“Out” e “Nido di Vipere” ci aiutano a capire l’alienazione della donna attraverso il lavoro

Due società che alienano, che sviliscono e che costringono a tirare fuori il peggio dell’animo umano, con l’assassinio e lo smembramento.

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”Out”, un romanzo che parla di voler uscire, uscire dalla monotonia del lavoro per sopravvivere, dagli abusi e dall’annullamento di sè; e “Nido di Vipere” un film che tratta le stesse tematiche e attraverso una valigia piena di soldi mette in luce l’estremo a cui può arrivare l’animo umano spinto da situazioni alienanti.

“Out” di Natsuo Kirino

“Out” è il titolo originale del libro di Natsuo Kirino che in italiano viene tradotto con “Le quattro casalinghe di Tokyo” che però non rispecchia fedelmente il contenuto del libro , le quattro protagoniste, infatti, come in realtà anche tutti i personaggi del libro, vivono uno stato di totale alienazione sembrano “paralizzate”, sono costrette, per uno stipendio minimo, a lavorare duramente, durante il turno di notte, in una fabbrica che produce cibi confezionati. La loro condizione fa luce sulla società moderna giapponese del consumismo, vivono tutte una situazione familiare difficile, Masako è separata in casa da un marito che non comunica più, Kuniko è piena di debiti fino al collo e viene lasciata dal fidanzato che se ne va con tutti i suoi risparmi, Yoshie è costretta a mantenere ed accudire la suocera dopo la perdita del marito, che continua a insultarla e svilirla, e poi c’è Yayoi, forse la più ingenua e sensibile, che però è costretta a casa con un vero mostro, che spende i risparmi in prostitute e gioco d’azzardo e che una sera, tornato più ubriaco del solito, le mette le mani addosso. Da questo momento fuoriesce il vero animo dell’essere umano, malvagio e sadico, Masako strangola il marito e chiede aiuto a Masako per sbarazzarsi del corpo, Masako con una freddezza incorruttibile smembra il corpo, ne fa pezzetti con l’ausilio di una sega elettrica, lo impacca in sacchetti della spazzatura e se ne sbarazza. 

Una vera e propria alienazione dal pudore, dalla decenza e dalla sensibilità, si tratta di donne, manipolate, sfruttate e svilite, che decidono tutte insieme di iniziare un business attorno a queste atrocità, che le farà guadagnare soldi, libertà e avere, forse, la rivincita che meritano

“Nido di Vipere” di Kim Yong-hoon

Questa volta siamo in Corea del Sud, la trama alla pulp fiction però mostra fin troppi tratti in comune con “Out”. Un’altra volta i nostri personaggi sono alienati, stanchi, intrappolati nella routine del lavoro. C’è chi ogni centesimo lo deve spendere per aiutare qualcun’altro: si parla di Joong-Man, che deve prendersi cura della madre ormai malata, si parla di debiti, di cui quasi tutti i personaggi sono pieni a causa dei lavori dal salario basso che svolgono, e si parla ancora di una donna costretta a fare la prostituita che subisce violenze fra le mura domestiche da parte del marito che passa il tempo libero fra l’alcol e il gioco d’azzardo.

Svolterà la trama una borsa piena di soldi, le vite di tutti i personaggi si intrecceranno per riuscire a portarsi a casa la borsa: tradimenti, doppi giochi ed intrighi e un’altra volta, il cadavere di un marito violento, smembrato e buttato via come spazzatura, un’altra volta una storia di una società che aliena e che tira fuori l’aspetto più crudele dell’animo umano pilotato dal denaro.

La donna alienata nella società odierna

I tratti in comune sono fin troppi, lo smembramento del corpo di un marito violento forse è il più incisivo. Lo smembramento in particolare, in entrambi i casi viene attuato in una vasca da bagno, dopo vari tentativi, viene scelto lo strumento che taglia meglio, il più effficace, e dopo di che si procede nella divisione in pezzettini, non ci sono segni di rimorso quando il cadavere viene ridotto a un sacco della spazzatura e buttato in un fiume o nei cassonetti. Lo smembramento suscita l’orrore nello spettatore, ma non nel personaggio che commette l’atto, questo perchè a farlo sono donne maltrattate, costrette a subire violenze psicologiche e fisiche tra le mura di casa, senza un’indipendenza economica sono costrette a sottostare ai mostri che le pilotano, svilite e non rispettate arrivano al gesto più estremo possibile, uccidono e non solo, smembrano e buttano via e poi, dimenticano.

Da un lato la società del Giappone e dall’altra della Corea del Sud, entrambe ci mostrano come l’alienazione e la corsa ai soldi, necessaria per le condizioni di vita che offrono i due paesi, inneschi meccanismi sadici e crudeli e tiri fuori la vera natura dietro a vestitini, tacchi e rossetti, donne arrabbiate stanche e totalmente alienate diventano sadiche assassine senza pentimenti.

Un film e un romanzo che permettono di dare uno sguardo severo sulle società maschiliste e patriarcali che ancora pilotano in alcuni paesi e sul ruolo alienante del lavoro.

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