Musica e psiche: analizziamo l’effetto dopante delle note sulla nostra mente

La musica ha la capacità di catturare l’attenzione, cambiare o regolare l’umore, generare emozioni, evocare ricordi, ridurre le inibizioni, e incoraggiare il movimento

A chi non è mai capitato di ascoltare in radio un brano musicale che “risuonasse” dentro, al punto di evocare ricordi lontani con le emozioni ad essi associati o ancora di ascoltare un brano musicale che avesse come effetto quello di cambiare il proprio umore?

È il potere della musica!

Platone: Musica e Psiche nell’Antica Grecia

Nell’antica Grecia, Platone considerava la musica la miglior medicina per l’anima, esprimendo ciò che le sole parole non riescono a fare.

Per Platone la musica “dona un’anima ai nostri cuori, delle ali ai pensieri, uno sviluppo all’immaginazione. Essa è un carme alla tristezza, alla gaiezza, alla vita, a tutte le cose.”

Per molte persone la musica accompagna la propria vita, divenendo la colonna sonora dei momenti più significativi.

La musica infatti può influenzare l’organismo modificando lo stato emotivo, fisico e mentale. Può avere varie funzioni quali:

  • rilassare
  • energizzare
  • rassicurare
  • distrarre
  • favorire la concentrazione

Fin dalla tenera età il suono e la musica rappresentano tra i mezzi di comunicazione a disposizione del bambino quelli più efficaci.

Gli studi dimostrano come il canto, rispetto alla parola, sia il modo migliore per la madre per agganciare il bambino a comunicare con lei.

I lattanti, ad esempio, rispondono meglio alle melodie piuttosto che al linguaggio verbale e si rilassano ascoltando suoni dolci, o ancora i bimbi nati prematuri che soffrono di insonnia, traggono benefici dal rumore del battito del cuore materno o dai suoni che lo imitano.

Ciò è dovuto al fatto che la musica funziona da regolatore emotivo che garantisce e rafforza la relazione affettiva.

Ricerche recenti in psicologia evidenziano che la musica migliorerebbe le funzione cerebrali in bambini e adulti e indurrebbe stati d’animo che favoriscono un approccio sereno alle sfide quotidiane.

La musicoterapia

Nella musicoterapia, tecnica di intervento terapeutico, la musica e i suoi elementi, come il ritmo, l’armonia, la melodia e il suono, vengono utilizzati per aiutare le persone che soffrono di problemi fisici o che stanno affrontando un periodo difficile a livello emotivo.

La musica viene utilizzata per favorire la comunicazione, l’apprendimento, la motricità, l’attività mentale di immaginazione, l’espressione delle emozioni e degli stati d’animo e la loro condivisione.

La musica consente di creare relazioni non verbali che possono riattivare la comunicazione affettiva ed emotiva soprattutto dei pazienti con importanti deficit cognitivi e del linguaggio, facilitando una nuova modalità d’interazione con gli altri e con il mondo che aumenta la percezione di sé e il senso di autostima.

Quella piacevole sensazione, che si prova quando un fiume di note e sonorità ci attraversa, è nota a tutti.

La musica scatena in noi una serie di emozioni, le più disparate, facendoci vivere diversi stati d’animo.

Qualsiasi buon ascoltatore sa che la musica è il rimedio ad ogni brutta giornata.

L’allenamento con le cuffie: il ruolo della Musica nello Sport

La musica ha la capacità di catturare l’attenzione, cambiare o regolare l’umore, generare emozioni, evocare ricordi, ridurre le inibizioni, e incoraggiare il movimento.

E’ facile intuire come tutto ciò possa rivelarsi particolarmente utile per la pratica sportiva.

Gli effetti benefici della musica sulla prestazione atletica sono stati ampiamente dimostrati nel corso degli anni.

La teoria e le ipotesi scientifiche in quest’ambito, sviluppate soprattutto dal team di ricerca londinese del dott. Karageorghis, sembrano fondarsi su 4 fattori.

  • Un primo elemento è costituito dalla risposta al ritmo, ossia dalla naturale propensione del nostro corpo a muoversi e adattare i gesti al ritmo musicale (specialmente al tempo, o velocità).
  • Un secondo fattore è associato alla musicalità, che si riferisce all’armonia del suono, alla combinazione delle note e alla melodia.
  • L’impatto culturale riveste la terza componente e riguarda la diffusione di un particolare genere musicale nella società o in un sottogruppo etnico.
  • Infine si trova il fattore delle associazioni extra musicali che vengono evocate dall’ascolto (ricordi, aspettative).

I 4 fattori sembrano influenzare la performance sportiva in maniera gerarchica, così come sono stati appena presentati: dove l’elemento primario è il ritmo, e via a scalare fino all’associazione mentale.

La ricerca ha inoltre individuato almeno tre capacità che possono essere condizionate dalla musica, responsabili di un probabile incremento della prestazione, sia in allenamento che durante una competizione.

Dissociazione: durante l’esercizio, la musica può restringere l’attenzione, distraendo la mente dalle sensazioni di affaticamento.

Regolazione dell’attivazione: il suono musicale altera l’attivazione emotiva e fisiologica e può essere utilizzata prima di una competizione o di un training di allenamento come stimolante o come sedativo, per calmare o placare sensazioni ansiogene.

Acquisizione di abilità motorie: la musica crea l’opportunità di esplorare differenti piani di movimento e incrementare la coordinazione.

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