Sei un uomo? La scienza spiega perchè hai più difficoltà a trovare gli oggetti

 

Se stai leggendo questo titolo e sei un uomo saprai cosa significa vivere questo dramma, se invece sei una donna allora probabilmente ci starai ridendo su. Secondo alcune recenti ricerche, non è questione di pigrizia o sbadataggine, ma di natura. Se i maschi in casa spesso non trovano ciò che cercano, a differenza delle donne, è perché i due sessi hanno una diversa “visione periferica” . Questa permette di percepire forme, colori e movimenti di oggetti che non sono davanti ai nostri occhi. Le donne sono in grado di vedere con buona precisione fino a 45° dal centro del loro campo visivo (laddove gli uomini vedono già sfocato), e in taluni rari casi sviluppano una visione periferica che sfiora i 180°. Alla base di queste differenze biologiche vi sarebbero le rispettive funzioni sociali; mentre le donne si dedicavano alla raccolta (sviluppando una vista ad ampio raggio), l’uomo era solito dedicarsi alla caccia (dunque a puntare una preda alla volta davanti a sè).

 

 

La funzione sociale può dunque apportare cambiamenti genetici considerevoli nel corso delle generazioni?

Certamente, Darwin ha dimostrato che tra le specie animali e in quella umana gli individui con determinate caratteristiche genetiche hanno maggiori possibilità di sopravvivere rispetto ad altri e di riprodursi. E’ il ben noto meccanismo della ‘selezione naturale’ elaborato dall’antropologo inglese. Dunque uomini possenti e abili nel mirare alle prede e donne più capaci di trovare fonti di cibo nei luoghi naturali avevano sicuramente maggiori possibilità di sopravvivenza rispetto ad altri individui.

Questa teoria della diversità biologica nell’uomo e nella donna può essere considerata una fonte di discriminazione di genere?

La diversità biologica tra uomo e donna non è un fatto di discriminazione, ma un dato scientifico ormai inconfutabile. Tralasciando le differenze sessuali, quelle anatomicamente più evidenti, anche la struttura ossea e muscolare si presentano diverse. L’uomo presenta mediamente un’ossatura e una muscolatura più robusta della donna, per ragioni probabilmente dovute ancora una volta alla funzione lavorativa assunta, ovvero la caccia e la guerra. Ciò a voler confutare eventuali sentori di sessismo: se la società si fosse sviluppata seguendo una linea matriarcale, probabilmente le donne avrebbero raggiunto uno sviluppo fisico uguale a quello maschile, mentre le abilità femminili si sono diversificate nel tempo e in maniera ugualmente utile alla sopravvivenza.

 

Le tecnologie di oggi porteranno a modificare, nel corso del tempo, le funzionalità del nostro cervello?

Un grande esperto della comunicazione, il sociologo canadese Marshall Mc Luhan, ha dimostrato che nel corso della storia umana il passaggio dalla tradizione orale a quella scritta ha modificato la mentalità del mondo greco prima e occidentale poi, introducendo il carattere individualista nell’approccio ai contenuti e alla cultura, ma anche nella filosofia politica dei secoli successivi. Se l’oralità richiedeva necessariamente una dimensione di ascolto e interazione reciproca, la scrittura, al contrario, richiede un impegno individuale di concentrazione nei confronti del supporto, sforzo che non presuppone una relazione con la socialità. Di conseguenza, se questa antica trasformazione, secondo Mc Luhan, ha potuto condurre l’uomo a “trasformarsi” in virtù dei suoi stessi strumenti, ci si può aspettare che i nuovi smartphone possano avere conseguenze maggiori sul modo di concepire l’approccio e il dialogo con gli altri. Gli effetti negativi dell’utilizzo dei nuovi cellulari è visibile nella quotidianità, quando si tende a osservare molto meno gli altri e maggiormente ciò che sta progressivamente sostituendo il nostro mondo interiore, sebbene si possa dire che il network aiuti senza dubbio a essere meglio connessi agli altri. Il tempo ci dirà a quali reali conseguenza porteranno le nuove tecnologie.

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