanato per il suo fanatismo religioso. Nel 1885 realizzò la prima grande opera, I mangiatori di patate, in cui celebrava il lavoro umile dei contadini. Oltre che dalla povertà e dalla mancata considerazione degli altri, fu perseguitato dalla psicosi epilettica, con “stadi crepuscolari” seguiti da attacchi di panico, che lo portarono più volte a tentare il suicidio. L’ultimo tentativo fu fatale: il 29 luglio del 1890 morì nella sua casa di Auverse, due giorni dopo essersi sparato un colpo di rivoltella. Fonte d’ispirazione per le correnti pittoriche del XX secolo, su tutti L’espressionismo, van Gogh lasciò diverse opere battute poi all’asta per cifre altissime, come “Autoritratto senza barba” (venduto per 71,5 milioni dollari nel 1998 a New York) e “Autoritratto con orecchio bendato” (ceduto nel 1990 per 90 milioni di dollari).
L’espressionismo
Due movimenti analoghi nascono in Francia e in Germania, ambedue con la voglia di andare contro l’Impressionismo che secondo loro aveva la visione mera della realtà. Queste due correnti erano simili per la realtà modificata da passioni, emozioni e sensazioni dell’artista ed esprimevano ciò che hanno dentro sulla tela. Si differenziano, invece, perché il Die Brucke, Germania, ha una data di inizio e una di fine e il Fauves era un gruppo di artisti eterogeneo che si trova ad esporre al salon d’automne nel 1905. Il nome non è stato scelto da loro ma dal critico Louis Vauxcelles che, in un articolo scritto sulla mostra, scrive: “Donatello in mezzo alle belve” facendo riferimento a una statua in mezzo a tavole con colori sgargianti e violenti paragonati a barattoli di vernice buttati sulla tela. Così prendono il nome i Fauves “belve”. Nel 1907 il gruppo si scioglie e ognuno seguirà il proprio cammino.
Espressionismo & letteratura
La letteratura espressionista, oltre al carattere della soggettività, perseguì la rottura di ogni equilibrio comunicativo. Da ciò ne risultavano sconvolti il lessico, la sintassi, la metrica e gli schemi narrativi. In Italia tendenze espressionistiche sono presenti nel teatro di Luigi Pirandello e nelle liriche di Dino Campana, una forte influenza dell’Espressionismo è ancora avvertibile, qualche decennio più tardi, nelle opere di Carlo Emilio Gadda. La capitale delle Avanguardie espressioniste era Parigi. Nei primi anni del Novecento la città, già culla nella seconda metà dell’ottocento di movimenti come il Naturalismo e il Simbolismo, divenne il più importante centro culturale d’Europa. Proprio qui si svilupparono alcune delle più importanti Avanguardie artistiche e letterarie del Novecento. Gli intellettuali, gli artisti e gli scrittori, si ritrovavano nei caffè e vivevano gomito a gomito in un ambiente culturalmente stimolante ed aperto a ogni forma di contaminazione. In Germania, dove il movimento nacque, spicca la figura di Franz Kafka con le sue ‘Metamorfosi’ ad essersi avvicinato maggiormente al movimento.