Scopriamo insieme come Dostoevskij ha dato una svolta allo stile di vita “limitante” di Williams

Il Signor Williams conduce una vita monotona e dedita al lavoro, durante l’arco della sua giornata esegue quei compiti quotidiani e necessari per portare il cibo sulla tavola e ritenersi soddisfatto. Uno stile di vita che Dostoevskij associa a persone limitate e prive di iniziativa.      

Dostoevskij nel suo romanzo ‘L’idiota’ scrive dell’uomo comune ovvero colui che vive esclusivamente in funzione di se stesso, non ha obiettivi, non porta significato alla sua esistenza, talmente è monotono che ogni azione e situazione non hanno un senso vero e proprio. Il Signor Williams è il personaggio principale del film ‘Living’ che dopo essersi reso conto di vivere nella situazione dell’uomo limitato spiegata da Dostoevskij decide di rompere questo equilibrio.

UN UOMO COMUNE

Dostoevskij nella sua opera ‘L’idiota’ parla di una tematica molto attuale: ordinarietà quotidiana, intesa come processo secondo cui le persone vivono in modo meccanico, si chiudono in una bolla detta comfort zone senza cambiare questa loro condizione. Vivono la loro vita filtrando il mondo che le circonda e in maniera ovattata. Sembra che non abbiano capacità proprie, come se qualcuno le stesse telecomandando. A tal proposito Dostoevskij propone una distinzione: gli uomini limitati e quelli appena più intelligenti. I primi sono coloro che se, anche per sbaglio, escono da ciò che ritengono vita ordinaria, pensano di avere un talento innato e che quella caratteristiche sia peculiare solo in loro; diventano gelosi e possessivi nei confronti della nuova scoperta, la ostentano, credendo di risultare finalmente originali. Questi uomini limitati preferiscono rimanere nelle loro convinzioni, non accettano il punto di vista di chi effettivamente ne sa più di loro; spesso il confronto con la sapienza e la saggezza è spaventoso, quindi è meglio rimanere nella bolla della ‘beata ignoranza’ continuando a guardare il mondo con uno sguardo privo di interesse e carente di stupore.

“In realtà non c’è niente di più triste che essere ricchi, di buona famiglia, di bell’aspetto, abbastanza istruiti e intelligenti, persino buoni, e al tempo stesso non avere nessun talento, nessuna peculiarità, neanche una stranezza, né un’idea originale, insomma essere proprio ‘come tutti’ […] Per l’uomo comune limitato, per esempio, non c’è niente di più facile che immaginare se stesso come una persona poco comune e originale, compiacendosene senza alcun tentennamento. Ad alcune delle nostre signorine è bastato tagliarsi i capelli, portare occhiali azzurri e definirsi nichiliste per convincersi d’un tratto che inforcare gli occhiali equivalga ad avere ‘convinzioni’ proprie. A un altro è bastato sentire nel cuore un po’ di qualcosa che rassomiglia a un sentimento umano e universale per convincersi che nessuno meglio di lui è in grado di sentire che egli è all’avanguardia nello sviluppo sociale. A un altro ancora è bastato acquisire un’idea qualsiasi o leggere una paginetta qualunque senza né capo né coda per credere di avere ‘idee personali’  generate dal suo cervello […]”

INTELLIGENTE, MA NON SI APPLICA

Le persone appena più intelligenti, non sono tali perché sono migliori, ma perché semplicemente si rendono conto che quel tipo di vita, quella bolla di ovatta non è dove vorrebbero e dovrebbero trovarsi. Eppure non fanno nulla per cambiare la situazione, passivamente accettano quello che sembra il loro verdetto.

“Non lo calma, né lo consola affatto il pensiero che egli ha assolto così pienamente ai propri doveri umani, al contrario si irrita pensando ‘Ecco in che modo ho sciupato la mia intera vita, ecco ciò che mi ha legato mani e piedi, ecco ciò che mi ha impedito di scoprire la polvere! Se non fosse stato per questo, forse a quest’ora non solo avrei scoperto la polvere, ma l’America, e non so cos’altro, ma sicuramente qualcosa!’ Ciò che caratterizza maggiormente tali signori è che davvero per tutta la vita non riescono mai a sapere quello che tanto vorrebbero scoprire e che sono sempre sul punto di scoprire. La polvere o l’America?”

Ma cosa accadrebbe se queste persone provassero a uscire dalla loro bolla e ci riuscissero? Senza la prepotenza di dover fare una scoperta unica e originale, senza la pretesa di dover creare qualcosa, ma con l’umiltà di porsi dei piccoli traguardi in modo tale da mettersi in gioco, stimolando così la loro dignità intellettuale? Prendiamo come riferimento il personaggio del Signor Williams.

USCIRE DAL GUSCIO

‘Living’  è un film uscito nel 2022 e diretto da Oliver Hermanus ed è un remake del film giapponese ‘Vivere’  uscito nell’anno 1952 con la direzione di Akira Kurosawa. Il Signor Williams è un uomo ormai anziano, gran parte della sua vita è stata dedicata al lavoro. Dopo la morte della moglie è come se il tempo si fosse fermato e lui costretto a vivere in loop ogni gesto quotidiano, giorno dopo giorno, le stesse mosse, privato di ogni possibilità di cambiamento. Quando scopre di avere una malattia terminale, è come se nella sua testa scattasse un circuito, per cui Williams si rende conto che fino ad ora non ha vissuto, non ha goduto di ciò che la vita gli offriva. Dunque prende in mano la sua situazione e tra tutto ciò che può e potrebbe fare, decide di occuparsi dell’ultima pratica che gli viene proposta a lavoro: aiutare delle mamme a costruire un parco giochi per bambini in un area piuttosto degradata. Così facendo Williams esce dalla sua condizione di inetto e capisce che il suo scopo sarà aiutare quelle persone. Esce dalla sua zona comfort e comprende che il dolore della perdita di sua moglie non è un dolore che appartiene a lui soltanto, ma al mondo è presente tanta gente che soffre, che ogni giorno prova i suoi stessi sentimenti e che nonostante si trasporti un macigno sul petto bisogna dare un senso a questo dolore, trasformarlo e indirizzarlo verso qualcosa che permetta all’uomo di scoprire gli altri e se stesso giorno dopo giorno, uscendo da quella condizione di idiozia, evitando di esclamare a un certo punto della propria vita Se non fosse stato per questo non solo avrei scoperto la polvere, ma l’America’ 

 

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