Silvia Romano, ventitreenne, ha scelto di partire per il Kenia e abbracciare la vita del volontariato. Il caso mediatico che è scaturito dal suo rapimento, ha portato a numerose piste e anche molti arresti. Purtroppo però nulla di risolutivo e la ragazza resta nelle mani dei suoi rapitori, probabilmente in attesa di essere usata come merce di scambio.
Sorte diversa è toccata al prete Gigi Maccalli, undici anni vissuti a Bomoanga in Niger. Otto uomini il 17 settembre l’hanno rapito e da allora non si ha alcuna notizia. Solo una voce che affermava che Padre Gigi fosse ancora vivo, ma non corredata da alcuna prova. Il Niger appartiene a quella fetta d’Africa sconosciuta ai più, lontano dal turismo e lontano dai riflettori dei mass media. Una zona in cui le condizioni igienico-sanitarie sono gravi, l’analfabetismo è dilagante e la povertà è, oserei definirla, genetica. Due persone, una volontaria e un missionario, la neofita e il veterano che hanno scelto, seppur con motivazioni e tempistiche differenti, di dedicare una parte della loro vita al prossimo.
PERCHÈ SI SCEGLIE DI FARE VOLONTARIATO
Quando ci si immagina un volontario, si pensa sempre ad una persona sorridente, gentile, cortese. D’altronde mettere a disposizione del prossimo il proprio tempo, anteporre i bisogni altrui ai propri, in modo totalmente gratuito è una cosa che è già difficile da concepire per la maggior parte della gente. Eppure anche in Italia, le persone che scelgono di dedicarsi agli altri sono in costante aumento. Stabilire il perché si preferisce questo tipo di vita è pressoché impossibile. Le motivazioni, come in tutti gli ambiti, sono estremamente soggettive. Numerosi studiosi hanno cercato di delineare una personalità che potrebbe adattarsi al volontariato, ma le variabili e la grandezza del campo di studi sono talmente enormi che è stato possibile tracciare esclusivamente delle macro aree. La ricerca forse più famosa è quella di Snyder e collaboratori che ha descritto le sei classi di motivazioni che caratterizzano un volontario.
Valori personali, l’interesse per gli altri e per il benessere altrui
Comprensione, la possibilità di mettere in atto abilità e capacità che altrimenti resterebbero inespresse
Valori sociali, la nascita di relazioni sociali significative
Carriera, permette di avere vantaggi per la propria carriera
Protezione, protegge l’Io dai sensi di colpa derivati dall’essere più fortunati di altri o consente di sviare dai problemi personali
Miglioramento, migliora l’autostima e la fiducia in se stessi.
IL VOLONTARIO IN ITALIA
In Italia il fenomeno dell’associazionismo è molto radicato. Calcolando l’indice di densità regionale si stabilisce che ci siano 3,2 organizzazioni ogni 10000 abitanti. Un dato confortante se si pensa che in questo momento non viviamo certamente un periodo florido. Un clima di odio, di razzismo latente caratterizza il Belpaese, neppure la giovane Silvia è riuscita a salvarsi da commenti aberranti che qualche connazionale si è sentito in diritto di scrivere. D’altronde se l’odio è fomentato da chi ci governa, scrivere aiutiamoli a casa loro o meglio se l’è cercata, poteva restare in Italia non sono più insulti vergognosi, ma frasi che un qualunque italiano medio deve, e sottolineo deve, scrivere. La verità è che si può sproloquiare e ricercare il perché il volontariato è tanto diffuso, ci possono essere motivazioni altruistiche o egoistiche, si può semplicemente pensare agli altri o innalzare la propria autostima, ma chi non ha mai fatto parte di un’associazione onlus probabilmente non comprenderà mai cosa motiva una tale scelta.
Chi nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell’ora buia di qualcuno non è vissuto invano. Madre Teresa di Calcutta
Sonia Felice