Scopriamo il genio di Leonardo ed il Codice da Vinci tra la storia e il complottismo

Come il best-seller di Dan Brown ha cambiato per sempre la percezione che si ha dell’artista nella cultura di massa

Leonardo, Annunciazione, San Bartolomeo a Monteoliveto, ca.1475, tempera e olio su tavola, cm 98×217. Firenze, Galleria degli Uffizi

Se ne sono sentite troppe e di tutti i colori sul conto del povero Leonardo da Vinci. Nonostante sia stato uno dei più grandi pittori di tutti i tempi, abile nelle arti scultoree ed architettoniche, superbo inventore e pioniere nel campo della progettazione bellica, spesso il suo nome viene associato a sette, ordini, questioni religiose o addirittura è accusato di essere pedofilo, maestro massonico, templare e chi più ne ha più ne metta (sul web c’è da divertirsi). Andiamo a capire meglio da dove derivino queste teorie complottistiche e perché proprio Leonardo sia vittima di speculazioni illegittime e prive di qualsiasi scientificità.

Fotogramma del film “Il Codice da Vinci” diretto da Ron Howard, 2006

Qualche cenno su Leonardo

Leonardo (Vinci, 1452 -Amboise, 1519) è uno dei grandi protagonisti dell’arte italiana a cavallo tra il XV ed il XVI secolo ed assieme a Michelangelo ed a Raffaello rivoluzionerà il completamente il panorama artistico dando avvio a quella che definiamo la ‘Maniera moderna’. Si forma nella bottega del Verrocchio e ben presto supera per bravura lo stesso maestro. Giorgio Vasari infatti nelle Vite afferma che “Andrea (Verrocchio) mai più non volle toccar colori, sdegnatosi che un fanciullo ne sapesse più di lui”. Nel 1483 da Firenze si muove a Milano alla corte di Ludovico il Moro. È interessante dare uno sguardo ad una lettera di presentazione che lo stesso Leonardo redige a mo’ di curriculum per ingraziarsi il signore di Milano (http://www.scudit.net/mdcurriculum_leo.htm), città in cui rimarrà fino all’arrivo dei francesi, nel 1499. Dopo alcuni anni di continue peregrinazioni  si sposta definitivamente in Francia, dove soggiornerà fino alla morte, nel 1519. Muovendosi in Francia Leonardo porterà con sé un ritratto di piccole dimensioni dipinto nel 1503 circa, la Gioconda o Monna Lisa, che contrariamente a quanto si sente spesso non è vittima delle razzie di età napoleonica, ma in Francia fu portata dallo stesso Leonardo.

Il best-seller di Dan Brown

Pubblicato del 2003 e poi adattato per il grande schermo nel 2006, il Codice da vinci è un punto di svolta per quel che concerne la nascita e lo sviluppo del mito di Leonardo. Per evitare spoiler diremo solo che all’interno del libro e del film appaiono frequenti riferimenti a disegni (L’uomo vitruviano) ed a dipinti (Gioconda, Vergine delle Rocce, l’Ultima Cena) di Leonardo, tutti contraddistinti da qualche velato segreto che servirà per portare avanti la trama. In un climax ascendente di misteri ed enigmi vengono esplorati un presunto rapporto di Leonardo con il Santo Graal ed il Priorato di Sion, la pretesa relazione sessuale tra Gesù e Maria Maddalena ed una serie di leggende metropolitane che combinate con l’atmosfera thriller hanno dato al romanzo la fama di cui oggi gode.

Conseguenze nella cultura di massa

Nonostante il romanzo non abbia la pretesa di essere storico non si possono trascurare i risvolti ‘negativi’ che il best-seller ha apportato alla cultura di massa: a partire dal 2003 infatti, le illazioni sulla vita e sulle opere di Leonardo sono aumentate a dismisura. In un periodo storico come questo dove nel processo divulgativo il metodo scientifico ha la stessa importanza e considerazione del due di coppe quando briscola è a bastoni, non è difficile rimanere impigliati nella rete del ‘sentito dire’. Nel nostro caso il topic Leonardo da Vinci è uno di quegli argomenti di cui tutti parlano ma che quasi nessuno conosce veramente e di conseguenza si tende a prender per vero tutto ciò che si sente al bar, si legge su Facebook o che viene raccontato dal cugino di un amico della madre che conosceva la cognata di un professore di storia dell’arte. Il nostro best-seller dunque ha alimentato numerose teorie complottistiche: il caso di Leonardo non è isolato purtroppo, perché sempre più spesso si tende a dare validità ad ipotesi del tutto astruse e prive di fondamenti scientifici, soprattutto per quanto riguarda temi di estrema attualità (vedi sotto).

Il peggio è quando dal pensiero si passa all’azione: nel 2011 viene traforato un affresco del Vasari nel salone dei Cinquecento a Firenze per ritrovare la Battaglia di Anghiari, notoriamente andata perduta. Spesso un ‘non lo so’ è più dignitoso di un’ostentata finta conoscenza.

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