Il potere dello sguardo raccontato dalle vittime di aggressione e dal libro “L’abisso negli occhi”

L’aggressione con acido è premeditata, al fine di sfigurare, mutilare o uccidere la vittima. Il più delle volte le vittime perdono l’uso della vista e questo non è un caso: lo sguardo femminile rappresenta un abisso imperscrutabile e, pertanto, una minaccia. 

La violenza sulle donne è, ahimé, una ferita ancora viva e pulsante all’interno della nostra società. Tristemente noto è il caso di Gessica Notaro che, come molte donne nel mondo, ha subito vitriolage (sfigurazione con acido o agenti corrosivi), ma quali sono le radici di un gesto simile?
Possiamo ricondurre una mutilazione del viso ad una mutilazione che passa attraverso lo sguardo: chi compie un gesto simile vorrebbe condannare la vittima ad un’esistenza in cui nessun altro, dopo di lui, possa mai guardarla o, in alcuni casi, ad una condizione di cecità per la vittima o comunque di grave compromissione della vista.
Tutto sembra ruotare attorno allo sguardo.
Come evidente nel testo di Liliana dell’Osso e Barbara Carpita “L’abisso negli occhi” lo sguardo rappresenta un elemento potente all’interno di ogni relazione umana, tra i più intensi e inafferrabili.
Non è quindi un caso che secondo alcuni studi sia emerso che al di là dei caratteri sessuali secondari ci sia proprio lo sguardo, apice della seduzione e del possesso.

La Notaro paladina delle vittime di violenza

Esce su Repubblica questa settimana un videoclip realizzato da Gessica Notaro, che si configura come un vero e proprio inno alla vita, il canto di chi ha subito una violenza aberrante ma non la reputa una mutilazione.
La Notaro è stata sfregiata dall’ex fidanzato Edson Tavares (condannato in secondo grado) e proprio in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, decide di mostrare il suo volto e il suo occhio coperto da una benda, per diffondere un messaggio forte, che racconta la sua rinascita, sperando possa essere d’aiuto a tutte le donne che subiscono violenze (verbali, psicologiche e fisiche) ogni giorno.

 

 

Il vitriolage o aggressione con l’acido

Sono raccapriccianti i dati statistici che mostrano quanto sia diffusa la pratica dell’aggressione con acido, che può danneggiare i tessuti e addirittura le ossa della testa, sciogliendole.
Si tratta di un fenomeno particolarmente diffuso in paesi asiatici come Bangladesh, India, Pakistan e Vietnam, ma secondo i ricercatori e gli attivisti per i diritti umani è un fenomeno presente anche in Etiopia, Sudafrica, Uganda Cina, Laos e Kenya. L’intento è danneggiare in modo permanente l’esistenza della vittima, che solitamente sviluppa difficoltà sociali e psicologiche molto gravi, a causa delle cicatrici e della cecità (molto frequente).

L’abisso negli occhi

Il vitriolage si presenta quindi come un atto estremo, una punizione quasi mafiosa, un regolamento dei conti irreversibile in cui ancora una volta si cerca di riportare la donna a un oggetto di proprietà, privato della sua caratteristica essenziale: lo sguardo, espressione della sua femminilità. 
Per alcune tribù islamiche la femminilità di una donna risiede nei suoi capelli (ecco perché vanno nascosti, perché veicoli di una grande carica erotica), ma nella società occidentale non a caso si dice che “Gli occhi sono lo specchio dell’anima”. Al di là delle banalizzazioni fatte a riguardo, gli occhi rappresentano un passaggio verso il nostro mondo interiore, uno strumento di magnetica connessione verso l’altro.
La letteratura classica ci lascia molti esempi utili, tra cui lo sguardo di Medusa, temibile ma affascinante, che si presta a diverse letture. Come osservato ne “L’abisso negli occhi” la pietrificazione nel racconto mitologico non è forse attualissima, al giorno d’oggi? Pietrificante è infatti lo sguardo altrui che tende a oggettificare, a considerare come esseri inanimati e pertanto privi di libertà e autodeterminazione.
E immaginare ad oggi, in una società patriarcale, l’esistenza stessa di Medusa è inaccettabile perché è talvolta l’uomo a pietrificare la donna, a credere di poter decidere chi possa guardarla e chi no e, addirittura, a decidere se ella possa ancora posare lo sguardo altrove.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.