“Wildflower Wildfire”: Lana Del Rey esplora la difficile situazione familiare e l’assunzione di litio

“Wildflower Wildfire” è uno dei tre singoli promozionali rilasciati dalla cantante Lana Del Rey per il suo album “Blue Banisters”, pubblicato nel 2021.

Foto promozionale dell’album “Blue Banisters” di Lana del Rey, Neil Krug (2021).

La canzone, giudicata una ballata per pianoforte, possiede uno dei testi più personali mai scritti dalla cantante, trattando del suo rapporto complicato con la madre e con le difficili sfide che ha dovuto sostenere crescendo e diventando l’artista che oggi conosciamo.

Wildflower Wildfire: analisi della canzone

“Here’s the deal”, la cantante apre la canzone rivolgendosi ad un ipotetico interlocutore, magari uno dei tanti giornalisti con cui ha avuto a che fare in questi anni e che ha sempre cercato di estrapolare informazioni relative alla sua vita privata, oppure ai suoi ascoltatori, promettendo loro di restare delicata e di preparare un letto pieno di gardenie, fiori che simbolizzano la pace, l’armonia e la purezza di una relazione.
“I’ve been running on stardust / alone for so long”, la cantante descrive nella successiva strofa il suo benessere, la sua pace interiore, che però spesso ha dovuto perseguire in solitudine a causa della sua carriera artistica, arrivando quasi al punto di aver dimenticato alcune emozioni, ma adesso si sente pronta a ricominciare delle vere relazioni. “Hot fire, hot weather, hot coffee”, la sensazione di calore che accompagna questi versi è ricorrente ma, tenendo in considerazione i termini associati, si può osservare una decisa anticlimax: il fuoco che provoca dolore, una temperatura ardente che è meno dolorosa ma sempre spiacevole, fino ad una tazza calda di caffè, quasi a dimostrare come la sua vita abbia avuto una transizione significativa da una condizione spiacevole ad una molto più gradevole.
“Star drip IV’s”, delle soluzioni endovena di qualche sostanza che le permetteva di sentirsi bene, quasi rasserenata e protetta dalle sue vicende quotidiane del passato. L’interpretazione è abbastanza dubbia visti i precedenti della cantante con delle sostanze da abuso. Tuttavia, nella strofa più significativa del testo, la cantante tratta di come il comportamento aggressivo della madre, unito agli atteggiamenti indifferenti del padre nei confronti della moglie, abbiano causato molti problemi in una Elizabeth Grant ancora giovane e incapace di esplorare il mondo in autonomia.

“Here’s the deal
My father never stepped in
When his wife would rage at me.
So I ended up awkward but sweet
Later than hospitals and still on my feet
Comfortably numb but with lithium came poetry”.

La cantante infatti imputa alla sua vita familiare una difficoltà nel relazionarsi, una sorta di goffaggine nell’allacciare rapporti e il rifugio costante nell’alcol e nelle droghe. “Comfortably Numb” riprende il titolo di una famosa canzone dei Pink Floyd e sembrerebbe che Lana stia discutendo di una potenziale overdose, citando anche il litio (“but with lithium came poetry”). Questa sostanza è utilizzata in medicina per il trattamento di disturbi psichiatrici quali la depressione, il disturbo bipolare e l’ideazione suicidaria; tuttavia, molti ascoltatori ritengono che il litio sia un rimando alla canzone dei Nirvana, in cui una persona cerca rifugio nella religione, così come Lana avrebbe potuto fare nelle sue poesie, alcune già pubblicate durante la pandemia nella raccolta “Violet Bent Backwards Over the Grass”.

La poesia “Violet Bent Backward Over the Grass”, che dà il nome all’omonima raccolta di poesie, pubblicate nel settembre 2020 dalla cantante.

Come esemplificato nel titolo, colpisce molto il contrasto logico fra un “wildfire” e un “wildflower”, due elementi contrapposti che potrebbero simboleggiare il suo lato dolce, gentile, più lento e pacato, e quello invece distruttivo, che si espande rapidamente e distrugge tutto ciò che incontra, anche le relazioni più intime. Questa analogia potrebbe correlarsi pertanto ad un disturbo emotivo per il quale i suoi alti e bassi hanno causato molti problemi nel passato; tuttavia, adesso che lei ha preso coscienza di questa situazione, può lavorarci sopra, migliorare, e tornare alla sua vita spensierata, ricca di amicizia, relazioni e amore familiare.
“I run like a wildflower / I live on sheer willpower”, la cantante è ormai consapevole di essere ancora viva, di credere ancora nelle sue ambizioni musicali perché ha un forte senso di autocontrollo. Questi versi così significativi, presenti nel ritornello della canzone, dimostrano quanto Lana del Rey sia cresciuta da un punto di vista emotivo, affrontando le sue insicurezze, e riacquisendo nuovamente il controllo delle sue emozioni.

Sali di litio: usi terapeutici in medicina

Il litio è stato utilizzato per la prima volta nel XIX secolo come trattamento per la gotta siccome si era scoperto che questa sostanza era in grado di dissolvere i cristalli di acido urico isolati dai reni. All’epoca era nota una correlazione fra acido urico e disturbi psichiatrici e per tale motivo gli scienziati Lange e Hammond, rispettivamente in Danimarca e New York, iniziarono a utilizzare il litio per trattare gli episodi di mania in pazienti malati. Nel 1949, dopo essere stato abbandonato per qualche decennio, il litio torna nelle cliniche psichiatriche grazie allo psichiatra John Cade il quale, facendo esperimenti su dei topi e, successivamente, su se stesso, comprese che la sostanza potesse attenuare gli episodi manici nei pazienti cronicamente ospedalizzati per delle malattie mentali. Curiosamente, il litio venne introdotto, similmente alla cocaina nella Coca-Cola, negli ingredienti della 7 Up, una bevanda ancora oggi esistente (fortunatamente il litio venne rimosso a partire dal 1948).
I composti del litio, spesso noti come sali di litio, sono primariamente usati come trattamento psichiatrico per il disturbo bipolare, il disturbo maggiore depressivo, soprattutto nel caso in cui le terapie di base con gli antidepressivi falliscono. Primariamente, il litio viene impiegato per il disturbo bipolare per la stabilizzazione dell’umore e per prevenire degli episodi manici, ma viene anche applicato per il trattamento acuto degli stessi. Inizialmente si pensava che il carbonato di litio fosse pericoloso per i bambini ma oggi è stato utilizzato anche per pazienti giovani fino ad una età di 8 anni. La difficoltà dell’utilizzo di questo sale è la ristretta finestra terapeutica per cui le dosi sono spesso vicine ai livelli tossici ed è necessaria un continuo monitoraggio dei livelli ematici durante il trattamento farmacologico. Solitamente il litio viene consigliato soltanto dopo che altri antipsicotici o antidepressivi non funzionano più correttamente e i risultati di test clinici legati alla contemporanea somministrazione di litio e antipsicotici hanno mostrato pareri contrastanti.

Meccanismo di azione del litio nel sistema nervoso

Ancora oggi, lo specifico meccanismo biochimico con il quale il litio esercita la sua azione è ignoto e si ritiene che una volta assunto per os, esso vada a distribuirsi notevolmente a livello del sistema nervoso centrale (SNC) determinando una riduzione del tono noradrenergico e stimolando il tono serotoninergico. A differenza di numerose altre sostanze psicotrope, il litio non causa effetti avversi come l’euforia. Da un punto di vista sperimentale si è osservato come gli ioni di litio possano inibire GSK-3β, determinando una attivazione di mTOR, con chiaro effetto di natura neuroprotettiva e stimolazione del pathway di segnalazione di Akt. Inoltre, GSK-3β è un target a valle del sistema delle monoammine ed è direttamente coinvolto nella cognizione mentale e nella regolazione dell’umore. Durante gli episodi manici, GSK-3β viene attivato notevolmente a causa dell’azione della dopamina ed è in grado di inibire sia il cAMP che la beta-catenina, riducendo l’efficacia degli elementi CREB e di conseguenza la produzione di neurotrofine a livello cerebrale.

L’interazione fra GSK-3β e litio nel trattamento degli episodi manici del disturbo bipolare.

Nel 2007 venne proposto un meccanismo alternativo per il funzionamento del litio, il quale potrebbe essere in grado di interagire con l’ossido nitrico, il quale gioca un ruolo fondamentale nella neuroplasticità del SNC e potrebbe essere legato pertanto all’effetto antidepressivo che solitamente si osserva nei pazienti in trattamento con i sali. Inoltre, si è osservato che il blocco dei recettori NMDA legati al glutammato possano aumentare gli effetti antidepressivi svolti dal litio. Infatti, si osserva una inibizione competitive con il magnesio sugli NMDA, aumentando la quantità di glutammato disponibile a livello post-sinaptico.
I livelli di dopamina tendono ad aumentare immediatamente durante gli episodi di mania per poi diminuire in seguito ad un feedback negativo (correlazione con i sintomi depressivi); sembrerebbe che il litio prevenga la down-regulation della dopamina stimolando le proteine G accoppiate ai recettori della dopamina. Il GABA è il più potente neurotrasmettitore inibitorio ed è solitamente diminuito nei pazienti con disturbo bipolare; sembrerebbe che il litio aumenti i livelli di GABA nel plasma e nel fluido cerebrospinale, riducendo l’attività degli enzimi deputati alla degradazione del neurotrasmettitore. Pertanto, l’effetto combinato di stimolazione del GABA e del blocco competitivo dei recettori NMDA del glutammato favoriscono un’attenuazione della eccitotossicità degli episodi di mania tipici del disturbo bipolare ed un effetto stabilizzante dell’umore nei pazienti psichiatrici.

Effetti del litio sulle vie di neurotrasmissione dopaminergica, glutammatergica e GABAergica.

 

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