Syd Barrett e l’LSD: i nuovi usi terapeutici degli allucinogeni

Syd Barrett e gli allucinogeni, un binomio indissolubile che ha contribuito a costruire il personaggio e la leggenda di Syd barrett, il ” Crazy Diamond”, considerato il fondatore del mitico gruppo rock. . La storia di Barrett con i Pink Floyd durò solo 2 anni (e due album). Sicuramente incise il fatto che Syd non era più quello del ‘67 complice l’abuso di Lsd, che lo portò a sviluppare diverse malattie mentali quali la schizofrenia, il disturbo bipolare e la sindrome di Asperger.

Syd Barrett

Oggi capita spesso di venir a conoscenza di qualche ricerca in corso al fine di monitorare o verificare i benefici di quella tal sostanza o di quell’altra. Parliamo di sostanze che fino ad oggi, generalmente, sono considerate demoniache: ovvero droghe illegali.

Eppure l’utilizzo di droghe per i più disparati motivi, sempre in termine di ricerca scientifica, è antico. Utilizzate e studiate durante le guerre, per infondere coraggio prima degli assalti, o somministrate a fini terapeutici per incidere sul livello empatico, elemento prezioso in ogni psicoterapia.

LSD e allucinogeni: cosa sono  e come agiscono

Gli allucinogeni e in particolar modo l’LSD (dietilamide- 25 dell’acido lisergico) è tra le droghe psichedeliche più conosciute e studiate fin ora. Una dose di appena 25 ug  può causare minime alterazioni della percezione e dell’umore per più di 10 ore. Tipicamente non causa “allucinazioni” in senso proprio ma amplificazioni dei sensi, delle emozioni, cambiamenti nella percezione di sé, dell’ambiente e della realtà, esperienze mistiche e spirituali. L’LSD è stato sintetizzato per la prima volta il 16 novembre 1938 a Basilea dal chimico svizzero Albert Hofmann che stava effettuando delle ricerche sugli alcaloidi presenti nella  nella segale cornuta nel tentativo di ricavarne sostanze utilizzabili come farmaci e tra i vari derivati che aveva sintetizzato, c’era la dietilammide-25 dell’acido lisergico, da lui così chiamata perché proveniente dal campione numero 25.L’acido lisergico è un composto presente nell’ergot, un fungo parassita della segale.

Gli alcaloidi dell’ergot

L’ingestione dell’ergot, della segale cornuta o di prodotti che da essa derivano (come ad esempio farine non depurate dal fungo) causa il cosiddetto ergotismo i cui sintomi sono deliri allucinatori, febbre e forti dolori alle gambe. Le proprietà psichedeliche dell’LSD non vennero però riconosciute fino al 1943, quando a Hofmann cadde involontariamente qualche goccia della sostanza sulla mano che, traspirando, gli provocò forti giramenti di testa e allucinazioni. Questa esperienza lo condusse ad ipotizzarne un potenziale psicotropo e perciò, tre giorni dopo, decise di assumerne volontariamente una dose di 250 ug  di LSD in modo da testarne più chiaramente gli effetti. Questa dose la riteneva, ad errore, la dose minima efficace mentre in realtà si tratta di un dosaggio molto forte, sbagliò la stima di circa un ordine di grandezza. Quel giorno fu chiamato il giorno della bicicletta perché dopo aver assunto la sostanza si diresse verso casa proprio in bicicletta, cominciando a sperimentare una crescente alterazione di coscienza che poi, raggiunto il divano di casa dopo momenti di terrore, divennero “visioni meravigliose, piacevoli e persistenti, giochi di forme e colori caleidoscopici, immagini fantastiche che mi comparivano davanti agli occhi chiusi alternandosi, variando, trasformandosi in cerchi e spirali, esplodendo in fontane colorate, riarrangiandosi e ibridandosi in un flusso costante…”. L’LSD agisce sia sul sistema nervoso centrale sia su quello periferico. Una volta assorbita, la sostanza entra in circolo nel sangue, raggiungendo quindi il cervello e superando la barriera ematoencefalica incomincia l’interazione con i recettori. L’LSD agisce su un ampio numero di recettori per i neurotrasmettitori, in particolare sui recettori post sinaptici per la serotonina (con l’eccezione del sottotipo 5-HT3 e 5-HT4), per la dopamina, per il glutammato e gli adrenorecettori. La maggior parte degli psichedelici serotoninergici deve la sua azione essenzialmente alla sola attivazione del recettore 5-HT2A della serotonina (o probabilmente dei suoi eteromeri): l’azione del LSD sugli altri recettori, in particolare i D2 della dopamina, lo rendono sotto questo punto di vista uno psichedelico atipico e ciò rende conto dei suoi caratteristici effetti psicoattivi.

Gli allucinogeni più famosi: dai funghetti magici alle droghe sintetiche

L’utilizzo delle sostanze allucinogene da parte dell’uomo risale a tempi estremamente lontani; per migliaia di anni quasi tutte le culture in ogni angolo del mondo hanno sfruttato gli effetti visionari di queste sostanze a fini mistici in rituali sociali e religiosi. Gli allucinogeni possono avere due tipi differenti di origine: naturale e sintetica. Quelli naturali, sono sostanze tossiche prodotte da piante o animali a scopo difensivo; gli effetti provocati dovrebbero dissuadere i predatori da eventuali futuri attacchi. Nell’antichità, come anche in tempi più moderni, le sostanze stupefacenti venivano ricercate nei funghi allucinogeni, che contengono psilocina e psilocibina, nel peyote, un piccolo cactus originario del Messico che ha come principio attivo la mescalina, nella cannabis, nella salvia divinorum, nell’amanita muscaria, il fungo rosso con caratteristici punti bianchi, nel bufo alvarius, un rospo originario della California le cui ghiandole sulla schiena secernono bufotenina, e in alcune piante appartenenti alle solanacee, che contengono atropina e scopolamina.

Psilocybe Cubensis

Gli allucinogeni sintetici invece sono sostanze con effetti allucinogeni prodotte dall’uomo. Inizialmente sviluppate in ambito medico, ed utilizzate in psichiatria come supporto farmacologico per lo studio delle psicosi, sono diventate sostanze illegali poiché abusate al di fuori del contesto sanitario. In particolare l’LSD-25, sintetizzato nel 1938, è il frutto di una ricerca di composti che avessero valore terapeutico. La produzione è divenuta illegale dopo che si è concluso come non avesse alcun impiego medico accettato, mentre l’utilizzo come droga ebbe incrementi drammatici specialmente negli anni ’60. Un’origine simile è condivisa dall’MDMA, un’anfetamina sviluppata con funzioni psico-terapeutiche ma entrata nel mondo illegale, e la si trova fra i componenti principali dell’ecstasy.

I nuovi risvolti terapeutici degli allucinogeni

Il punto di partenza è certamente il saggio di Michael Pollan, Come cambiare la tua mente, attraverso cui il famoso docente vuole affrontare più che un tema un tabù: le sostanze psichedeliche. Recenti studi clinici hanno prodotto nuovi importanti risultati per quanto riguarda la psicofarmacologia di queste sostanze. L’utilizzo delle tecnologie di neuro-imaging moderne e delle tecniche elettrofisiologiche sta cominciando a svelare come gli allucinogeni funzionino nel cervello; nuove ricerche stanno dimostrando l’efficacia terapeutica di queste sostanze. Gonzales e Sealfon (2009) hanno condotto una nuova ricerca sulle sostanze psichedeliche come LSD e le droghe dissociative come la fenciclidina (PCP), ha mostrato che gli effetti di queste droghe assomigliano ad alcuni dei sintomi principali della schizofrenia. Alcuni farmaci antipsicotici atipici sono stati identificati grazie alla loro elevata affinità con i recettori serotoninergici, che sembra siano anche il bersaglio degli allucinogeni. Il complesso recettore di serotonina-glutammato nei neuroni piramidali corticali è stato identificato come possibile obiettivo sia delle sostanze psichedeliche che dei farmaci antipsicotici. Recenti risultati sul meccanismo di risposta ad allucinogeni e farmaci antipsicotici, possono portare all’unificazione di serotonina e glutammato come ipotesi neurochimiche della schizofrenia. In Italia, in un’intervista, Claudio Mencacci , direttore del Dipartimento di Neuroscienze e Salute Mentale dell’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli di Milano, afferma:”La ricerca va ripresa e non deve avere confini. Bisogna però tenere conto del fatto che ad oggi queste ricerche riguardano numeri davvero esigui; sono necessarie valutazioni con casistiche più ampie. Le ultime ricerche suggeriscono esiti positivi nel trattamento di alcuni disturbi come l’angoscia di morire nei malati terminali, i disturbi ossessivo-compulsivi, le dipendenze da alcol e le problematiche post-traumatiche da stress. C’è un problema etico di fondo. La ripresa degli studi non deve essere letta come un semaforo verde per l’impiego ricreazionale di queste sostanze.Oggi le ricerche sono condotte in condizioni protette, che consentono di mantenere una vigilanza sui potenziali effetti negativi; è quindi interessante che siano stati ottenuti esiti positivi e duraturi con poche somministrazioni. Gli stessi ricercatori però non sono ancora in grado di dare una spiegazione convincente sul perché questo accada.C’è ancora tanto da scoprire su questo tipo di sostanze, che da sempre fanno e faranno parte dell’immaginario comune e usate da tante leggende della musica e dell’arte che hanno sfruttato gli effetti di tali sostanze per modificare e rendere più sensibile la percezione del mondo circostante.

 

 

 

 

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