Il Duca e la Duchessa di Sussex riescono a mettersi al sicuro dopo essere stati assaliti e inseguiti dai paparazzi.

I due ex reali sono ormai da anni oggetto della stampa scandalistica americana, ma in questo caso i paparazzi potrebbero davvero aver esagerato.
Le dinamiche degli eventi
La coppia si trovava a New York per una cerimonia di premiazione in onore di Meghan, premiata per il suo lavoro di attivista in difesa dei diritti delle donne. Alla premiazione, oltre al marito, era presente la madre dell’attrice. Il momento felice si è subito trasformato in paura per i tre. I paparazzi sono intervenuti subito aggredendo la coppia, forse nella speranza di ottenere altre dichiarazioni calde sul rapporto con la familgia reale inglese. Harry, Meghan e la madre sono stati costretti ad abbandonare il SUV su cui erano a bordo, preso d’assalto dai giornalisti, e a prendere un taxi. Questo non ha però fermato i paparazzi che si sono messi a inseguire il veicolo con a bordo la coppia. inseguimento che è durato più di due ore e in cui sono rimati coinvolti altri veicoli, dei pedoni e due agenti di polizia.
Infine il taxi è riuscito a scappare, evitando la tragedia. Nonstante ciò non si può fare a meno di chiedersi se esista una legge che limita questo tipo di azioni da parte della stampa, visto che in un’altra occasione la tragedia è avvenuta. L’evento infatti ricordo molto il drammtico incidente che costò la vita alla madre di Harry, Lady Diana.

The right to be let alone
Nel 1890 due giovani giuristi americani, Warren e Brandeis, nel preparare una causa contro la Evening Gazette, dovettero riflettere su quali informazioni su individuo dovessero essere di dominio pubblico e quali dovessero essere tutelate. Anche se i due non furono i primi a porsi questo problema, essi insistettero sul fatto che l’ordinamento giuridico dovesse difendere il diritto di una persona a essere lasciata in pace (right to be let alone). Il caso di Harry e Meghan però non può fermarsi alle loro considerazioni. Warren e Brandeis, infatti, sostenevano che il limite per la privacy fosse la propria abitazione.
Ci viene in questo caso in aiuto la Costituzione Americana, la Bill of Rights: nonostante non ci sia un esplicito riferimento alla privacy, il Quarto Emendamento afferma, secondo quanto detto dalla Corte Suprema degli Stati Uniti, l’inviolabilità dell’abitazione del cittadino, e delle connesse privacies of life, che costituivano gli intangibili diritti alla sicurezza personale, alla libertà personale ed alla proprietà privata.
The right of the people to be secure in their persons, houses, papers and effects, against unreasonable searches and seizures, shall not be violated, and no warrants shall issue, but upon probable cause, supported by Oath or affirmation, and particularly describing the place to be searched, and the persons or things to be seized. – U.S. Constitusion, Bill of Rights, IV Amendment
Questo emenndamento assicura che la proprietà privata possa essere invasa, per perquisizioni e sequestri, sono in particolari casi. Quindi il SUV, per la Costituzione Americana è parte della proprietà privata di Harry e Meghan e rientra nel diritto a essere lasciati soli.
La risposta italiana
Se negli USA la legge sembra essere completamente dalla parte della coppia di ex-reali, in Italia la questione del limite tra professione giornalistica e privacy di un personaggio pubblico potrebbe essere più complicata. Anche nel caso della Costituzione Italiana non c’è un chiaro riferimento ai limiti della stampa, ma l’Art. 21 Cost. difende implicitamente il diritto di croncaca del giornalista oltre a dettarne, sempre implicitamente, i limiti. Nel caso di personaggi pubblici il limite che ci interessa è quello della rilevanza sociale, o interesse pubblico. Questo limite è sostenuto anche dalla deontologia dettata dall’Ordine dei Giornalisti. La rilevanza sociale è comunque un limite non calcolabile con una formula matematica e per i personaggi pubblici c’è un’eccezione. I cosiddetti VIP rientrano in una particolare categoria che li vede, nel panorama informativo, come primariamente rilevanti.
In Italia dunque sembrerebbe non esserci un vero limite verso le vite dei VIP, ma anche in questo caso la proprietà privata è considerata inviolabile e la sicurezza, sia della persona sia pubblica, deve essere savaguardata.