Muore a 22 anni stroncata da un tumore: l’Università del Salento le conferisce la laurea

Sono trascorsi esattamente due mesi da quando la vita di Giulia Romano, studentessa dell’Università del Salento nata ad Imola e residente a Lecce, è stata stroncata da un tumore, un male raro che aveva colpito le ghiandole ed era poi arrivato al fegato. Oggi l’Ateneo leccese le ha conferito la laurea in Lingue, culture e letterature straniere: il suo sogno di diventare dottoressa è realtà.

La sfida di una speranza

La storia di Giulia Romano è il racconto della sfida di una speranza, la cronaca di un sogno mai appassito, ma reciso troppo in fretta per crescere e sbocciare. Un sogno che oggi da germoglio si tramuta in frutto ed assume il retrogusto al contempo dolce e amaro di passione, caparbietà e tenacia, qualità che hanno contraddistinto Giulia nel suo percorso di studi e ancor di più nella lotta contro la malattia.

Giulia Romano
Foto dal profilo Facebook della ragazza

La ragazza, sguardo profondo e sorriso fiero, aveva scoperto di avere un tumore nell’autunno del 2017, durante un allenamento di pole dance, sport che amava tanto quanto i classici greci.

La malattia è progredita in maniera inarrestabile tanto che il tumore, che era partito dalle ghiandole ed era poi giunto ad intaccare il fegato, l’ha brutalmente divorata in meno di un anno.

Così, il 23 maggio scorso, Giulia si è spenta, non senza lasciare un incolmabile vuoto nel cielo, come accade per qualsiasi altra stella che implode e resta sospesa a mezz’aria nel buio e nell’oblio.

Mancavano ancora due esami alla studentessa prima di concretizzare il suo sogno di raggiungere l’ambita laurea triennale, che aveva intenzione di conseguire con una tesi in Letteratura Inglese, ed accedere al corso magistrale. Il suo sogno era quello di poter diventare un giorno insegnante.

In questo giorno più che mai, possiamo affermare che anche se non siederà mai al di qua di una cattedra nei panni di docente, la sua lezione di vita avrà molto da insegnare a giovani e meno giovani, a coloro che l’hanno conosciuta ed amata e a coloro che, invece, leggono ora per la prima volta la sua storia e rabbrividiscono nell’incrociare i suoi occhi profondi, ormai chiusi per l’eternità.

In onore di Giulia

L’idea di un certificato di laurea post-mortem è partita dai genitori e l’Ateneo ha accettato.

Libreria Liberrima, Lecce.

Non solo. La libreria “Liberrima” di Lecce, di cui Giulia era affezionata frequentatrice, le farà un altro regalo: il 24 ottobre prossimo, giorno del compleanno della ragazza, pubblicherà i suoi diari.

 

“Mio marito ed io sopravviviamo solo per il pensiero di averla avuta accanto nei ventidue anni più belli della nostra vita – ha spiegato mamma Daniela – e perché se annullassimo noi stessi annulleremmo anche lei, il nostro modo di farla sopravvivere”.

Oggi, 23 luglio, il cielo di Lecce è più cupo e inquieto mentre in un’aula universitaria un sogno sta sbocciando e Giulia Romano è proclamata dottoressa.

Università del Salento

Oggi, mentre questo cielo sembra sfogare con lampi e fulmini uno strazio maledetto e disperato e non riesce a trattenere le sue lacrime di pioggia, chissà che al di là delle nuvole non vi sia un’anima bella che continua a sorridere.

Laurea conferita a Giulia Romano.

“Gliel’ho annunciato in ospedale, era in stato di sedazione profonda. Non so se sia stato un caso, ma in quel momento i battiti del suo cuore sul monitor sono aumentati”, ha raccontato la madre in un intervista al Mattino.

Omnia vincit amor

Prima di spirare, Giulia aveva espresso il desiderio di essere cremata.

Le sue ceneri sono state poi disperse in mare, così che lei, poco più che ventenne, è tornata libera a volare nel vento, spezzando definitivamente le catene che la tenevano sott’ostaggio di una malattia crudele e prigioniera di un’esistenza troppo breve, ma non abbastanza fugace da impedirle di sognare un futuro prospero di soddisfazioni e di costruire un presente pieno di amore e vita.

“Abbiamo sparso le sue ceneri. Poi, tutti vestiti – era fine maggio – ci siamo buttati in acqua con i suoi amici e le sue amiche. E siamo andati a brindare. È stata una festa, proprio come aveva chiesto Giulia un giorno: ‘se mai mi succedesse qualcosa, non piangete. Ricordatemi con un brindisi e un sorriso'”, ha concluso Daniela.

Avranno brindato nuovamente, in questa atipica e uggiosa giornata dell’estate salentina, quanti con commozione hanno partecipato alla vittoria di Giulia, un trionfo non solo per i suoi cari ma anche per tutti coloro che credono che la morte, per quanto spietata e inclemente possa essere, nulla può contro l’amore: “Omnia vincit amor”.

E’ amore quello di mamma Daniela e suo marito per Giulia, quello di Giulia per la vita, quello della vita stessa per un sogno, che oggi diventa realtà e splende, mentre la morte resta sconfitta e l’amore, ancora una volta, vince.

Prevért scriveva: “La vita è una ciliegia/ la morte il nocciolo/ l’amore il ciliegio”.

Un’etimologia probabilmente falsa ma estremamente poetica vuole che questo termine tanto affascinante e lapidario derivi dal latino: “a-mors”, senza morte.

Non muore un sentimento, non muore un sorriso, non muore un sogno.

Grazie, dottoressa Giulia.

I nostri sorrisi, oggi, sono per te.

Mariachiara Longo