L’assalto al Campidoglio dei sostenitori di Trump ricorda un Colpo di Stato, venuto male

Lo scorso 6 gennaio, i sostenitori di Donald Trump hanno interrotto la seduta in cui il Congresso avrebbe dovuto ratificare formalmente la vittoria di Joe Biden alle elezioni presidenziali.

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Il Presidente uscente Donald Trump, dopo l’appello ai suoi sostenitori di mettere fine alle violenze, è scomparso dalla scena pubblica. Ma sarebbe stato lui stesso ad aver incoraggiato questo attacco, nel quale 4 persone hanno perso la vita e molte altre sono rimaste ferite. Ora, il Congresso, ha ripreso i lavori.

L’assalto al Campidoglio di Washington

Era in atto la discussione per la resa ufficiale della Presidenza di Joe Biden all’interno del Congresso, quando i pro-Trump hanno assalito tutto l’edificio. Nell’aula hanno fatto irruzione le forze speciali e gli agenti dell’Fbi per proteggere i parlamentari. Centinaia di sostenitori di Trump erano fuori controllo, travestiti, con cartelli e armi: erano stati incoraggiati da Trump pochi minuti prima dell’inizio della marcia verso il Campidoglio, che poi ha tentato invano di fermarli.

Cinquantadue arrestati, 5 morti (tra cui 4 manifestanti e un poliziotto) e decine i feriti. La polizia di Washington spiega di aver trovato anche degli ordigni pronti a esplodere all’ingresso degli uffici del partito repubblicano e di quello democratico. L’edificio del Campidoglio ha subito molti danni (vetri infranti, uffici vandalizzati, piccoli furti).

Dopo l’assalto, Donald Trump ha dichiarato:

È il genere di cose che succedono quando una sacra vittoria elettorale a valanga viene strappata in modo così sgarbato e maligno da grandi patrioti che sono stati trattati male e ingiustamente per così tanto tempo. Ora andate a casa in amore e in pace.

Alla fine il Congresso è stato messo in sicurezza, ma a richiedere l’intervento non è stato Donald Trump, ma il vicepresidente Pence; come scrive il New York Times, Trump è stato tagliato fuori dalla catena di comando.

Anche oggi molti manifestati pro-Trump sono radunati davanti al Congresso, ma la situazione sembra essere sotto controllo.

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Le reazioni a livello mondiale

Lo sdegno ha pervaso le menti di tutti coloro che hanno assistito all’attacco, da tutto il mondo. La Speaker della Camera, Nancy Pelosi, ha spinto per riprendere i lavori la sera stessa, e così è stato. Joe Biden ha parlato di “minaccia alla democrazia” e ha chiesto a Trump di rispettare il giuramento fatto da presidente e di difendere la Costituzione andando in televisione e mettendo fine a queste sommosse. Il presidente uscente, pochi minuti dopo, è intervenuto pubblicamente chiedendo ai suoi sostenitori di tornare a casa, ma ribadendo il fatto che i voti delle elezioni siano stati rubati.

Facebook, Youtube e Twitter hanno rimosso i video di Trump; Twitter gli ha bloccato l’account per 12 ore.

I caratteri di un colpo di Stato

Questa vicenda è stata denominata nei più svariati modi da politici, commentatori e media: insurrezione, sedizione, e in particolare colpo di Stato.

La folla che invade il Congresso in tutti i suoi angoli impugnando armi e cartelli pro-Trump, gli agenti che puntano la armi contro i manifestanti che tengono in mano la bandiera americana, deputati e senatori che si nascondono dietro i loro seggi e che vengono scortati fuori dall’aula con maschere antigas. Distruzione e vandalismi nei confronti della democrazia americana. La motivazione di tutto ciò si trova dietro alla cattiva amministrazione dell’ex presidente Trump, che non ha mai avuto un grande senso di responsabilità.

Questi sono tutti caratteri tipici dei colpi di Stato, ne abbiamo molti esempi nella storia. Ma la differenza è che però questa insurrezione sia stata facilmente soppressa perché Trump già dalle elezioni aveva dato dimostrazione di non essere in grado di accettare la sconfitta, permettendo alle forze speciali di prevedere un attacco e di mobilitarsi per mettergli fine.

Se prima la figura di Donald Trump era mal vista, ora lo è più che mai. Si sono dimessi molti dei suoi collaboratori dopo l’accaduto.

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