Se avete guardato per qualche secondo un pene, il vostro o quello di altri, vi sarete chiesti perché ha questa strana forma.
In natura niente succede per caso e anche l’organo genitale maschile per eccellenza è lì ed è in quel modo proprio per uno o più motivi. Due sono gli studi a cui ci affideremo per capire il significato antropologico del fallo.
Gli esseri umani ce l’hanno più grosso
La prima cosa che gli scienziati hanno notato paragonando il pene degli uomini con quelli dei primati a noi più vicini è che in proporzione i primi ce l’hanno più grosso.
Quando è in erezione il pene umano raggiunge in media 13,12 cm di lunghezza e 11,66 cm di circonferenza, mentre lo scimpanzé arriva ad una lunghezza media di 8 cm.
Anche le forme sono molto differenti.
Il pene umano è caratterizzato dalla radice (la parte del tessuto erettile che giace sotto il pube), il corpo o asta e il glande.
La cute che ricopre il tutto, diventa ridondante all’estremità dell’organo e forma il prepuzio. La base del glande è la corona del glande (ricordatevelo perché è la parte importante di questo articolo) e tutte queste cose insieme rendono il pene molto simile ad un fungo. Scimpanzè e gorilla invece hanno una forma più simile ad un albero, tutto dritto senza rigonfiamenti nella parte superiore.
Dagli studi emerge che la presenza della corona del glande sia di fondamentale importanza per la nostra sessualità.
Il pene è la prova che cercavamo per sostenere la poligamia?
La sproporzionata grandezza del pene umano rispetto alla sua massa corporea viene spiegata dalla teoria del dislocamento del seme (semen displacement theory) sostenuta da Gordon Gallup, uno psicologo che ha fatto alcuni dei più importanti studi sulla forma del pene.
Secondo questa teoria più un pene è lungo più sono alte le probabilità che eiaculi in una parte profonda e quindi poco accessibile della vagina. Per cercare di raggiungere una parte poco accessibile della vagina, la natura ha dotato l’uomo anche di una potentissima eiaculazione. A differenza di altri animali infatti, l’eiaculazione umana può coprire fino ad una lunghezza di 60 cm per raggiungere la parte più alta della vagina. L’altra cosa da ricordare è che il pene in erezione è in grado di occupare interamente il tratto vaginale, sfregando contro le pareti della vagina.
A tutto ciò bisogna aggiungere il fatto che gli spermatozoi possono sopravvivere nella vagina per alcuni giorni.
A cosa serve tutto questo? Provo a spiegarvelo con una breve storia.
Supponiamo quindi che siete un uomo della pietra e dovete lasciare la vostra caverna per più giorni per andare a caccia. Siccome la monogamia non è un concetto intrinseco nella vostra tribù può essere che la vostra amata abbia rapporti sessuali durante la vostra assenza. Quando tornate con un grosso bottino di caccia, decidete che volete avere un bambino. Se però vi è del residuo di sperma di un altro uomo nella vagina della donna, non sarete mai sicuri di essere il padre di questo bambino.
Ecco che entra in gioco lo strumento che la natura vi ha messo a disposizione: il fallo.
Secondo Gallup il pene grazie a quella specie di gradino formato dalla corona del glande può portare fuori gli spermatozoi lasciati dal partner precedente.
Per dimostrare questa teoria Gallup ha usato una serie di sex toys che simulavano la forma del pene e della vagina. Due sex toys erano la ricostruzione di falli con corona del glande, un terzo invece non la possedeva. La vagina in lattice è stata riempita con un liquido che aveva la stessa consistenza dello sperma. Simulando la penetrazione, Gallup ha potuto dimostrare che i genitali con la corona del glande erano in grado di rimuovere fino al 91% del liquido simile allo sperma contenuto nella vagina, mentre il pene senza corona, solo il 35.3%.
Gli studi del Dottor Gallup sono utilizzati da molti a sostegno del fatto che siamo anatomicamente fatti non per vivere in una relazione stabile ma per essere poligami. Da questi studi infatti, emerge come il pene sia pensato per essere uno strumento di competizione verso altri uomini e perderebbe gran parte della sua funzione senza la presenza di più partner contemporaneamente.
Per chi volesse un finale più romantico
A smentire gli studi di Gallup, qualche anno dopo è comparso lo studio di Edwin A. Bowman. Secondo quest’ultimo la funzione del glande è quella di assorbire messaggeri chimici direttamente dalla mucosa vaginale che modificano il comportamento.
In molti hanno infatti dimostrato che la mucosa vaginale sia secretoria e la corona del glande molto assorbente.
Nella posizione in cui l’uomo si trova posteriormente rispetto alla donna durante la penetrazione, la corona del glande strofina contro il muro posteriore della vagina, un punto che sarebbe secondo alcuni ricco di neuropeptidi, soprattutto durante la fase ovulatoria della donna. Tra i neuropeptidi che verrebbero trasmessi da vagina a pene troviamo la vasopressina e l’ossitocina, conosciuti universalmente come messaggeri dell’amore, del legame tra due persone e dell’attivazione nell’uomo di un comportamento protettivo nei confronti della donna.
Bowman, che probabilmente è un uomo molto più romantico di Gallup, sostiene fortemente che il rapporto penico-vaginale sia un modo di comunicare e di amarsi che va ben oltre al linguaggio e alla comunicazione verbale.