La vestizione delle armi è un momento fondamentale in ogni battaglia: l’eroe sceglie le proprie armi di attacco e di difesa e a volte questa scelta può determinare le sorti della battaglia.
Il più famoso episodio di vestizione delle armi è quello del canto sedicesimo dell’Iliade, in cui Patroclo veste le armi di Achille prima di tornare in battaglia. Così facendo l’eroe spera di scuotere gli animi degli achei e di ricacciare indietro i Troiani dilaganti. Anche nel manga Dragon Ball Z vi è un episodio analogo: nella saga di Majin Bu, Gohan prende le vesti di Goku per combattere il mostro rosa. Questo fatto restituisce speranza e vigore ai suoi amici, che riescono a fronteggiare e a mettere in crisi Majin Bu.
L’episodio nell’Iliade
“Permetti che io vesta le tue armi sulle spalle e credendomi te fuggano dalla battaglia i Teucri, respirino i figli degli Achei sfiniti; basta breve respiro in battaglia”.
I versi 40-43 rappresentano la richiesta finale di Patroclo ad Achille. È una situazione ormai disperata per gli Achei: i Troiani sono ormai arrivati alle navi, sfondando il muro acheo e stanno dilagando nel campo acheo. Patroclo, osservando la scena e vedendo tutti i principali eroi e compagni in difficoltà, chiede ad Achille di poter indossare le sue armi per guidare i Mirmidoni alla battaglia e donare riposo e forze fresche agli Achei. Siamo in un momento cruciale della guerra. In effetti l’obiettivo è raggiunto e la discesa in campo di Patroclo/Achille spaventa i Teucri che fuggono, perdendo molti compagni. La vestizione delle armi, che di per sé era molto importante nel mondo antico, qui è anche un simbolo e un segno. Nel momento di maggiore difficoltà Patroclo scuote gli animi dei compagni aiutandoli a scacciare i nemici. Questo suo inganno gli costerà la morte: bramoso di sfida l’eroe si getta contro Ettore che nella mischia selvaggia lo colpisce per terzo, dopo Apollo e Deifobo, e lo uccide. Questa azione di Patroclo ha però restituito vigore e speranza agli Argivi e si può dire che abbia risolto la battaglia in un momento cruciale. Forse senza questo ingegnoso inganno gli Achei non avrebbero mai vinto la battaglia…
L’episodio in Dragon Ball Z
Il terribile Majin Bu non aveva trovato degni rivali fino a quel momento: Goku era nell’aldilà e non poteva intervenire nella battaglia; Gohan era misteriosamente scomparso; Vegeta si era autodistrutto nella speranza di spazzare via con sé anche il mostro rosa, ma invano; tutti gli abitanti della terra eccetto Mr. Satan, Junior, Goten e Trunks erano scomparsi. Finalmente però Goten e Trunks avevano imparato la fusione, dando vita al potentissimo Gotenks, un guerriero formidabile ed estremamente potente. Super Bu (il terzo stadio delle trasformazioni di Majin Bu) era molto di in difficoltà: Gotenks Super Saiyan di terzo livello era nettamente più forte di lui. Ma come spesso succede, proprio nel momento clou dell’incontro, quando sembra che Super Bu possa essere definitivamente sconfitto, la fusione perde potere fino ad annullarsi, separando Goten e Trunks che restano immobili e impotenti davanti ad un Spuer Bu rigenerato. Proprio in quel momento, quando tutte le speranze erano perdute, i quattro combattenti percepiscono un aura potentissima venire verso di loro. Un uomo dalla forza straordinaria avanzava verso di loro, un uomo con i capelli a punta e la divisa arancione e blu. Era Goku. No! Non era Goku, era il figlio Gohan, che aveva scelto di indossare le armi del padre. Il ragazzo era finalmente tornato, dopo un severo e feroce allenamento, per completare l’opera che aveva cominciato e sconfiggere definitivamente Majin Bu. Anche in questo caso la vestizione delle armi riporta fiducia e vigore in una situazione disperata. Però, se nell’Iliade l’azione è risolutrice e decisiva, in Dragon Ball non lo è affatto: anche Gohan come Patroclo morirà invano, ma mentre il secondo è morto ridando speranza e fiato agli Achei, il primo invece viene assorbito dall’avversario, che guadagna così una potenza apparentemente ineguagliabile.