La filosofia che serve: Il Counseling filosofico

 

Un aiuto a rialzarsi

Generalmente con il termine “Counseling” si definisce una attività che ha come scopo quello di aiutare un individuo nel superare determinate difficoltà. Che sia un  problema familiare, una delusione amorosa, un lutto o un problema sul lavoro, il Counseling parte dal soggetto che subisce queste problematiche, sottolineando come esso sia non la causa di tutto ciò, bensì l’unica possibile soluzione.

Questa disciplina si occupa quindi di aiutare le persone nella vita di tutti i giorni, o meglio, “aiutare ad aiutarsi”.

Proprio questo significa il termine: deriva infatti da cum(con, insieme); solere(alzare, sollevarsi). Ed è esattamente questo il compito di chi pratica questa attività, aiutare gli altri a rialzarsi, aiutare chi ha perso il proprio sentiero e non sa come ritrovarlo.Esistono tante sfumature di come questo aiuto possa essere dato, ed una delle più recenti, nonché più controversa, è proprio quella della “Consulenza filosofica”.

Gerd B. Achenbach

Ritorno alle origini

La Consulenza filosofica nasce in Germania nel 1981 con il nome di Philosophische Praxis. L’inventore di questo nuovo approccio alla filosofia è il professor Gerd B. Achenbach, docente di filosofia presso l’università di Lessing, Berlino.

La motivazione principale che ha condotto Achenbach a sostenere la necessità di questo nuovo modo di affrontare la materia è il processo di isolamento, che la filosofia come altre materie umanistiche, ha lentamente ma inesorabilmente subito.Soprattutto negli ultimi due secoli la filosofia si è molto allontanata dal pubblico, rinchiudendosi sempre più nella proverbiale torre d’avorio in cui spesso gli accademici si rifugiano, per non lasciare che i non addetti ai lavori possano in qualche modo inquinare la ricerca.

Questo allontanarsi ha però prodotto una certa indifferenza verso la filosofia, indifferenza che ora si sta pagando a caro prezzo. Achenbach ha deciso di ribellarsi a tutto questo.

Rifacendosi agli insegnamenti della filosofia antica, la nuova filosofia deve tornare ad avere un immediato riscontro pratico, nella realtà quotidiana. Deve aiutare a capire i grandi e piccoli problemi della vita, e quando possibile, dare soluzioni. La filosofia deve riacquistare il suo senso perduto, e permettere all’ uomo comune innanzitutto di conoscere se stesso, poi di conoscere la realtà che lo circonda. Tutto questo grazie all’aiuto di chi ha a che fare con la filosofia tutti i giorni, il quale tramite un lavoro costruttivo e in un certo senso anche socialmente utile, mette a disposizione le proprie conoscenze, per instaurare un rapporto dialettico, dove entrambi gli interlocutori danno e ricevono conoscenza.

Controversie

La seconda ragione che ha indotto Achenbach a sviluppare questa metodologia è la sua insoddisfazione  nei confronti delle  terapie tradizionali. Questa critica, accompagnata inizialmente al grande successo  della disciplina, ha alimentato grandi polemiche sia nel mondo della filosofia, sia in quello della psicologia e psichiatria.Nonostante la consapevolezza che la consulenza filosofica non possa mai sostituirsi alle terapie convenzionali, questa può essere efficacemente utilizzata da persone competenti come ausilio. Inoltre non è necessario avere una qualche problematica per sottoporsi ad una consulenza, poichè questa è anche uno strumento di crescita culturale individuale nonché un percorso guidato per introdurre alla filosofia e ai grandi quesiti del pensiero umano chiunque non abbia dimestichezza con la teoria.

Nonostante i molti detrattori la consulenza filosofica continua lentamente ad espandersi, ed a diffondersi di nazione in nazione. Anche in Italia esistono diverse scuole ed istituti che si dedicano a questa disciplina, sostenuta inoltre da molti autorevoli filosofi ed accademici, primo tra tutti il celebre Umberto Galimberti.

Qualunque parere si abbia a riguardo, rimane il fatto che il Counseling filosofico stia prendendo sempre più piede tra esperti e non, ed è probabile che nei prossimi anni ne sentiremo parlare sempre di più.

Matteo Carloni