La fede porta unicamente al fanatismo? Capiamolo con Kant e il film Le Crociate

La moralità è un vessillo tanto fugace quanto splendente, che necessita di essere brandito da una fede epurata da fanatismo e insensatezza.

In un’epoca disperata, governata da fanatismo e guerra, scopriremo la storia di un’uomo alla ricerca di un nuovo tipo di fede. Una fede che Kant farebbe coincidere con il suo concetto di etico-teologia. Una fede che fa della ragione il ponte verso la bontà.

Alla ricerca

Baliano, un maniscalco, reo d’aver commesso omicidio verso un uomo di chiesa, decide di imbarcarsi con il suo ritrovato padre per la terra santa, dove è in atto una crociata. Sarà l’inizio di un viaggio sanguinoso e brutale che lo porterà ad interrogarsi sul vero  significato di fede, e bontà. Giunto in terra santa, e diventato sia Barone e cavaliere dopo la morte del padre, avvenuta per mano di cavalieri Francesi, dovrá destreggiarsi in una Gerusalemme tenuta in piedi da un re prossimo alla morte, ai cui piedi strisciano leccapiedi e arrampicatori sociali desiderosi di dare nuova linfa alla guerra “Santa” pur di arricchirsi e governare. Baliano dovrà scegliere se incamminarsi lungo la via del cavaliere, fatta di sacrifici e morte, o lungo la strada amorale e corrotta del potere assoluto.

Gerusalemme oggi

La fede e il volto di dio

Come può l’uomo concepire un dio su cui edificare la propria fede? E come può un dio amministrare il mondo? Secondo Kant, l’uomo possiede due facoltà principali: intelletto e ragione. Mentre la prima si occupa di espandere la conoscenza umana entrando in relazione con il mondo esterno, la ragione è volta a regolare l’intelletto e le sue funzioni. Così, se l’intelletto è un macchinario volto ad assimilare i dati del mondo, la ragione è l’ingegnere che supervisiona il suo corretto funzionamento. Ma come fa l’intelletto ad immagazzinare dati? Attraverso il giudizio, l’intelletto sarà in grandi di individuare oggetti attraverso i sensi, e poi immagazzinarli come dati dentro di sé, creando così concetti conoscitivi da cui poter attingere in caso di bisogno. Diviene chiaro quìndi, che l’intelletto parte dal particolare, dal singolo oggetto, per estrarne un concetto che sia valido universalmente. Se è così che agisce l’uomo, come può pensare dio? Come può pensare un essere che da solo è riuscito non solo a creare la natura, ma anche ad edificarne le leggi di funzionamento?

Dio possederà un intelletto intuitivo, che al contrario del nostro non si dirigerà dal particolare all’universale, ma dall’universale al particolare! Al contrario del nostro, che è un intelletto che necessita del mondo circostante per poter operare, quello di Dio è talmente potente e autonomo da poter edificare il mondo intero dal nulla.

Nel deserto del sole e del sangue

Mentre i crociati marciano con trepidazione verso la guerra, attraversando un deserto rovente come fuoco, Baliano è l’unico ad usare la ragione. Decide di abbandonare l’esercito, recandosi a Gerusalemme per difendere le migliaia di persone che la abitano. Sa bene che i crociati non vinceranno, perché il loro fanatismo ha seppellito la loro ragione sotto un deserto di odio e scelleratezza. Essi marciano in armature di ferro, sotto un sole il cui respiro emana il calore divampante dell’inferno stesso. Al grido di “ Dio lo vuole” si dirigono verso il nemico, accecati da un fanatismo che gli risulterà fatale. I crociati vengono sconfitti con facilità, e il nemico inizia a marciare verso Gerusalemme.

Il patto dei grandi

Baliano, utilizzando ragione e furbizia riesce a tenere Gerusalemme, sfiancando il nemico con continue rappresaglie e imboscate. Dopo giorni d’assedio, si giunge ad una tregua. Sia Baliano che il capo dell’esercito nemico sono uomini razionali, lontani da qualsiasi tipo di fanatismo. Così, un patto viene siglato. Baliano e la gente di Gerusalemme avranno un salvacondotto fino si regni cristiani, mentre Gerusalemme passerà al nemico. Baliano riesce nell’intento, il popolo è salvo.

Kant approverebbe molto l’operato di Baliano, facendo coincidere le sue azioni con l’affermazione di un etico-teologia. Essa consiste nell’Unione di una moralità accordata con una fede razionale. Dio, padrone eterno del mondo, garantisce all’uomo virtuoso, che fa della bontà l’unica via perseguibile, il raggiungimento del sommo bene. Così, l’etica diviene il lasciapassare definitivo per le porte del paradiso.

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