Quanto spesso capita di trovarsi intrappolati in conversazioni scomode? Una domanda di troppo, una battuta imbarazzante, qualcosa di cui non ci piace parlare. Ebbene, si sta avvicinando il periodo delle festività – periodo, per molti, gioioso su molti fronti – ma il rischio di momenti di imbarazzo è sicuramente più elevato rispetto a molti altri periodi dell’anno.
Kiaundra Jackson, che lavora come consulente di coppia e consulente famigliare, propone diverse tecniche per sopravvivere a momenti di imbarazzo o domande scomode. Ad ogni modo, è indispensabile ricordare che il rapporto che si ha con l’interlocutore, l’argomento trattato, ed il contesto della conversazione, sono elementi di cui tener sempre conto.
Se le festività rappresentano un pericolo, spesso fatale, per via di parenti che non sanno ben contenersi da battute sessiste, razziste, o da commenti fuori luogo, gli altri periodi dell’anno non sono esenti da questo rischio. Non si sa bene perché, ma alcune persone sembrano proprio aver interesse nel chiederti pareri su questioni delicate o imbarazzanti. E questo, a prescindere dal periodo dell’anno.
La Jackson – intervistata da Business Insider – autrice anche di “Staying Sane in an Insane World: A Prescription for Even Better Mental Health“, ha proposto tre differenti tecniche per salvarsi in calcio d’angolo, e in modo più elegante possibile.
Prima tecnica: usa una distrazione esterna
Sembra sicuramente molto banale, ma secondo la Jackson funziona. E’ semplice, basta sviare l’argomento commentando qualcosa che sta accadendo intorno a te, o ponendo una domanda a riguardo, Un esempio? “Hai visto quella macchina che è appena passata?”. E’ una tecnica rapida, e può anche far evitare al tuo interlocutore di pensare che tu non sia un buon ascoltatore. Occhio ad usare un buon tempismo: “Se cambi immediatamente conversazione dopo che qualcuno inizia a parlare, allora la cosa può diventare imbarazzante e ovvia. Può far sentire all’altra persona che quello che dice non ha importanza”, precisa la Jackson. Attenzione anche al linguaggio del corpo, spesso molto più rivelatore di quello verbale. Secondo uno studio della University of Southern California, azioni come alzare le braccia sopra le spalle, e portare spesso la testa indietro, sarebbero segni d’orgoglio e di gioia. Al contrario, una postura chiusa e testa inclinata in avanti, indicherebbero tristezza.
Seconda tecnica: prova ad inserire un’altra persona nella conversazione
Domanda scottante, argomento ancor di più. Di nuovo, ci si sente in trappola. La seconda tecnica “di sopravvivenza” indicata dalla consulente, è quella di trascinare altri nella scomoda situazione. A che serve? A distogliere l’attenzione da te. Non si sta parlando di sadismo, ma semplicemente di coinvolgere una terza persona, magari ponendole una domanda. Un esempio è chiamare Marco, che sta beatamente sorseggiando il suo drink per fatti suoi, e chiedergli: “Marco, scusami, tu cosa ne pensi di questa cosa?”. C’è da dire però, che se non conosci bene Marco, o se l’argomento è troppo scomodo anche per lui, questa tecnica potrebbe non risultare risolutiva.
E’ il tipo di relazione che abbiamo con una persona, a far la differenza sulla profondità del nostro discorso. Per questo, la Jackson afferma che: “Si tratta di un collega, un coniuge o qualcuno che hai appena incontrato? Con uno sconosciuto puoi limitarti a discorsi di circostanza. Ma se sei con un amico intimo o con un membro della famiglia, allora puoi andare un po’ più a fondo e parlare di sentimenti. Se si tratta di un collega, allora la scelta migliore è quella di scambiarsi opinioni senza dare giudizi“.
Terza tecnica: cerca di apportare piccoli cambiamenti nella conversazione
Questa tecnica è molto usata, infatti leggendo di cosa si tratta, ti verrà sicuramente in mente qualche conversazione già vissuta. Il gioco è semplice, nel bel mezzo del tuo imbarazzo o disagio, puoi creare una strada secondaria. Come? Anche con un semplice “Ma“, un innocuo “tra l’altro” – che apre quindi le porte ad un altro scenario – o dicendo che quell’argomento ti fa venire in mente un’altra questione, che ovviamente tratterai. Anche in questo caso, attenzione al contesto, la Jackson mette in guardia così: “Cambiare argomento quando qualcuno sta esprimendo qualcosa di profondo, è una cosa da considerare bene. Se qualcuno sta piangendo, sta raccontando un’esperienza traumatica o esprimendo le proprie idee e sentimenti su un argomento delicato, consiglierei di ascoltare e non cambiare assolutamente argomento”.
Perché vuoi cambiare discorso?
Un conto è cambiare discorso perché si è annoiati, altro conto è farlo perché la conversazione è difficile. Se ti sembra di voler cambiare troppo spesso discorso, prova a chiederti perché. Magari, certi argomenti celano ricordi inconsci di un problema mai risolto? Se hai notato, invece, che a farlo è qualcun’altro, prova a capire il motivo di questa insistenza nel cambio di discorso. Se dovessi avere questa sensazione, ricorda comunque di utilizzare il giusto tatto nel chiedere all’altra persona se c’è qualcosa che non va.
I ricordi inconsci possono influenzare il nostro umore, le nostre reazioni, senza la nostra completa consapevolezza. Un lutto irrisolto, ad esempio, può portare tensione – e quindi istinto a voler cambiare argomento – se qualche elemento del discorso ripropone ricordi o sensazioni di quel trauma. Vale lo stesso discorso anche per altri tipi di trauma, a volte anche per traumi apparentemente meno gravi. Una separazione, una delusione a lavoro, un forte senso di colpa, un profondo senso di inadeguatezza o timore di non essere accettati, sono solo alcuni dei possibili retroscena celati nella difficoltà di sostenere un discorso. Anche l’annoiarsi facilmente durante la maggior parte delle discussioni sostenute, può indicare insoddisfazione personale, o molto semplicemente, che l’ambiente sociale dell’individuo ha bisogno di qualche repentino cambiamento.
In conclusione, dopo tutte queste tecniche consigliate, la Jackson confida comunque di ritenere l’onestà la strategia migliore. Vale a dire che, se non ti va di affrontare un argomento, potresti provare a dire onestamente che non ti va di parlarne, ma se credi di poter confidare nella comprensione di qualche persona fidata, prova ad affrontare assieme a lei la delicata questione.
Serena Vitale