Dagli Usa arriva l’allarme sul futuro dell’Italia: sono finiti sotto i riflettori i fondi europei e il governo, sempre più debole e incapace di dare prospettive valide al Paese
Le tensioni sul Recovery Plan hanno accentuato le divergenze interne, alimentando molte tensioni che rischiano di porre un ulteriore freno alla crescita italiana, che ha bisogno di un piano efficiente per potersi riprendere
Cosa sta succedendo?
Moody’s, agenzia di rating statunitense, sta seguendo molto da vicino le dinamiche italiane, evidenziando come il nostro Paese sia tornato a a soffrire la pressione dello spread a causa del deterioramento del quadro politico nazionale. Molto evidente è come il primo problema dell’Italia sia politico: una maggioranza instabile, che in un periodo di precarietà non porta alcuna certezza. Un secondo ”attacco” è stato invece rivolta alla poltica comunitaria europea e alla sua strategia fallimentare intreapresa negli ultimi mesi: finanziamenti a pioggia che non sono riusciti in nessun modo a risolvere i problemi della terza economia dell’Ue. Il Governo è debole e con questa instabilità trovare un piano comune per utilizzare i fondi europei appare improbabile.
La reazione dei mercati
Il quadro politico ha immediatamente scatenato la reazione dei mercati: lo spread è salito a quota 125, la più alta dallo scorso novembre. La sfiducia politica frena inevitabilmente gli investitori. L’elevato debito pubblico, che sta aumentando sempre di più, continua a schiacciare la nostra economia. L’emergenza Coronavirus ha ulteriormente messo in mostra tutte le fragilità del Paese. La Commissione europea vuole un piano italiano rafforzato, con spiegazioni dettagliate riguardo alla risoluzione delle criticità evidenziate. Bruxelles ci invita a rifare ordine e a non fallire questa importante occasione. In definitiva l’Italia dovrebbe crescere di più aumentando la produttività e la competitività grazie a una serie di riforme, che solo un governo stabile può intraprendere.
Le analogie con il Piano Marshall
Un grande piano per la ripresa economica non si vedeva dal seondo dopoguerra. Il periodo post-covid necessita sicuramente di un piano di aiuti, poichè ha messo in ginocchio l’economia globale. Il Piano Marshall rappresentava un’occasione irribetibile per organizzare la ripresa italiana, uscita devastata dalla guerra e bisognosa di aiuti di ogni genere. De Gasperi ed Einaudi intuirono che solo collocando l’Italia in un circuito internazionale quest’ultima avrebbe potuto riprendersi. Fu però anche negli interessi degli Usa organizzzare la ripresa economica europea, assicurando uno sbocco alla propria produzione, che altrimenti avrebbe subito un’ulteriore crisi. Gli Usa si fecero creditori di circa 40 miliardi di dollari, fornendo aiuti principalmente in natura. Tra aiuti gratuiti e prestiti, gli Usa misero a
disposizione dei paesi europei circa 13 miliardi di dollari entro il 1952. All’epoca era urgente più che mai un piano per riprogrammare lo sviluppo economico, attraverso la riconversione degli impianti industriali e il rimodernamento dell’agricoltura.