La morte del padre, uno zio crudele, un fantasma… E se il classico Disney fosse una rivisitazione dell’opera shakesperiana?
Tutti conosciamo la storia del piccolo Simba, il figlio di Mufasa impaziente di prendere il potere e divenire re. Non è l’unico però ad avere quest’ambizione: a condividere la stessa aspirazione è Scar, suo zio, che non esiterà ad uccidere il fratello e scacciare il cucciolo inconsapevole e devastato dal dolore. Allo stesso modo Amleto, principe di Danimarca, soffre immensamente per la scomparsa improvvisa di suo padre il re e per l’ascesa al trono di suo zio…
“Lunga vita al Re”
Sia Amleto che Simba sono accomunati dal fatto di aver perduto il padre. In entrambe le opere questa figura viene ricordata come saggia, giusta, affettuosa con la propria coniuge e degna di governare. Viceversa, gli zii sono da subito inquadrati in antitesi: crudeli, inadatti a divenire sovrani, egoisti e spregevoli. Questa è la descrizione che, fin dal primo atto della tragedia, leggiamo uscire dalle labbra del principe di Danimarca, ancora inconsapevole del vero motivo della morte del re.
Allo stesso modo la prima sequenza del Re leone, che non a caso si apre su Scar intento a lamentarsi di essere solo secondo, rende evidente l’inclinazione del fratello di Mufasa.
Entrambi congetturano per uccidere, con successo, il maggiore, a loro superiore per virtù e fortuna, a scapito dei figli, legittimi eredi al trono. Questi sono troppo giovani e ingenui per comprendere autonomamente la verità; se Amleto è convinto che il re sia morto di morte naturale, Simba, a causa delle trame di Scar, crede di essere lui l’assassino. Solamente con la rivelazione da parte del fantasma per Amleto e dello zio per Simba, scopriranno la verità. Nonostante questo, il desiderio di riscattare il padre è vivo nei loro animi e li porterà a ribellarsi, seppur in modalità differente, al regime malvagio imposto dal loro rivale politico.
“Ricordati chi sei”
Amleto è disperato: sua madre, dopo così poco tempo dalla morte di suo marito, si è già risposata con il nuovo sovrano. Lui invece è troppo addolorato per poter svestire il lutto, e si aggira malinconico per le stanze del palazzo a tal punto da far proccupare la regina. Eppure, bastano poche parole per ridestare il principe dal suo torpore: alcune guardie che fanno da sentinelle di notte hanno visto l’ombra di un fantasma somigliante al re defunto. Amleto all’inizio crede a uno scherzo, eppure decide comunque di andare a controllare di persona… E ciò che vede lo lascia senza parole. Eccolo lì, pallido, severo e triste. Quel bel volto tanto amato e ricoperto di lacrime nell’ultimo mese, ora muto, che lo fissa. Quella bocca che lentamente si apre, sino a rivelare al principe la verità. Una verità atroce, che porterà Amleto al desiderio di vendetta…
Anche Simba è tormentato. Pensava finalmente di aver trovato il suo posto, lontano da casa, con dei veri amici. Ma l’amore del suo passato l’ha ritrovato, l’ha conquistato. Gli ha ricordato i suoi doveri nei confronti del popolo, gli ha dipinto l’atroce scenario del regno devastato dall’egoismo di Scar. Eppure non è così semplice, non può dirle che il colpevole della morte di Mufasa sia proprio lui. E allora scappa, si perde… E mentre è perduto incontra uno strano sciamano. Egli è anziano, come comparso dal nulla, da un meandro della memoria, in un lampo gli fulmina il cuore: il re è vivo, lui può mostrarglielo. E Simba, seppur anch’egli inizialmente scettico, si ritrova a parlare nuovamente con il suo amato padre. Mufasa lo spronerà a tornare a casa, a riprendersi il trono. Così, anche lui sceglie la via della vendetta: anche lui, dopo l’incontro col re defunto, sceglie di detronizzare lo zio per ristabilire un nuovo ordine.
“Essere o non essere?”
La sofferenza è un fardello troppo pesante per poter essere sopportato; è questo che si ritrova a pensare tra sè Amleto, dopo aver parlato con il padre. Sarebbe forse più facile morire, abbandonare ogni dolore, ogni angoscia della vita umana. Dormire un sonno eterno, senza più essere sottoposti alle dure ferite che ogni giorno la vita ci infligge. Il principe si ritrova a riflettere su cosa sarebbe meglio scegliere: forse dovrebbe semplicemente affidarsi alla morte.
In maniera non dissimile anche nel Re Leone emerge questo aspetto: dopo la morte del padre il cucciolo vaga senza meta, fino a svenire in fin di vita in mezzo al deserto. Quando viene soccorso da coloro che diverranno poi i suoi più fedeli alleati, non è poi così felice di essere salvato. Nondimeno, la scelta di crescere nella giungla senza tornare a casa, dandosi all’ozio e imponendosi di dimenticare il passato, rientra in quella che si può definire morte apparente, o quantomeno stasi.
Entrambi i principi si ritrovano a riflettere, egoisticamente, su ciò che sarebbe meglio per loro. Entrambi, anche se per poco, giungono alla conclusione che la morte, forse, non sarebbe la compagna così sbagliata da eleggere al proprio fianco. Tuttavia i loro doveri verso il regno, ma soprattutto verso il padre, prendono il sopravvento sulle loro paure: è l’inizio della fine per Amleto, della rinascita per Simba.
Davvero un gran bell’articolo!
Grazie!