La storia del rap italiano
Il rap italiano non è altro che la trasposizione del rap americano, legato anch’esso alla cultura hip pop. Nei primi anni ottanta iniziano a svilupparsi in primi brani, passando da testi in inglese a quelli in lingua italiana. In questo periodo iniziano a muoversi i primi gruppi appartenenti alla scena hip hop che incidono i loro primi lavori significativi. Negli anni 2000 il rap italiano ha riscontrato una notevole crescita commerciale con il lancio mediatico di numerosi rapper, la nascita di molte competizioni di freestyle e la diffusione ,tramite internet, delle produzioni artistiche.
Infatti negli anni novanta abbiamo l’album Strade di Città degli Articolo 31 che entrò nella classifica italiana degli album, vendendo oltre 90.000 copie. Anche Neffa nel 1996 ebbe un buon successo commerciale raggiungendo il disco d’oro con il suo lavoro corale Neffa e i messaggeri della dopa.

La Golden Age
La cosidetta “età dell’oro del hip-hop” ha inizio tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta, tipicamente dagli artisti e musicisti di New York. C’erano diversi tipi di argomenti e stili tanto che questo periodo diviene noto per la sua innovazione. Infatti all’epoca sembrava che ogni nuovo singolo reinventasse il genere.
Gli artisti associati più spesso a questo periodo sono LL Cool J, Eric B. & Rakim, Big Daddy Kane, KRS-One, Run–D.M.C., Public Enemy e molti altri.
La Golden Age del rap italiano
In seguito allo sviluppo e alla crescita del genere comincia quella che viene definita la “golden age” del rap italiano. Uno dei rapper più rappresentativi di quest’epoca fu Joe Cassano, deceduto a causa di un arresto cardiaco nel 1999, il suo album “Dio Lodato” lo consacrerà come “il più grande cultore della golden age italiana”.
Altri artisti rappresentativi di quest’epoca sono stati Sangue Misto, Kaos One, Uomini di Mare, Bassi Maestro e Sottotono.
Fare i soldi con il rap: ieri\oggi
Bisogna partire dicendo che con gli anni sono cambiate le priorità ed i desideri di ciascun artista, così come sono cambiati i mezzi di diffusione verso un pubblico più ampio. Prima l’obiettivo principale era la musica, quasi nessuno pensava minimamente ai soldi o al successo più assoluto. Le prime fonti di guadagno per gli artisti sono sostanzialmente due: i live e la produzione di album.
Al giorno d’oggi con l’avvento di internet e dei social le fonti di guadagno sono aumentate e consentono agli artisti rap di vivere come vere e proprie star. Infatti sono numerose le piattaforme streaming (es. Spotify, Itunes e via dicendo) che consentono agli artisti di diffondere la propria musica ad un ampio numero di ascoltatori. Queste piattaforme sono quindi fonte di grande visibilità e fama, esse spingono, purtroppo, l’artista a puntare più sulla quantità che sulla qualità a discapito di quelli che possono essere i messaggi trasmessi con un loro testo. Gli artisti d’oggi guadagnano principalmente in tre modi differenti:
-Suonare dal vivo: Fonte di guadagno principale in quanto vi è una profonda organizzazione, grande spettacolo ed un numero elevato di ascoltatori paganti.
-Pubblicità: Le aziende offrono agli artisti la possibilità di sponsorizzare un marchio che apprezzano e contemporaneamente guadagnare del denaro. Oppure un altro metodo molto utilizzato è la monetizzazione via dei propri video su YouTube o su altre piattaforme on demand.
-Moda e merchandising: Vendere prodotti non-musicali, come linee d’abbigliamento ecc.., questa è una strategia molto utilizzata dagli artisti per ottenere “guadagni facili”.

Come un artista emergente può fare successo nel rap
Il primo punto fondamentale è la voglia di voler dire qualcosa, di voler comunicare qualcosa a qualcuno indifferentemente se si tratta di malessere o di voler semplicemente intrattenere le persone.
Il secondo punto fondamentale è quello di produrre una canzone che in primis piaccia a te, ancor prima di pubblicarla, condividerla sulle varie piattaforme, bisogna ricordarsi che i migliori critici della vostra musica siete proprio voi stessi.
Come terzo ed ultimo punto fondamentale è giusto ricordarci di non gettare da subito la spugna, anche quando i risultati non arrivano. Bisogna sempre fare pratica, allenarsi per migliorarsi in primis come persona e poi come artista.
Interviste
Per questo articolo ho pensato di rivolgere delle domande, inerenti a ciò che avete precedentemente letto, da una parte ad un’aspirante rapper, Jessie Vargass, dall’altra parte ad un gruppo di ragazzi che possiamo considerare emergenti, i Trbrap. Tengo a sottolineare che le domande sono le medesime per entrambi gli artisti intervistati.
- Secondo voi bisogna adeguarsi alla moda e scendere a compromessi per entrare nel mercato musicale?
Trbrap: Secondo noi, dato che comunque siamo un gruppo, che ha iniziato ormai da due anni a fare rap, abbiamo notato quanto sia difficile emergere tra un mare di artisti; che siano validi o meno chi si è fatto conoscere nella musica di oggi ha avuto o una spinta esterna che gli ha pre-impostato il percorso o ha avuto un colpo di genio che ha poi sancito la svolta.
Jessie Vargass: Adeguarsi alla moda è, metaforicamente, un po’ come essere la pecora di un gregge, nessuno ti distingue! Il trucco sta nel seguire la moda mantenendo o creando dei caratteri unici, in modo da crearsi cosi una propria identità
2. Quale pensi sia il metodo\la strategia per riuscire ad entrare nel mercato musicale?
Trbrap: Noi crediamo che la chiave sia il mantenersi costanti, con evoluzioni nello stile, che sia cantato o vestito, che si adatti alla giungla che è oggi il mercato della musica. Provare ad essere alternativi ( cosa non facile al giorno d’oggi) è la strada che noi abbiamo deciso di seguire.
Jessie Vargass: Sicuramente è importante avere amici che ti supportano, io ho il supporto della mia famiglia e degli amici. Questo mi da la carica per fare meglio pezzo dopo pezzo, una buona strategia sarebbe quella di innovarsi e non seguire mai lo stesso filo logico
3. Secondo te lo streaming ha ampliato il numero di ascoltatori e le relative vendite?
Trbrap: Secondo noi le aumenta se si è già ad un alto livello di notorietà, non se sei un emergente, per intenderci fai più soldi vendendo il tuo CD in piazza.
Jessie Vargass: Lo streaming musicale ha facilitato il successo per la maggior parte degli artisti, è un valido metodo per affermarsi nella scena attuale, ma è una cosa immateriale! Il disco secondo me rimane la cosa più bella e importante poichè è qualcosa che rimane nel tempo! Un po’ come le cassette degli anni 80, vecchie, ma pur sempre stupende.
4. Le esperienze passate possono influire nella scrittura di un testo?
Trbrap: Ovviamente le esperienze passate influiscono nei nostri testi, noi scriviamo sul nostro vissuto, sulla nostra pelle e ogni esperienza ci ha segnato in qualche modo nel bene o nel male, quindi certo che influiscono, sopratutto nei nostri testi dove manteniamo una coerenza artistica. Insomma non produciamo testi casuali pensando al solo fatto che sia orecchiabile, ci deve essere un’anima dietro.
Jessie Vargass: Sicuramente si, sono le esperienze che cambiano il tuo modo di essere e il modo di affrontare le cose, ci sono determinate cose che ho fatto e che mi sono capitate che tornando indietro magari non rifarei, però queste hanno cambiato me e penso anche molti altri.
5. Secondo te l’artista mira al successo o alla comunicazione di un messaggio all’interno di un testo?
Trbrap: Secondo me entrambi, è inutile dire questo, in una società come quella di oggi rivolta al consumismo dove ci bombardano di immagini, suoni sempre riconducibili al denaro, alla bella vita non è facile non ricercare il successo, quello rimane un sogno, anche per dire “ca**o ce l’abbiamo fatta”. Per ora ci stiamo concentrando sul comunicare, i messaggi inviati dagli artisti quest’oggi sono perlopiù spogli e insensati, salvo grandi artisti come Fibra ( di Senigallia come noi) o Salmo.
Jessie Vargass: Io miro al successo tramandando il mio messaggio, sta all’ascoltatore capire quello che io ho da dire.
6. Quanto pensate sia incisiva, per la produzione, l’influenza di altri artisti? Come si può evitare l’omologazione in questo mercato ormai saturo?
Trbrap: Per ultima hai tenuto la più difficile, semplicemente per noi evitare l’omologazione significa ritornare ai sani principi hip-hop.. qui non se ne ricorda più nessuno..
Jessie Vargass: Attualmente sto collaborando con un gruppo di ragazzi (Gnn) che al momento reputo, in Sardegna, i migliori emergenti per quanto riguardano i miei gusti musicali. Per quanto riguarda l’influenza, quando mi chiudo in studio e inizio la produzione di un nuovo pezzo stacco un po’ la mia testa da ciò che mi circonda e magari evito di ascoltarmi la musica che c’è in giro proprio per non essere influenzato. Certo che se poi si è abituati a un suono di un’artista che stimi viene quasi naturale prenderne spunto, ovviamente entro i limiti del copyright.
Conclusioni
Per concludere occorre dire che il mercato musicale è in costante innovamento, ogni anno infatti ci vengono presentati i nuovi volti degli artisti del momento. Chi siamo noi per interrompere questo ciclo? Dobbiamo spronare e spingere i nuovi artisti emergenti in modo da portare cosi una ventata d’aria fresca, che di sicuro non ci fa male.
Infine voglio ringraziare Jessie Vargass e la crew dei Trbrap per la disponibilità e per aver concesso il proprio tempo a questa breve intervista.
Jacopo Schintu
Profili Instagram:
Jessie Vargass: https://www.instagram.com/jessie_vargass/?hl=it
Ascoltate il suo nuovo pezzo: Audemars Piguet