Buongiorno Upper East Side! Sono Elena Cataldi, la vostra sola e unica fonte di notizie sulle vite scandalose delle élites di Manhattan… e di Atene.

Avvistati! Con un occhio sul presente e uno rivolto al passato si può vedere tanto di interessante, e a noi fa sempre piacere curiosare. Dritti per la loro strada, Blair Waldorf e Teognide di Megara hanno parecchia fretta! Ma dove scappano? Chiamatelo andròn o Empire Hotel, sono luoghi diversi con un unico denominatore, il simposio. Letteralmente, il bere insieme. Alla fine di una giornata difficile, non importa quanto siano diversi, due mondi lontani nel tempo e nello spazio hanno le stesse esigenze. la Fifth Avenue e l’Acropoli, la Statua della Libertà e il Partenone, due civiltà distinte, ma che mangiano lo stesso frutto. ‘Grande mela‘, ‘mela della discordia‘, che differenza fa? Certo è che una al giorno fa sempre bene. Non mi credete? Guardate con i vostri occhi.

Gossip Girl
Blair Cornelia Page Waldorf è una delle protagoniste della serieTV cult ‘Gossip Girl’, 121 episodi e 6 stagioni che hanno scandito le giornate dei suoi telespettatori dal 2007 al 2012 in America e dal 2009 al 2014 in Italia. Provate a guardare una puntata a caso. Durano circa 40 minuti. Probabilmente non saprete chi è questo, che fa quello e se quei due stanno insieme, ma state certi che percepirete immediatamente due cose: il carattere graffiante della serie e il fatto che non sarebbe lo stesso senza l’accento dato dalla ragazza col cerchietto (aka fermacapelli, coroncina, fermaglio, frontino…). È la figlia di Eleanor Waldorf, stilista e imprenditrice in voga a New York. Proprio come la mamma che tende a magnificare i suoi rampolli davanti ai propri amici, Eleanor definisce Blair come il suo ‘miglior veicolo pubblicitario’. Credo che non serva altro per descrivere il loro rapporto. Così, la giovane studentessa della Constance Billard, bulimica sempre pronta a mangiarsi il mondo, deve quotidinamente fare i conti con genitori assenti, amiche discutibili, un fidanzato bugiardo, pretenziosi incontri con i più grandi personaggi dell’alta società e un sito web in stile Grande Fratello gestito da un anonimo sempre pronto a diffamare le sue azioni e quelle dei suoi compagni di scuola. Solo i più popolari, ovviamente. Quest’accogliente background l’ha portata a sviluppare un carattere forte e a tratti prevaricatore, il giusto armamento per potersi alzare ogni giorno dal letto con la tranquillità di chi ha i giusti attributi per affrontare una città che potrebbe inghiottirti da un momento all’altro. Con un’infanzia del genere alle spalle, una delle maggiori preoccupazioni di Blair e quella di non lasciare mai che qualcuno le porti via le uniche cose che le danno un vago senso di appagamento: i suoi larghi consensi, la sua popolarità, il centro dell’attenzione. Nemico è chiunque punti al suo scettro, per esempio Jenny Humphrey da Brooklyn.

Corpus Theognideum
Teognide di Megara (la critica si divide tra Ibea e Nisea) si afferma come poeta lirico tra il 544 e il 541 a.C. E’ l’unico di cui possediamo una raccolta completa. In passato non esistevano delle vere e proprie leggi sul copyright, quindi ogni opera era alla mercè di chi avrebbe potuto, indisturbato, arrogarsene la paternità. Questo però non fu un grosso problema per Teognide. Lui fu uno dei primi lungimiranti che posero il proprio sigillo, la sfraghìs, il nome del poeta stesso allegato ad ogni produzione. Anche lui, come l’ape regina dell’Upper East Side, è determinato a lasciare un segno nel suo presente e a far valere i propri diritti, giusti o sbagliati che siano. Le tematiche principali della sua raccolta di elegie, infatti, toccano gli aspetti fondanti dell’etica aristocratica, nella difesa della sua classe sociale di appartenenza. Onore, essenza innata della virtù, qualità tramandabile nelle generazioni, e il disprezzo per i tempi nuovi forieri di ideali democratici sono gli argomenti principali. Teognide non ha intenzione di mollare l’osso. Aggrappandosi con vivace fermezza ai privilegi e ai simboli di un mondo che inizia a tramontare, fa la stessa figura del Donald Trump delle ultime settimane, che non accetta di aver perso le elezioni.
Il valore del gruppo
Dunque, quale occasione migliore di un bel simposio per consolidare i rapporti con chi la pensa come noi, gli accordi, e difendere a spada tratta le proprie posizioni, coalizzandosi insieme contro i nemici? Nell’Atene arcaica come nella Manhattan del ventunesumo secolo, una riunione tra amici diventa un’istituzione. Tra una mangiata e una bevuta, a volte anche una di troppo, una semplice serata in compagnia si trasforma nel momento in cui un gruppo definisce la sua identità, scolpisce il suo profilo, stila le sue caratteristiche, l’opportunità in cui il nostro perenne bisogno di sentirci integrati e uguali viene finalmente assecondato. In un mondo che sembra sussurrarti all’orecchio che nessuno si salva da solo, non c’è tempo da perdere: dobbiamo trovare il nostro riferimento, il nostro posto, la nostra squadra. Sembrerebbe addirittutra una bella prospettiva, vista nell’ottica dell’allegra comitiva in cui ognuno trova il suo posto e non si conosce l’emarginazione. Ma la nostra esistenza è il trionfo degli opposti, non esisterebbe il bene senza il male, dunque troppo spesso qualcuno è tagliato fuori. Sembra di giocare alle sedie musicali. Trovate la vostra poltrona, a quanto pare non c’è spazio per tutti. Nella mentalità di casta, il dissenso non è gradito, le voci fuori dal coro non sono così orecchiabili. Per sentirsi parte di uno stesso gruppo occorre necessariamente seguire il suo protocollo e adeguarsi a quelle regole. Così, la società si divide in fazioni perennemente in lotta tra loro, dalla divergenza tra aristocrazia e democrazia del V secolo a.C. fino al derby Manhattan- Brooklyn in Gossip Girl dei primi anni 2000.
Time to pretend
Dall’alto del suo gradino riservato sulle scale del Metropolitan Museum, Blair Cornelia Page Waldorf non cederà il suo posto ad alcuna dilettante piccola Jenny. Con la stessa determinazione, 2600 anni prima, Teognide si teneva ben stretto il suo conservatorismo. Nessuna democrazia emergente avrebbe minato i suoi privilegi di aristocratico. Chi la spunterà? Si dice che in guerra e in amore tutto è lecito. Spero per i nostri protagonisti che sia vero, perché, in certe battaglie, è difficile combattere ad armi pari. Che inizi la sfida. Io segno i punti! Voi per chi tifate? Mi dispiace mia dolce B, ma questa volta devo essere imparziale. Che vinca il migliore, o meglio, l’aristos!
You know you love me,
Xo Xo