Sempre di più le serie televisive sembrano contenere messaggi socialmente utili, piuttosto che servire essenzialmente ad alleggerire lo stress quotidiano e staccare la spina. L’ultimo telefilm in cui mi sono imbattuta, made in casa Netflix, è Le terrificanti avventure di Sabrina seconda parte. Definire questa stagione come un inno al femminismo, un proclama contro il patriarcato è quasi riduttivo. Dalla prima puntata vi è una costante lotta fra uomini e donne. Sabrina Spellman si ribella sin da subito alla microsocietà costituita dall’Accademia delle Arti Oscure e soprattutto al sommo sacerdote, il misogino Faustus Blackwood. Le prime avvisaglie di lotte interne si notano già per le elezioni del Capo Mago, una sorta di rappresentante d’istituto, un ruolo a cui sembra che solo gli uomini possano accedere. E già in questa prima fase la strega protagonista del telefilm si deve difendere dall’astio di Blackwood e anche dagli attacchi di tre demoni che devono limitare il potere della Spellman. Scontri a cui assisteremo per l’intera seconda stagione, ribellioni che scandiranno il ritmo di queste terrificanti avventure, ogni puntata sembra avere come protagonista una nuova lotta uomo-donna.
IL PATRIARCATO
Sono tanti gli spunti socialmente utili del telefilm. La protagonista che mostra un carattere forte e determinato, forse anche troppo tipico dei teenager; non si arrende e non si sottomette a niente e nessuno. Il conflitto interiore che affligge Miss Satana, che da un lato vorrebbe far prevalere la propria ambizione e diventare lei il Capo, dall’altro totalmente devota al Signore Oscuro. L’amica Susie che vorrebbe diventare Theo, affrontando un percorso di transizione tribolato, difendendosi dai bulli e provando ad entrare nella scuola di basket. Contro c’è il sacerdote Blackwood, misogino ed estremamente conservatore che si ribella ad ogni minima idea di progresso e il cui unico scopo sia mortificare la famiglia Spellman, Sabrina e le zie. Riesce anche a soggiogare la sua nuova moglie, zia Zelda, affinché si comporti come la perfetta casalinga e non disobbedisca mai al marito. Argomenti trattati di continuo pro femminismo, il quale pare sempre molto ostentato. L’uomo sopperisce allo strapotere delle donne ed è quasi relegato alla semplice figura di protettore, paladino dedito completamente alla femmina. Ma come ci siamo arrivati a questo punto? Come si è arrivati quasi a sacrificare la trama per mandare questi messaggi totalmente girl power?
DONNE VS UOMINI
Studiosi, ricercatori e movimenti femministi hanno spesso denunciato le disuguaglianze sociali esistenti fra uomini e donne, ma ci si è spesso domandati se queste differenze esistano anche a livello psicologico e in che misura incidano sulla vita quotidiana. Per Carl Gustav Jung il maschio e la femmina erano Animus e Anima, bianco e nero, Yin e Yang. La dualità per eccellenza. La psiche umana contiene entrambi gli elementi, la donna contiene l’Animus e quindi una parte maschile e viceversa l’uomo possiede una parte femminile, l’Anima. Quindi in qualche modo l’uno esisteva in relazione all’altra. Che ci siano divergenze psico-comportamentali è abbastanza innegabile. Se queste siano dovute a fattori esterni, quali i contesti culturali in cui si è cresciuti, l’educazione ricevuta oppure semplicemente è la biologia a segnare i confini fra maschio e femmina, è molto più difficile da stabilire. In test somministrati a distanza di tempo, i risultati hanno dimostrato come le donne abbiano aumentato il loro livello di maschilità. Esiti controversi, perché seppure si è stabilito quanto le discendenti di Eva abbiano più atteggiamenti e facciano i lavori di Adamo in realtà si è pure dimostrato una certa categorizzazione. Stereotipi sulle professioni tipicamente “da uomo”, sui comportamenti prettamente maschili. Eppure dopo decenni di ricerche, l’unica risposta certa che numerosi test sono riusciti a fornire è che la donna mostra una superiorità nelle abilità linguistico-verbali e non verbali, mentre il maschio è migliore nel campo visuo-spaziale.
CONCLUSIONI
Questi tratti psico-comportamentali sono sempre più simili, le differenze si assottigliano, ma le nostre classificazioni, con relativi pregiudizi e stereotipi persistono. Sono difficili da scardinare i preconcetti su cosa sia da maschio e cosa da femmina e le serie tv hanno deciso di prendersi l’ingrato ruolo di svecchiare un po’ la nostra mentalità. Così largo spazio a Sabrina, alle sue zie, migliori amiche e nemiche tutte rigorosamente donne che vogliono ribaltare il loro credo sin dalle fondamenta.
Sonia Felice