Rimanere è un supplizio o un dono? Vediamolo tra D’Annunzio e i 5SOS

Rimanere con chi si ama o si crede di amare può essere fantastico, ma al tempo stesso una trappola. Vediamo queste due diverse interpretazioni attraverso una poesia di Gabriele D’Annunzio e un canzone dei 5 Seconds of summer.

“Stay” e “Rimani” a distanza di quasi un secolo e mezzo offrono due diverse interpretazioni di un momento di una storia d’amore: l’innamorato che chiede all’altro di rimanere.

Rimani

Questa poesia fa parte della raccolta “Canto novo” uscita per la prima volta nel 1882 per mano di Gabriele D’Annunzio. È questa una delle opere in cui meno appare il lato decadente dell’autore, ma in compenso è ben evidente il suo intento espressionista. La poesia è un invito alla donna amata a passare la notte con il poeta, che veglierà su di lei. Con toni intimi ma molto efficaci, D’Annunzio evoca una tenerezza insolita per il suo stile e una dolcezza apparentemente sottratta alla logica superomistica. In realtà anche qui non mancano tracce dell’ideologia del superuomo, in quanto chi parla non è un comune innamorato, ma un uomo con la U maiuscola, capace di proteggere l’amata, completamente assorto nel desiderio di lei, coinvolto in un’esperienza totalizzante, come ben esprime dicendo “non ho nessun pensiero che non sia tuo; non ho nel sangue nessun desiderio che non sia per te.” Anche qui il poeta esprime quindi non un amore comune, ma intensissimo, proprio di chi, come lui, è capace di vivere la vita appieno, come un’opera d’arte e come tale conduce una relazione.

Stay

La canzone “Stay” dei 5 Seconds of summer è in realtà una cover dell’omonima canzone di Post Malone, ma credo che il modo con cui il gruppo australiano l’ha realizzata, più carico di pathos e con un tono più rassegnato, sia maggiormente adatto a un paragone con la poesia di D’Annunzio. Il testo di questa canzone, pur partendo da un titolo pressoché identico a quello della poesia del poeta italiano, non potrebbe avere un significato più distante. Chi canta appare mortificato, quasi umiliato nel chiedere all’amata di rimanere, quasi conscio di quanto la richiesta sia infantile e destinata a trascinarsi, inutile, da sé. L’amato cerca rassicurazioni, vorrebbe che tutto filasse liscio e cercare di essere d’aiuto alla relazione, ma non possono non sopraggiungere il ricordo di quanti siano le difficoltà e gli ostacoli, le liti e le bugie sorte nella relazione. Nessuno dei due, razionalmente, dovrebbe rimanere, eppure questo accade e anzi viene sollecitato, in un circolo vizioso di non detti e discussioni.

Le differenze

I due testi non potrebbero essere più diversi, pur avendo un titolo identico. La poesia di D’Annunzio è colma di fiducia, in se stesso prima che nell’amata, e trasuda da ogni poro coscienza di sé e delle proprie capacità. C’è speranza, il poeta sa che se la donna rimarrà, sarà un’esperienza speciale e gradevole. Al contrario, nella canzone di Post Malone e interpretata come cover dai 5sos, anche se l’amata dovesse rimanere, non si prospetta un futuro piacevole, ma sono evocate discussioni, mezze verità e tormenti interiori dell’animo. Ben evidente è quindi la differenza tra lo spirito superomistico ed estetizzante di uno scrittore come D’Annunzio e la tendenza alla drammaticità e la tensione alla tristezza in amore della musica degli anni più recenti.

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