Kymriah: la prima terapia italiana Car-T proposta dall’azienda farmaceutica Novartis

L’AIFA ha finalmente sbloccato la prima terapia italiana nell’ambito della lotta ai linfomi. Si chiama Kymriah ed è stata proposta dalla ben nota azienda farmaceutica Novartis.

kymriah
Sacca di trasfusione per il trattamento Kymriah proposto da Novartis ed approvato dall’AIFA.

Il trattamento prevede un prelievo dei linfociti T del paziente, una loro riprogrammazione per attaccare specifiche cellule tumorali, e la reinfusione nello stesso individuo.

Trattamento Kymriah: breve carta d’identità

Kymriah è un trattamento immunocellulare a base di tisagenlecleucel (processo di ingegneria genetico per la riprogrammazione dei linfociti T del paziente) e di cellule T autologhe, cioè che provengono dalla stessa persona. Si tratta di dispersioni cellulari le cui concentrazioni dipendono dal peso soltanto se applicate su bambini, altrimenti si utilizza un quantitativo standard di 60-600 milioni di cellule T vitali. Un effetto collaterale associato a questa rivoluzionaria terapia sembra essere la sindrome da rilascio delle citochine, che si manifesta in media dopo 7 giorni dall’infusione (tempo variabile da 1 a 10 giorni solitamente).
La terapia tisagenlecleucel prevede la riprogrammazione delle cellule T del paziente mediante ingegneria genetica, con la produzione di un trasgene che codifica per un antigene chimerico (CAR, in questo caso rappresentato da un frammento di anticorpo di topo a catena singola) destinato a riconoscere ed eliminare le cellule che esprimono sulla loro superficie CD19.
L’Istituto di Ematologia Seragnoli (BO) e l’Istituto Nazionale Tumori (MI) hanno già fatto delle sperimentazioni con la Car-T e si prevede che altri ospedali, come il Bambin Gesù (RM), adotteranno tale terapia nel prossimo futuro. Bisogna ricordare che la Car-T è stata già adottata dagli Stati Uniti nel 2017 e arranca nella sua diffusione a causa degli elevati costi di somministrazione.

Linfociti T: guardiani preziosi del sistema immunitario

I linfociti T, assieme ai B, sono i principali responsabili del meccanismo di immunità acquisita. In particolare, sono coinvolti nella immunità cellulo-mediata, per cui riconoscono l’antigene patogeno soltanto se è presentato in unione a specifiche molecole del complesso maggiore di istocompatibilità umano (HLA).
Originano a partire dal midollo osseo, dalle cellule staminali emopoietiche CD34+, per poi completare la loro maturazione nel timo. Qui passano attraverso tre stadi (doppio negativodoppio positivosingolo positivo) per la completa maturazione e rientrano nel circolo sanguigno mediante le esili pareti delle venule presenti a livello della giunzione corticomidollare dell’organo precedentemente citato. Bisogna ricordare il processo di selezione linfocitaria che prevede la delezione apoptotica di tutti quei timociti in via di maturazione che possono potenzialmente scatenare una reazione autoimmune dovuta alla mancata capacità di discernere le cellule self da quelle non self.

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Vetrino di timo umano. Si può distinguere la zona corticale (esterna, più scura) da quella midollare (interna, più chiara).

 Roberto Parisi

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