L’estrema pratica che ha iniziato a guadagnare popolarità a partire dagli anni ‘80 ha in realtà una storia molto più antica.
Il bungee jumping così come lo conosciamo oggi è stato commercializzato per la prima volta in Nuova Zelanda poco più di trenta anni fa. In realtà, la pratica ha radici ben più antiche risalenti all’Arcipelago del Vanuatu situato ad est dell’Australia.
Il Naghol
Da centinaia di anni, giovani uomini cosparsi di unguenti si arrampicano su una struttura in legno alta circa 30 metri. Giunti alla cima, legano le proprie caviglie a due grosse liane prima di tuffarsi verso terra per sfiorare con la testa e spalle il suolo ad una velocità di quasi i 75 km/h. Il rituale si chiama Naghol e ogni anno è praticato dagli abitanti dell’Isola di Pentecoste durante i mesi del raccolto.
Il salto ha valore terapeutico, sia sul piano personale che sociale. Infatti, un buon salto aumenta la forza e la salute dei giovani tuffatori e al tempo stesso, è precursore di un ottimo raccolto.
Inoltre, il tuffo, praticato solo da giovani ragazzi, assume il valore di rito di passaggio. In altre parole, il salto di un ragazzo è nell’età dello sviluppo è significativo del suo passaggio all’età adulta. Il giovane salta davanti alle persone più importanti nella scala sociale e una volta atterrato, abbandona il suo stato precedente per assolvere doveri maggiori.
Una pratica pericolosa
Non sono pochi gli incidenti relativi alla pratica. Un esempio noto risale al 1974 quando la regina Elisabetta II si è recata nel Vanuatu, allora ancora sotto il potere inglese.
Il responsabile dell’amministrazione coloniale voleva che la regina assistesse allo “spettacolo” nonostante non fosse la stagione del raccolto. Le liane erano troppo secche e perciò il tuffatore, una volta gettatosi verso il suolo, non si alzò più.
La pratica del gettarsi nel vuoto appesi ad una corda è stata successivamente effettuata dal Dangerous Sports Club dell’università di Oxford. Nel 1979, tre ragazzi si sono gettati dal Ponte Sospeso di Clifton a Bristol appesi ad una corda e con una bottiglia di champagne in mano. Sono stati dopo poco arrestati e rilasciati con la promessa che l’avvenimento non si sarebbe ripetuto, inutile dire che non fu così.
La commercializzazione
Ad oggi, il bungee jumping è una pratica abbastanza conosciuta e diffusa. L’artefice di tale commercializzazione è A.J. Hackett che nel 1988 ha fondato la A.J. Hackett Bungy. L’imprenditore neozelandese ha sviluppato una corda super elastica ma allo stesso tempo molto resistente che permettesse di rendere il lancio sicuro. Hackett aveva preso parte al rituale del Naghol pochi anni prima e tessendo sulle vicende del gruppo di Oxford, ha reso la pratica come la conosciamo oggi.