La ricerca della felicità: tra il film e il De Vita Beata possiamo comprendere come essere felici?

La ricerca della felicità è un film di Muccino, che racconta la storia di Chris Gardner. Cerchiamo di capire come conseguire la felicità prendendo spunto dal film e da Seneca.

Chris Gardner, nel 2010
Di dbking – Chris Gardner, the inspiration for the film “The Pursuit of Happyness” with Will Smith, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2723066

Chris Gardner è adesso un imprenditore statunitense che ha raccontato la sua storia in un libro pubblicato nel 2006, da cui il film trae il titolo. Una storia avvincente e ricca di insegnamenti, che sembra avere molto in comune con i precetti sulla felicità dettati da Seneca nel De vita beata.

Di Jacques-Louis David – http://www.artrenewal.org/asp/database/art.asp?aid=40&page=3, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4870509

La ricerca della felicità

La ricerca della felicità è un film diretto da Gabriele Muccino, uscito nel 2006. Il film si ispira alla storia di Chris Gardner, un padre che investe tutti i risparmi di una vita su un blocco di scanner per rivelare la densità ossea. Purtroppo il suo progetto non andrà per il verso giusto e si ritroverà con una famiglia da mantenere e nessuna concreta possibilità di farlo. Una delle scena più pungenti, che corrisponde ad uno snodo principale nella trama è quella in cui Chris (interpretato da Will Smith) vendendo un uomo salire su una bellissima Ferrari, gli chiede che lavoro facesse, e come farlo. Chris, dopo aver capito di aver parlato con un broker decide di diventare stagista per quell’azienda, ma nel frattempo la moglie, stanca della situazione lo lascia e va via, e Chris decide di volere tenere il bambino con sé. La sua vita sembra cadere a precipizio: le entrate sono poche e a tratti assenti, perde l’auto, la casa, ma non sembra mai perdere la speranza. Uno dei tratti più importanti di Chris è forse proprio questo, la convinzione di poter realizzare i propri progetti. Si trova costretto a vivere alla giornata, con un solo abito e tanta voglia di fare. Comincia a vivere nei dormitori per i senza tetto, cercando sempre di mantenere una certa integrità, soprattutto per il bambino che non solo non si lamenta, ma apprezza tutto quello che fa il padre. Chris dopo immensi sacrifici verrà assunto e così facendo può riprendere a condurre una vita serena e garantire una casa al proprio figlio e non solo, grazie alle sue capacità diventerà imprenditore e presidente della sua azienda.

“Quando hai un sogno devi proteggerlo, non farti dire mai da
nessuno che non sai fare qualcosa”

Cos’è la felicità? Il concetto senecano

Questa è sicuramente una delle domande più ambite, una di quelle a cui non si può dare una risposta precisa ed univoca. Il concetto senecano di felicità, pur essendo stato elaborato tantissimi anni fa ha il potere di risuonare ancora attuale. Per comprenderlo meglio, ecco l’incipit del De vita beata (Sulla felicità):

” Tutti, o fratello Gallione, vogliono vivere felici, ma quando si tratta di riconoscere cosa rende felice la vita, ecco che vanno a tentoni; a tal punto è così poco facile raggiungere la felicità nella vita, che uno, quanto più la cerca affannosamente, tanto più se ne allontana, per poco che esca di strada; che se poi si va in senso opposto, allora si corre veloci e più aumenta la distanza. Perciò dobbiamo prima chiederci cosa desideriamo; poi considerare per quale strada possiamo arrivarci nel tempo più breve, e renderci conto, durante il cammino, sempre che sia quello giusto, di quanto ogni giorno ne abbiamo compiuto e quanto ci stiamo sempre più avvicinando a ciò verso cui il nostro naturale istinto ci spinge. Finché vaghiamo a caso, senza seguire una guida ma solamente lo strepito e il clamore discorde di chi ci chiama da tutte le parti, la nostra vita si consumerà in un continuo andirivieni e sarà breve anche se ci daremo da fare giorno e notte con le migliori intenzioni. Si stabilisca dunque dove vogliamo arrivare e per quale strada, non senza una guida cui sia noto il cammino che abbiamo intrapreso, perché qui non si tratta delle solite circostanze cui si va incontro in tutti gli altri viaggi; in quelli, per non sbagliare, basta seguire la strada o chiedere alle persone del luogo, qua, invece, sono proprio le strade più frequentate e conosciute a tirare maggiormente in inganno.”

 

Il concetto di Seneca di felicità è abbastanza chiaro: la nostra felicità è nelle nostre mani e deve essere nostro il dovere di raggiungerla nel migliore dei modi.

 

La ricerca della felicità e Seneca

Il film di Muccino è sicuramente una grande lezione di vita. Chris si guadagnerà a caro prezzo tutto quello che poi otterrà, grazie al fatto però di non perdere mai di vista il proprio obiettivo. Cosa accomuna quindi il pensiero di Seneca e la vita di quest’uomo?

Nell’incipit sopra riportato, Seneca è molto chiaro su quel che bisogna fare: stabilire dove vogliamo arrivare, capire in che modo e soprattutto guardare tutto quello che abbiamo fatto e quello che ancora c’è da fare, ed è proprio quello che fa Chris. Aveva capito che con la vendita saltuaria di quel particolare tipo di scanner non sarebbe riuscito a ritenersi soddisfatto della sua vita e che non sarebbe riuscito nemmeno a dare una vita tranquilla a suo figlio. Per quante buone siano state allora le sue intenzioni quando decide di intraprendere quel progetto, quella non era la strada giusta per lui. Ha capito però, quasi in un lampo e rischiando quel poco che aveva, che fare lo stagista in quell’azienda sarebbe stata la svolta della sua vita e con la consapevolezza di dover sacrificare ogni piccola cosa, ci ha provato. Chris non si vergogna della sua situazione, piuttosto combatte, senza mai mollare. Ne consegue dunque, che le due idee coincidono quasi perfettamente e che di sicuro non si può essere felici sempre, ma lottare per i propri obiettivi e lottare per raggiungere un piccolo attimo di felicità, che può poi più o meno durare, è sicuramente la cosa giusta da fare:

Questa parte della mia vita, questa piccola parte della mia vita si può chiamare felicità!”

 

 

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