Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha presentato due giorni fa un nuovo piano riguardo alle leggi federali sul controllo degli impianti petroliferi. L’EPA (enviromental protection agency), la società che dovrebbe salvaguardare l’ambiente, si occuperà della discussione del nuovo regolamento nei prossimi mesi, prima di sostituire il precedente statuto concordato sotto l’amministrazione Obama.
I cambiamenti concreti
Nel concreto cosa cambia? Prima di questa proposta di legge, ogni compagnia era tenuta a monitorare il proprio impatto ambientale e riparare danni a tubature, pozzi e impianti di stoccaggio per scongiurare perdite di metano nell’ambiente durante l’estrazione di combustibile fossile. Dopo la proposta l’obbligo decade, lasciando le compagnie libere di continuare, diminuire o cessare queste procedure, che per altro sono discretamente costose.
Guadagni e marketing
Sentendo questa notizia, di primo acchito, si potrebbe pensare ad una mossa voluta dalle grandi compagnie che lavorano con i combustibili fossili per aumentare le proprie entrate. Paradossalmente è proprio l’opposto. Negli scorsi giorni infatti, le più grandi aziende del paese, Exxon, BP America e Shell, si sono opposte al provvedimento e anzi, hanno chiesto norme più severe per il controllo delle perdite. Il timore è che leggi troppo morbide possano rivelarsi controproducenti a livello di marketing e provocare un calo della domanda di gas naturale, per anni venduto come alternativa più verde al carbone, perché la sua combustione produce meno CO2. A guadagnare di più sarebbero invece le “piccole” imprese, che avrebbero un beneficio di circa 15 milioni sul bilancio annuale medio di 150, con un aumento del 10% dei ricavi, nemmeno così grande a confronto di ciò che si mette a repentaglio.
Danni irreparabili
Le decisioni in tema potrebbero infatti portare alla perdita di 80 mila vite umane in più per ogni decennio, per le conseguenze sulla salute dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua. Questa stima, ritenuta addirittura conservativa, è stata formulata da due scienziati dell’Università di Harvard, i quali precisano che l’aumento di metano nell’aria potrebbe portare problemi respiratori a circa un milione di persone a decennio, soprattutto bambini. Le analisi dei ricercatori sono state pubblicate in un saggio scientifico sul Journal of the American Medical Association basandosi direttamente sui dati dell’EPA. Questo si aggiunge ad altre scelte decisamente non ecologiche, come la rinuncia al Clean Water Act, un provvedimento del 2015 che intensificava la protezione dei corsi d’acqua a cui hanno accesso 130 milioni di persone. Questo potrebbe esporre sempre più americani a potenziali fonti di inquinamento, per non parlare di tutte le complicazioni derivanti dal consumo di acqua non potabile. Altre migliaia di morti ancora proverrebbero dalle conseguenze della rinuncia agli accordi sul clima di Parigi.
La chimica dell’inquinamento
Alla base dell’inquinamento vi sono diversi composti o elementi che interferiscono con sostanze già presenti nell’ambiente. Alcune passano in sordina come ad esempio il cloro, che allo stato gassoso entra in conflitto con la reazione chimica dell’ozono (O3), e che è stato alla base dello scandalo dei freon. Altre invece sono ben più note, come l’anidride carbonica (CO2), il monossido di carbonio (CO) o gli idrocarburi, di cui fa per altro parte il metano (CH4). Tutti questi composti sono ormai diventati celebri con il nome di “gas serra”, e si tratta di sostanze che sono trasparenti alla radiazione che arriva dal Sole alla Terra, ma sono in grado di assorbire buona parte della radiazione infrarossa che proviene dalla superficie e dell’atmosfera terrestri. Ogni sostanza ha una propria peculiarità. Il metano ad esempio, pur restando nell’atmosfera per meno tempo rispetto alla CO2, ha un potere climalterante molto superiore: una molecola di metano trattiene la radiazione quanto 80 di anidride carbonica. Non bisogna inoltre dimenticare che gran parte dei gas serra, come questi ultimi, vengono coinvolti nel ciclo dell’acqua e comportano gravi danni, come la contaminazione delle riserve idriche o alterazioni degli ecosistemi, colpendo tanto la flora quanto la fauna. E giusto per ricordarlo aria, acqua, terreni, piante ed animali sono tutto ciò che ci circonda e con cui veniamo a contatto nel nostro quotidiano.