Obesità e tumori, finalmente non solo un binomio negativo

L’obesità è un problema che affligge milioni di persone in tutto il mondo, in alcuni stati oltre un individuo su due (parlando di adulti il 39% negli USA, il 24,7% in Italia). Spesso viene sminuito nel parlare comune, si dice che una persona sia molto grassa, si parla di mancanza di un corretto stile di vita, di cattiva alimentazione. Il che non è errato, ma affronta solo una piccola parte dell’intera questione.

L’obesità influenza l’azione del nostro sistema immunitario (IS)

Tralasciandone le cause infatti, ai fini di questa esposizione, vi sono delle coseguenze nascoste, che coinvolgono il corpo in maniera non chiaramente visibile dall’esterno, che sono tutt’altro che da sottovalutare. Uno stato in cui il consumo energetico non bilancia l’assunzione di calorie è, in maniera differente a seconda dello squilibrio e dell’ìndividuo, dannoso, e porta a condizioni infiammatorie. Come la nostra stessa esperienza, fin da piccoli, ci suggerisce, un’infiammazione non è positiva per il nostro organismo; del resto, si tratta di una reazione che manifesta un’iperattivazione del sistema immunitario. Ora, sebbene quando il nostro IS è al lavoro significa che abbiamo una difesa funzionante, d’altro canto indica una necessità da parte del nostro organismo di difendersi da qualcosa che ci potrebbe altrimenti danneggiare. In casi normali, una reazione infiammatoria serve a reclutare i globuli bianchi, indicando quali siano le zone da attaccare, per poi spegnersi una volta eliminata la minaccia. Nel caso di diverse patologie come l’obesità, invece, la condizione allarmante per il corpo è persistente, non si estingue nell’arco di pochi giorni. Questo pone le cellule dell’IS sotto uno stress che, ad un certo punto, non viene più sopportato e crea un ambiente adatto allo sviluppo di tumori.

Condizioni perfette per lo sviluppo di tumori

Uno stress sul nostro IS è una delle condizioni preferite dalle cellule nel nostro corpo per diventare tumorali, per quanto non l’unica. Può presentarsi naturalmente, anche seguendo uno stile di vita perfetto, ma certo è che l’obesità favorisca questi processi. Uno dei principali effetti dell’aumento eccessivo della massa grassa nell’organismo (tanto umano quanto animale) è la deregolazione dei livelli di leptina, una proteina che normalmente serve ad indicare al nostro cervello che ci siamo nutriti a sufficienza. Per quanto non allo stesso modo in tutti i pazienti obesi, questa molecola non è in grado di svolgere appieno il proprio ruolo: in alcuni casi è prodotta in bassissima quantità, in altri invece il livello è addirittura più alto del normale, ma viene bloccata la sua azione. Sono però proprio questi ultimi i più interessanti.

Una nota positiva

Oltre ad altri effetti, infatti, la leptina aumenta anche l’espressione di una particolare proteina sulla membrana delle cellule T dell’IS (PD-1), la quale ha come ruolo quello di bloccare l’attività del sistema immunitario stesso. Questo meccanismo, solitamente, è sfruttato dal nostro organismo per fermare le nostre difese quando non sono più necessarie, ovvero terminata l’infezione/condizione patologica che l’ha resa utile. Anche i tumori, nel loro cercare di sopravvivere superando tutti i meccanismi di controllo del nostro corpo, hanno utilizzato tale meccanismo per impedire ai globuli bianchi di attaccarli, esprimendo sulla propria superficie dei recettori appositi per PD-1. In questo momento potrebbe risultare complicato comprendere il perchè del titolo di questo paragrafo: “Una nota positiva”, ma è proprio qui che entra in gioco uno studio pubblicato su Nature Medicine il 12 novembre. È stato infatti sorprendentemente notato che pazienti obesi rispondono molto meglio, in proporzione, rispetto a soggetti non obesi a terapie antitumorali che hanno come obiettivo proprio PD-1, impedendo che l’attività delle cellule T possa essere bloccata. Ciò avviene, con buona probabilità, proprio perchè la proteina oggetto della terapia è presente in quantità particolarmente elevata, e quindi è più facile/probabile che il farmaco la “trovi”, la riconosca ed impedisca che si leghi e spenga le nostre difese.

Non tutto il male vien per nuocere

Quindi, per quanto nessuno neghi che l’obesità sia un problema di proporzioni immani, in costante aumento e a cui mettere un freno in tempi brevissimi, è possibile che questo fatto permetta agli scienziati di porre come minimo un freno ad un’altra malattia (per quanto esistano differenze abissali all’interno del gruppo che questo termine racchiude), come il tumore, che è tra le principali cause di morte al mondo.

 

 

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