Marge Simpson soffre di bovarismo?

Prima stagione, episodio 9. Homer si è dimenticato per l’ennesima volta del compleanno della moglie. Le regala una sua palla da bowling, sapendo benissimo che Marge Simpson non solo non ama questo sport ma non ha mai messo piede in una pista da bowling. Per quanto arrabbiata, decide di andare lo stesso a provarla e lì incontra un istruttore francese che si offre di darle lezioni. Tra i due nasce un flirt, non si tratta di una semplice amicizia. Marge sogna di passare la notte a ballare con lui in una stanza arredata a tema bowling. Una fantasticheria innocente che però la allontana da una realtà in cui è moglie e madre di tre figli. Si trova davanti a una scelta: proseguire sulla strada delle sue fantasticherie e tradire Homer o tornare a casa da Bart, Lisa e Maggie?

“Aspettava che accadesse qualcosa.” – G. Flaubert

Il tema della fantasia usata come pericolosa fuga dalla realtà non è nuovo nella letteratura o nella filmografia: Marge Simpson è una donna del ventunesimo secolo, ma non è certo la prima a fuggire mentalmente i doveri quotidiani o coniugali. Lo scrittore francese Gustave Flaubert già nel 1856 aveva creato un personaggio femminile che avrebbe segnato un punto di svolta nella letteratura internazionale: Madame Emma Bovary.

Il romanzo ha al centro della trama Emma Bovary. La giovane fanciulla è cresciuta leggendo romanzi d’amore e sogna una vita densa di avvenimenti e amori travolgenti. Quando il medico Charles Bovary le chiede la mano Emma vede in lui la realizzazione dei suoi sogni: i due si sposano e vivono i primi tempi insieme in un piatto paese di provincia. La vita coniugale annoia la signora Bovary, che incapace di adattarsi alla vita monotona appare sempre malinconica e spenta. Nella speranza di ravvivare l’atmosfera domestica il marito accetta un invito a un ballo nobiliare. Ecco che Emma può finalmente assaggiare la vita che sognava: raffinatezze, eleganza, lusso. Flaubert descrive nel libro il mondo nobiliare dell’Ottocento fin nei minimi dettagli, così come gli stati d’animo della protagonista, dando inizio alla corrente realista che influenzerà in seguito molti altri scrittori. Così da capire perché Emma Bovary è incantata da questo mondo di eleganza e soprattutto perché dopo quella notte la vita quotidiana le risulterà insopportabile.


Inizia il suo declino, che la porterà a ignorare non solo le attenzioni costanti del marito ma anche la figlia Berthe. Alla ricerca di una vita che non può permettersi, Emma Bovary inizia ad accumulare debiti e relazioni amorose. Ha due amanti, León e Rodolphe. Con quest’ultimo progetta anche una fuga d’amore che viene però fermata dallo stesso Rodolphe la sera prima della partenza. Intrappolata in una spirale di debiti e infelicità, Emma Bovary ingerisce dell’arsenico e muore lentamente sotto gli occhi del marito che, quale uomo e medico mediocre, non riconosce i sintomi dell’avvelenamento.

“Madame Bovary sono io” – G. Flaubert

Questo romanzo, scritto a metà dell’ottocento, ha dato il nome al bovarismo: un’insoddisfazione spirituale, una tendenza psicologica a costruirsi una personalità fittizia, a sostenere un ruolo non corrispondente alla propria condizione sociale, un desiderio smanioso di evasione dalla realtà, soprattutto in riferimento a particolari situazioni ambientali o sociologiche.

Si può quindi dire che Marge Simpson nella puntata 9 della prima stagione soffra di bovarismo? Forse sì: anche lei si lascia travolgere da una fantasticheria, dimentica per un attimo la famiglia Simpson e per poco non cede alla tentazione di andare a casa del possibile amante. Si ferma a un bivio: da una parte l’incontro segreto, dall’altra la centrale nucleare dove lavora Homer.
Marge sceglie l’amore del marito che per quanto non sempre perfetto appassionato o romantico, è sincero. Sceglie la famiglia, si ricorda dei figli che hanno bisogno di lei. Al contrario, Madame Bovary preferisce continuare a vivere in una realtà fittizia e fragile che danneggia chi invece vuole il suo bene: il marito scoprirà i debiti accumulati e gli amanti che ha avuto, la figlia si troverà orfana.
Marge vivrà certamente una vita da casalinga non perfetta ma riesce a essere serena cogliendo la felicità nella semplicità della vita quotidiana. Riconosce le sue fantasticherie come frutto della sua frustrazione ma agisce in maniera costruttiva mostrandosi polo positivo della famiglia Simpson. Marge non soffre di bovarismo perché affronta i problemi quotidiani. Non è una moglie idealizzata: mostrerà altri segni di cedimento, arriverà a buttare Homer fuori di casa, sfiorerà il divorzio in più occasioni. Ma supererà tutto ciò perché capace di dividere il sogno dalla realtà.

Giada Annicchiarico

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