La Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola ci fa riscoprire la dimensione globale dei Gesuiti

I soffitti nella chiesa di Sant’Ignazio a Roma sono una grandissima illusione ottica, resa possibile dall’abilità di Andrea Pozzo, che sopperì alla mancanza di denaro sufficiente.

Un affresco che sfonda il soffitto e una finta cupola: sono i due capolavori di Andrea Pozzo nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, a Roma. Per la cupola vera, d’altronde, erano finiti i soldi.

L’invenzione

Si tratta di effetti ottici che crearono l’illusione di una cupola dove non c’è: se li dovette inventare l’artista Andrea Pozzo, uno degli esponenti del barocco romano, pittore, architetto e teorico della prospettiva, nonchè  membro laico della Compagnia dei gesuiti. Pozzo fu definito come il maggiore rappresentante del “quadraturismo”, un genere pittorico barocco che ebbe le sue prime radici nel Rinascimento e che ha per soggetto architetture in prospettiva che devono apparire reali. Le risorse economiche per costruire una vera  cupola erano finiti, dunque l’artista dovette escogitare questo stratagemma. Siamo all’interno della chiesa di Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio, a Roma, dove Pozzo con il suo ingegno artistico e la sua capacità di risolvere un’importante problema, costruendo anche colonne, archi e finestre “finte”.

Problem solving

Le più affascinanti opere di Andrea Pozzo furono la realizzazione degli affreschi nel soffitto della navata centrale della Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, a Roma, e  la finta cupola.  L’affresco della Gloria di Sant’Ignazio si svolge all’interno di un’incredibile architettura simulata, con colonne, archi, finestre e cornici, che innalzano in modo illusorio la volta della chiesa. A dominare è una sensazione di tridimensionalità, con un gioco prospettico che fa sembrare la navata altissima. La meravigliosa cupola, in realtà, è finta. Infatti, il soffitto di essa è piatto e al di sopra è stato applicato un dipinto prospettico su tela: si tratta di un’illusione ottica tridimensionale. L’osservatore ha l’impressione che ci sia una cupola che nella realtà non esiste. Questo espediente venne ideato per sopperire alla mancanza di fondi destinati alla costruzione della cupola. In realtà si pensa che furono gli stessi abitanti del quartiere a non volerne la costruzione poiché avrebbe oscurato il sole.

I geusiti globalizzati

L’espansione coloniale iberica rese possibile la creazione di un mondo veramente globale attraverso nuovi scambi transatlantici e transpacifici. I gesuiti emersero così come i pionieri della globalizzazione. Nessun altro gruppo fu altrettanto desideroso di fare del mondo intero il centro delle proprie attività. Prezioso fu il loro contributo nell’accorciare le distanze geografiche e nel diffondere la parola del Vangelo, in una dimensione che possiamo definire realmente globale. Il loro attivismo si contraddinse per un’intensa attività. Papa Paolo III nel 1538 approvò la Compagnia di Gesù, che fu da subito animata da zelo missionario: i Preti Pellegrini vennero inviati in tutta Europa, e poi in Asia e nel resto del mondo, rispettando i voti di povertà, carità e obbedienza assoluta alla volontà del Papa. Emblematica è la storia del suo fondatore Ignazio di Loyola, convertitosi dopo una vita dissoluta. A 30 anni Ignazio è un cavaliere della Corte Reale di Spagna. Successo, fama e onori i valori della sua vita. Poi durante l’assedio di Pamplona una palla di cannone lo ferisce gravemente ad una gamba. Subisce due operazioni a cui segue una lunga convalescenza che lo costringe a mettere ordine nella sua vita e, con un nuovo sguardo, percorrere strade nuove.

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