Imagine, per la Ceccardi una canzone ”comunista”: la linea sottile tra la politica e i valori di un artista

Susanna Ceccardi (Lega) manifesta contrarietà per il brano di John Lennon. Vediamo però quali sono i reali parametri estetici che fanno bella una musica oltre la politica e gli ideali.

John Lennon (1940-1980)

Durante l’ultima puntata di In onda, il programma delle 20.30 che accompagna il pubblico di La7 nel corso dell’estate, si è aperto il dibattito su una delle canzoni più celebri del pop-rock: Imagine di John Lennon. Si è espressa a tal proposito anche l’europarlamentare della Lega, Susanna Casciani, criticando allo storico brano del frontman dei Beatles di aver immaginato ”un mondo senza religioni, senza confini e senza proprietà privata”. E cioè, l’utopia comunista. La domanda che ci poniamo è perciò se questo possa costituire un parametro valido per la definizione della bellezza musicale di un brano; se l’impegno politico della musica sia legittimo e se sia possibile distinguere tra una componente di musica ”intrinseca” e una più prettamente culturale.

Musica e politica

Fin dai tempi della Repubblica Platone rivendicava l’importanza del ruolo sociale e politico della musica, che secondo il filosofo delle idee incideva profondamente sul comportamento sociale e individuale al punto da farla rientrare nel campo dell’etica, e quindi dell’educazione morale. Addirittura con l’avvento del positivismo la musica comincia ad essere analizzata in termini propriamente sociologici. Insomma, come qualsiasi altra forma d’arte anche la musica si muove nel mondo in cui viene prodotta, parla di esso e ad esso, forse in modo anche più diretto che non tutte le altre discipline – specialmente nei tempi più recenti – per la sua immediata fruibilità. Ed è chiaro che chiedere all’arte di tapparsi occhi e orecchie e non parlare di ciò che vede intorno a sé sarebbe una forma di castrazione, che va ad intaccarne subito le radici. Quel che è importante far notare è che esiste una distinzione tra fare un ”favore politico” a un partito specifico lasciando un messaggio piuttosto che un altro nella propria arte, che peraltro smette in quel momento di poter essere definita tale, e il semplice canalizzare attraverso la propria opera di artista le idee in cui si crede, i propri valori, che sono eterni e vanno oltre qualsiasi caratterizzazione specifica del tempo in cui egli opera.

Ancora Lennon

Il caso Lennon

Ma cosa significa tutto questo? Significa che gli ideali di John Lennon non erano propriamente ”comunisti”, come poi uno può definirli in un secondo momento se vuole dare al brano una connotazione politica; si tratta piuttosto di ideali di pace, di fratellanza e di solidarietà. Tutti valori che come sappiamo erano da sempre cari al nostro John. L’arte deve occuparsi di arte, e la politica di politica: una musica o una letteratura politicizzate non sono mai piaciute a nessuno, di certo non sulla lunga distanza. Se una fase politica viene superata e quelle smettono di piacere, smettono di avere il valore che assumevano in quel determinato contesto sociale, allora non è nemmeno più di arte che si tratta. Perché l’arte, la musica, la letteratura – quelle create con reali intenzioni artistiche – sopravvivono anche al cambiamento storico. Se invece non gli resistono è perché la loro più profonda natura era strettamente politica: e la politica non è cosa destinata a durare, poiché è proprio la politicizzazione dell’arte a farle perdere valore.

Molti tentarono di eliminare Martin Heidegger (1889-1976) dai programmi scolastici per la sua adesione al partito nazista

L’errore al contrario

Non sono stati pochi i casi, tuttavia, in cui si è cercato di seppellire la grandezza di certi autori politicamente schierati all’estrema destra. Si pensi per esempio a Heidegger, che solo in tempi relativamente recenti ha saputo essere apprezzato al di là della sua iniziale fede nazista. O a un’autrice come Oriana Fallaci, fra le scrittrici italiane più importanti, e purtroppo spesso messa da parte per i suoi ideali definiti ”di destra”. O ancora, per tornare sulla musica, com’è stato per alcuni il caso di Franco Califano. È importante a questo proposito saper distinguere tra il credo politico e la capacità artistica, o nel caso di Heidegger la grandezza filosofica. Soprattutto se l’opera dell’autore non ha avuto a suo tempo un ruolo di pura propaganda politica ma anzi l’importanza della sua produzione ha persistito anche oltre il passaggio storico, e le sue intenzioni filosofiche, musicali o letterarie superavano qualsiasi esigenza politica del momento: qualsiasi fosse il suo credo, non era mai superiore a quello della sua creazione né tantomeno era al suo servizio.

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