Il potere è, almeno in parte, uno stato mentale e come tale può essere indotto da fattori situazionali attraverso un processo di priming.
Il prime è uno stimolo che, presentato in forma sovraliminale (cioè percepibile a livello consapevole) o sottoliminale (non percepibile a livello consapevole, ma percepito a livello inconsapevole e automatico) attiva una rete associativa, con conseguente attivazione di reazioni cognitive, affettive e comportamentali congruenti.
Facciamo qualche esempio
Effetti positivi del potere
Chen et al. (2001) hanno trovato che gli studenti che si siedono al posto del docente si sentono più potenti rispetto agli studenti che si siedono nel posto riservato ai visitatori del docente.
Keltner et al. (2003, 2008) hanno ipotizzato che il potere (non solo averlo o esercitarlo, ma semplicemente pensare al potere) trasformi gli individui.
Il potere aumenta i livelli di attività, inducendo le persone ad agire piuttosto che a rimanere passivi.
Anche nelle organizzazioni, le persone che hanno potere sono uomini o donne di azione, proattivi.
Ad esempio, prendono la parola per primi durante una conversazione o un dibattito, fanno la prima mossa in una competizione, o la prima offerta in una negoziazione (Magee et al., 2007).
In uno studio (Galinsky et al., 2003), i ricercatori hanno sottoposto i partecipanti ad un priming di potere, chiedendo a metà di loro di ricordare una situazione in cui avevano avuto potere e ad un’altra metà di ricordare una situazione in cui non ne avevano avuto.
Poi li lasciavano ad aspettare seduti vicino ad un ventilatore che soffiava aria verso di loro.
Si osservò che nella condizione di induzione di potere, la percentuale di partecipanti che spostava o spegneva il ventilatore era maggiore (69%) rispetto alla condizione di induzione di mancanza di potere (42%).
Reazioni affettive al potere
Il potere aumenta la probabilità che le persone provino ed esprimano emozioni positive, si sentono bene, hanno un umore elevato, riportano livelli maggiori di felicità e soddisfazione e sorridono anche di più rispetto alle persone con bassi livelli di potere (Berdahl & Martorana, 2006; Watson & Clark, 1997).
Il potere, inoltre, è associato a livelli maggiori di ottimismo, perché le persone che sentono di averlo si concentrano in misura maggiore sugli aspetti positivi di una situazione (Anderson & Galinsky, 2006).
Le persone che sentono di avere potere cercano attivamente ricompense, mentre le persone che pensano di non averlo hanno un atteggiamento più passivo e volto ad evitare perdite o danni (Keltner et al., 2003).
Infine, sembra che le persone con livelli più alti di potere siano in grado di fronteggiare lo stress (coping) in modo più efficace, perché percepiscono le siuazioni difficili come sfida piuttosto che di minaccia (Scheepers et al.,)
Influenza del potere sulla performance
Le persone con più potere cercano di raggiungere i propri obiettivi con maggiore forza e resilienza.
Sono capaci di mantenere una motivazione più elevata e livelli maggiori di auto-regolazione (posto che sentano di lavorare ad un compito che è adatto al raggiungimento degli obiettivi prefissati) (De Wall et al., 2011).
In contesti lavorativi, si è trovato che il potere è positivamente associato alla pianificazione di attività legate al compito.
Lammers et al. (2013) hanno mostrato che un semplice priming di potere può modificare l’esito di una domanda di lavoro o di ammissione ad un corso di studi.
In un suo studio ai partecipanti veniva fornito un annuncio di lavoro relativo al profilo lavorativo di “analista delle vendite”.
L’annuncio era tratto da una testata giornalistica nazionale.
Veniva chiesto loro di scrivere una job application e di sigillarla dentro una busta.
Prima di svolgere questo compito, venivano sottoposti ad un priming di alto o basso potere (priming e job application venivano presentati come due studi distinti).
I risultati mostrano che i candidati assegnati alla condizione di alto potere avevano maggiori probabilità di ottenere il lavoro.
Effetti negativi del potere
Assunzione di rischio
Le persone in una condizione di elevato potere possono essere fin troppo ottimiste, ad es., possono sovrastimare la quantità di lavoro che un gruppo può svolgere (indicare una quantità maggiore di quanto sia razionalmente possibile aspettarsi).
Emozioni
Sebbene le emozioni esperite da chi si trova in una condizione di potere siano prevalentemente positive, le emozioni provate dai subordinati sono prevalentemente negative (rabbia, paura, tensione, tristezza; Langner & Keltner, 2008).
Empatia
Le persone con elevato potere spesso giudicano male, fraintendono e svalutano i loro subordinati. Galinsky et al. (2006) hanno dimostrato che le persone che ricevono un priming di potere hanno più difficoltà ad assumere la prospettiva di un altro (Exp 1) e a individuare le emozioni degli altri (Exp 3)
Coercizione
Le persone che hanno potere tendono ad esercitare la propria influenza anche quando non è necessario.
Kipnis (1974) chiese a studenti di economia di partecipare ad una simulazione in cui svolgevano il ruolo di manager in una condizione di elevato potere (potevano offrire bonus, decurtare lo stipendio, trasferire i dipendenti e licenziare) o di basso potere (non avevano tali prerogative).
Tutti i dipendenti eseguirono bene i compiti assegnati.
Tuttavia, i manager con potere esercitavano influenza due volte in più rispetto ai manager senza potere; inoltre tendevano ad usare la coercizione o la ricompensa, mentre i manager senza potere usavano la persuasione.
Kevin Lomax e Andrea “Andy” Sachs
Nel film “Il diavolo veste Prada” la protagonista è una giovane aspirante giornalista, che dopo la laurea si sposta dalla provincia americana a New York in cerca di fortuna.
Dopo aver mandato innumerevoli curricula a tutti i più importanti giornali, alla fine viene assunta dalla direttrice di “Runway”, Miranda Priestly.
Da “Runway” Andrea scoprirà un mondo completamente diverso da quello a cui è abituata, con ritmi frenetici, e dove l’attenzione alla forma fisica e a ciò che si indossa è altissima.
Piano piano, dopo le iniziali difficoltà, inizierà ad adeguarsi a quel mondo, rischiando però di smarrire se stessa.
Le interpreti del film sono Meryl Streep (Miranda) e Anne Hataway (Andrea).
Ne “L’avvocato del diavolo‘” (di Taylor Hackford, con Keanu Reeves, Al Pacino e Charlize Theron), invece il nostro protagonista è un uomo che, nonostante il disaccordo di sua madre che paragona New York City a Babilonia, accetta l’offerta di entrare in un prestigioso studio di avvocati nella Grande Mela (e il denaro che ne deriva).
Ben presto sua moglie inizia a sentire nostalgia, tuttavia Kevin, che sta affrontanto sempre nuovi casi, presta sempre meno attenzione alla coniuge.
Questo porterà tutta una serie di conseguenze che metteranno il protagonista di fronte ad un bivio morale. (non voglio spoilerarvi troppo).
Conclusioni sull’effetto del potere sulla psiche
In entrambi i film la “scalata sociale” dei personaggi li porta a vivere un profondo cambiamento interiore dove i valori vengono, temporaneamente, stravolti a vantaggio di un modello “stacanovista” abbastanza stereotipico della persona in carriera.
Il percorso dei nostri eroi viene portato a termine con la nuova consapevolezza di “non voler” assecondare quella nuova vita perché portatrice di tutta una serie di conseguenze “negative” allo spettatore.
Queste, una volta consapevolizzate, non piacciono neanche ai protagonisti che preferiscono “fare un passo indietro”.
La vanità si esprime in due modi diversi nei nostri personaggi, ma possiamo concludere che, agli occhi di noi spettatori, ci piace sapere che questa vanità venga meno a discapito di una maggiore autenticità (conclusione di entrambi i film).
A prescindere da come la si pensi, come avete letto precedentemente il potere cambia le persone spesso in maniera permanente.
Lo so, fa male vedere cambiare valori alle persone, ma che ci possiamo fare?
Se vi è capitato di vedere qualcuno subire questo cambiamento, non stupitevi! Succederebbe anche a voi molto probabilmente nello stesso contesto.
Credete di no? Allora non resta che convincere queste persone a tornare indietro visto che la vostra vita è più autentica e felice della loro.
Però a me sorge spontanea questa domanda:
se si sta così bene lontani dal potere, perché allora nessuno vuole perderlo?