Una Bibbia promossa dal paganesimo: ecco spiegato il contraddittorio incontro tra classicità e cristianesimo

Se non ci fosse stata la Bibbia, l’intero mondo culturale del Medioevo sarebbe stato completamente diverso da come lo conosciamo.

Le menti e le personalità degli autori medievali, chiunque essi fossero, sono state modellate dalla contaminazione tra cultura classica e cultura cristiana, anche laddove non risulta evidente, e soprattutto con tutte le contraddizioni che il testo sacro si porta con sé.

Una Bibbia “pagana”

La Bibbia: un testo dalle origini enigmatiche, tanto da fare invidia alla questione omerica. Un testo tra i più antichi in assoluto, tra i più venduti e conosciuti al mondo, eppure oggi tra i più ignoti al tempo stesso. Un testo infine che ha segnato in modo profondo tutta la nostra tradizione letteraria e non solo, influenzando persino le menti più recenti. Quello che più sorprende forse è che la fortuna della Bibbia è paradossalmente dovuta tra le altre cose alla politica e ai pagani. Fra i vari imperatori del IV secolo d.C., senza dubbio la diffusione del cristianesimo ebbe strada libera con Costantino. Figura controversa e leggendaria questa, idolatrata a più non posso nel Medioevo come primo imperatore cristiano. In realtà, non fu mai cristiano, o meglio, si fece battezzare solo in punto di morte. Ma per il resto della sua vita perseguì un’altra dottrina, e per di più  fece assassinare la moglie di primo letto assieme al figlio. Pagano quasi a tutti gli effetti, dunque, favorì tuttavia ancor di più la diffusione delle comunità cristiane, ponendo una fine alle persecuzioni. Con il famoso editto di Milano (313), poi, il cristianesimo venne legalizzato anche ad Occidente, e infine con il Concilio di Nicea (325) venne condannato l’arianesimo. Perché tutto questo? Per un mero vantaggio: maggior coesione e unità politiche. La strada era stata ormai tracciata e il cristianesimo si rafforzò sempre di più come strumento del potere vescovile e poi della Chiesa, la quale assumerà un ruolo centrale e decisivo nelle vicende medievali. Un’intera cultura e politica che ruotano attorno alle Sacre Scritture.

L’incontro tra paganesimo e cristianesimo

Ai secoli IV-V risalgono le grandi opere dei Dottori della Chiesa, come Girolamo e Sant’Agostino. Un lavoro il loro basato sull’interpretazione delle Sacre Scritture, di modo che coincidessero con idee pagane. Risale infatti a questo momento, in particolare, la contaminazione fra due enormi culture: quella cristiana e quella classica. Sarà compito dei Dottori della Chiesa interpretare in chiave allegorica tutti quegli aspetti culturali di natura pagana che sino ad allora avevano dominato nell’impero. Fu una contaminazione vittoriosa, seppur piena di difficoltà: le discrepanze e le contraddizioni erano molte, senza dubbio: da una parte, come poteva la mentalità cristiana integrare il politeismo di contro al credo in un unico Dio? E dall’altra, come poteva la classicità accettare un mescolamento tra alto (Dio) e basso (lo stile della Bibbia), mettendo in contraddizione il principio della tripartizione degli stili? Accettare una figura come Cristo, reincarnazione dell’umiltà, innalzata sino al cielo? Certo, non fu facile, ma i teologi fecero del loro meglio per integrare due mondi apparentemente in contraddizione tra loro, creando una cultura che accomunerà l’Europa.

Un enorme fraintendimento

La Bibbia dunque come totale stravolgimento culturale che ha irrimediabilmente influenzato l’intera tradizione letteraria italiana (può bastare il solo esempio della Divina Commedia). Può far sorridere, però, che ci sia la possibilità di un enorme fraintendimento, inconsapevole o voluto (o forse entrambe le cose). Secondo studi recenti, l’intero cristianesimo si basa su un’enorme facezia: la Bibbia non parla di Dio. Mauro Biglino, scrittore e studioso dell’ebraico, con grande scrupolosità ha tradotto l’intera Bibbia e ha fatto notare come le traduzioni odierne tendano a velare il significato di moltissime parole. Il suo lavoro è stato dunque quello di fare una traduzione il più possibile letterale che sostituisse alle parole ebraiche il loro senso originario. Ne è uscito fuori che con ogni probabilità le vicende bibliche sono un testo scritto da più mani e il risultato di storie di più popoli. Un classico esempio è uno dei termini con cui viene solitamente tradotto Dio: Elohim. Una parola chiaramente plurale, fa notare Biglino, a cui viene accostato sempre un verbo di conseguenza plurale. Ma piena di contraddizioni sembra essere anche una superficiale lettura del testo: a partire dall’adulterio commesso da Abramo, sino ad arrivare a genocidi, infanticidi e promulgazioni di leggi razziali promosse da Dio stesso. Sono tesi, quelle di Biglino, che arrivano addirittura a sostenere la descrizione nella Bibbia della nascita di Adamo ed Eva come frutto di clonazione. E le sue parole trovano conferma in moltissime testimonianze di rabbini, la cui lettura della Bibbia non è stata filtrata da una traduzione cattolica.

 

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