La vita di Alessandro Magno: ovvero come un alcolista riuscì a conquistare la Persia

Alcuni aspetti sulla vita del re macedone.

Il mosaico della battaglia di Isso

Alessandro Magno è uno dei più grandi condottieri di sempre, capace di estendere il regno macedone su tutta la Grecia, la Persia e gran parte dell’Asia. La sua vita e le sue battaglia sono conosciute e studiatissime, andiamo quindi a vedere qualche aspetto meno conosciuto del sovrano.

Aspetto e personalità

Alessandro, al contrario di come viene riportato nei film, non era dotato di un fisico particolarmente avvenente (Magno si riferiva alle sue conquiste e non alla sua statura): era piuttosto basso, tozzo e di corporatura robusta, inoltre era mancino ed aveva gli occhi di colore diverso (e la sua voce ci viene descritta come aspra. Portava sempre il collo leggermente inclinato verso sinistra e soffriva di alcune malformazioni congenite che, alcuni storici affermano, potrebbero in parte aver contribuito alla sua morte. Aveva i capelli rossicci, sebbene tendesse spesso a tingerli di biondo utilizzando una mistura di fiori di zafferano, trattandoli poi con profumi, incenso e mirra. Aveva l’usanza di radersi il volto anche passata la giovane età (cosa molto inusuale tra i greci del suo tempo), probabilmente a causa del fatto che gli crescesse pochissima barba; per non sfigurare in mezzo ai suoi dignitari quindi, li indusse a non portarla.

Alcuni dei più evidenti tratti della personalità di Alessandro si erano formati secondo il modello dei suoi genitori. Sua madre, Olimpiade, era enormemente ambiziosa, e lo aveva incoraggiato a credere che fosse il suo destino sconfiggere l’Impero Persiano, tuttavia, suo padre Filippo fu il più immediato e influente modello di Alessandro, il quale sin da bambino l’aveva visto vincere battaglia dopo battaglia. Il rapporto di Alessandro con suo padre forgiò la parte competitiva della sua personalità: voleva a tutti i costi surclassare le gesta del padre, sia in grandezza che in coraggio, da qui deriva il suo modo sprezzante di combattere.  Stando a Plutarco aveva una natura impulsiva, ostinata ma era aperto al dibattito ben motivato; aveva inoltre un lato più logico, intuitivo e calcolatore. Nutriva un forte desiderio di conoscenza, un profondo amore per la filosofia ed era un appassionato lettore. Aveva un grande autocontrollo per i “piaceri della carne”, in contrasto con la sua difficoltà nel porsi limiti quando invece si trattava di alcolici (spesso infatti era descritto come ubriaco, anche in battaglia). Alessandro era un erudito, come si addiceva ad un re, e padroneggiava sia le arti che le scienze.  Durante i suoi ultimi anni,  specialmente dopo la morte di Efestione (suo grande amico e amante,) Alessandro cominciò a mostrare segni di megalomania e paranoia.

Nascita, educazione e Bucefalo

Alessandro nacque a Pella, capitale del regno di Macedonia nel 356 a.C., figlio del re macedone Filippo II e della principessa epirota Olimpiade. Entrambe le famiglie si consideravano discendenti diretti da due famosi eroi mitici: quella del padre Filippo da Eracle, quella della madre da Achille. La madre alimentò una leggenda per cui lei aveva generato il macedone con Zeus, infilatosi nel suo letto sotto forma di serpente. Il padre Filippo volle dare al figlio un’educazione greca e, dopo Lisimaco (con cui Alessandro legò molto rischiando una volta la vita per salvarlo), scelse come suo maestro il filosofo greco Aristotele, che lo educò  dal 343 a.C. al 341 a.C.. Aristotele probabilmente insegnò ad Alessandro le scienze naturali, la medicina, l’arte e la lingua greca, e inoltre sappiamo che preparò per lui un’edizione annotata dell’Iliade, che Alessandro portò con sé per tutta la sua campagna in Persia. Non si sa fino a che punto gli insegnamenti di Aristotele abbiano influito sul pensiero di Alessandro: le teorie politiche di Aristotele erano quelle classiche della grecità, fondate sulla concezione antica e provinciale della città-stato, che ad Alessandro dovevano stare ben strette in quanto sognava di unificare la Grecia.

Estremamente importante per la vita di Alessandro fu il suo incontro con l’indomabile cavallo Bucefalo il quale, le fonti ci dicono, era indomabile solo perché spaventato dalla propria ombra: Alessandro lo notò, gli volse il muso verso la luce e lo cavalcò. Bucefalo avrebbe accompagnato Alessandro per quasi vent’anni,  fino alla sua morte, che sarebbe sopravvenuta nel 326 a.C. durante la battaglia dell’Idaspe. In onore del destriero, Alessandro fonderà una nuova città dal nome Alessandria Bucefala.

Morte

Durante i preparativi di invasione dell’Arabia Alessandro Magno venne colpito da una grave malattia, che gli provocò una febbre che lo portò alla morte nel giugno del 323 a.C., a meno di 33 anni. Nel suo testamento commissionava la costruzione di magnifici templi in diverse città, la costruzione di un mausoleo intitolato a suo padre (che avrebbe dovuto rivaleggiare in imponenza con le piramidi egizie), la prosecuzione dell’unione fra Persiani e Greci, la conquista dei territori cartaginesi, l’espansione verso occidente e la costruzione di una strada in Africa lungo tutta la costa.

Sulle cause della sua morte sono state proposte varie teorie, tra cui: l’avvelenamento da parte dei figli di Antipatro o da parte della moglie Rossane; una ricaduta della malaria che aveva contratto precedentemente; un eccessivo abuso di alcool durante una cena che avrebbe portato ad una cirrosi epatica o anche, secondo le caratteristiche della febbre, tifo addominale. Un recente studio ipotizza anche la sindrome di Guillain-Barré, seguita a febbre intestinale batterica, sostenendo che Alessandro sarebbe stato dichiarato deceduto prima della morte effettiva, in quanto paralizzato o in coma (cosa che a quei tempi succedeva di frequente, non avendo modo i diagnosticare queste malattie). Il corpo venne infatti esposto per sei giorni e non si decompose, ma questo fatto fu considerato prova dell’origine divina del re e non di una sua non morte. In seguito, venne sottoposto ad una procedura di imbalsamazione e poi, secondo Plutarco, alla mummificazione rituale dei faraoni egizi.

Il luogo di sepoltura di Alessandro è stato oggetto di disputa, oggi si ritiene che il corpo mummificato di Alessandro, contenuto in un sarcofago d’oro massiccio, possa essere stato portato in Egitto da Tolomeo I nel 321 a.C., e sepolto inizialmente nella necropoli di Saqqara; in seguito fu trasferito in un grandioso mausoleo, nella città di Alessandria d’Egitto.

Numerosi personaggi celebri dell’antichità, come Cesare e Augusto, resero nel tempo omaggio alla tomba di Alessandro, ma al tempo della caduta dell’Impero romano d’Occidente si erano perse le tracce dalla mummia. Alcuni archeologi ritengono che il corpo del re macedone sia stato in seguito messo in salvo durante un’incursione barbara nei territori dell’Impero romano d’Oriente, o per sottrarla ad alcuni cristiani locali che volevano distruggerla (in quanto il rendere omaggio a Alessandro era considerato rito pagano), e si trovi quindi tra i numerosi corpi nella “valle delle mummie dorate”, presso l’oasi di Bahariya (dove si trovano anche i resti di un tempio a lui dedicato).

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.