Si va in onda (o quasi): Il fenomeno delle radio libere in Italia spiegato da Vasco Rossi

La storia di una generazione le cui idee potevano essere ascoltate soltanto grazie le radio pirata. 

Il cantautore Vasco Rossi.

Una canzone tratta da uno dei dischi più conosciuti del cantautore modenese era necessaria per riportare alla memoria un fatto storico. Scopriamo insieme come il fenomeno delle radio libere in Italia abbia dato inizio ad una nuova era per la radio e la musica.

GERMOGLIANO LE RADIO E FIORISCONO LE POLEMICHE

Dinamiche, giovani ed indipendenti. Sono queste le prime proprietà che caratterizzarono le prime emittenti libere che cominciarono a moltiplicarsi sul territorio durante gli anni 70. Sono libere di trasmettere musica, tematiche sociali e tanto divertimento, in quanto lontane dalla mano del monopolio. La radio voleva essere neutrale da un punto di vista politico e trasmettere solo tanta musica. Il 1976 sarà un anno significativo per le radio locali, un’occasione per le radio e le tv libere, che nella fase iniziale condivideranno le stesse linee di sviluppo, ovvero amatoriali fondate sull’entusiasmo. Sarà solo verso la fine degli anni 70 che molte radio assunsero le stesse impostazione della RAI, finendo col perdere quell’identità che fino a quel momento le aveva caratterizzate. A voler continuare a percorrere la strada dell’indipendenza resteranno soltanto poche emittenti, come le radio il cui obiettivo era quello di fare contro informazione, quali Bra Onde Rosse, Canale 96 e Radio Popolare. Altra radio ad essersi distinta durante il fenomeno delle rado libere fu radio Alice, fondata da un gruppo di studenti. Infine, a distinguersi per la musica trasmessa, fu Radio Milano International, il cui motto no stop music sarebbe stato portavoce di un’intera generazione.

Radio Alice.

QUANDO IL NOTO ROCKER DI MODENA ERA SOLTANTO UNO SPEAKER

Un amore nato durante la gioventù quello di Vasco Rossi per la radio e la traccia Ultimo domicilio Conosciuto parla proprio di questa storia. Si tratta di una delle tracce meno conosciute del rocker modenese, ma che più ”racconta” un’epoca di ribellione. La parte iniziale della canzone è presa dalla registrazione originale di un messaggio che comunicava la decisione del Pretore di chiudere le numerose radio libere nate durante quel periodo. Per la precisione parla della chiusura delle radio private da parte della Escopost responsabile ministero delle poste e delle telecomunicazioni. Una vicenda che riguardò anche Punto Radio, radio che vedeva come direttore ed amministratore lo stesso Vasco, la quale fu chiusa dopo appena una settimana dalla prima sua trasmissione. Ne seguì un processo, nel quale Vasco figurò come principale imputato, il cui esito alla fine si concluse con un nulla di fatto, con gli impianti che furono dissequestrati.

IL RICORDO DI UN’EPOCA SEGNATA DALLA RIBELLIONE

È ai microfoni di RTL 102.5 che, in occasione della promozione del suo ultimo disco, Vasco Rossi ha parlato per la prima volta della sua esperienza in radio, un periodo della sua vita in cui la nascita delle radio pirata avrebbe unito intere generazioni attorno alla musica. A causa del monopolio, infatti, le radio erano poche e potevano trasmettere determinati generi musicali. Il Rock come il Pop, in Italia, sarebbero arrivati sulle emittenti principali molti anni dopo. Chiunque avesse contribuito nella nascita di queste radio pirata avrebbe pagato un caro prezzo, quali multe salatissime oltre che alla sospensione dell’emittente. Stazioni radio usate, oltre che per ascoltare musica, anche per fare propaganda e per esprimere il pensiero di una popolazione di giovani sognatori rimasti fino a quel momento tagliati fuori.

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