Confrontando diversi casi, alcuni ricercatori hanno sviluppato delle teorie interessanti riguardo all’impatto che il nostro abbigliamento può dare. Ecco tre esperimenti tra i più interessanti al riguardo.
Se vi è mai capitato di sentirvi inadeguati in una situazione per il modo in cui eravate vestiti, pensate agli attori che seguendo le direttive di Francesca Gino (ricercatrice di Harvard) hanno avuto il coraggio di entrare nei negozi di abiti di lusso più costosi in assoluto con tuta, scarpe da tennis, cappellino improponibile e occhiali da sole.
Diverso non sempre è male
Lo scopo era dimostrare che non sempre essere vestiti come da “etichetta” è un bene, in certe situazioni indossare qualcosa di alternativo o non consono è anzi un segno distintivo. Uno degli esempi lampanti di questa teoria è il miliardario Mark Zuckerberg che non ha cambiato di molto il guardaroba rispetto ai tempi universitari. È un dato di fatto che si sia presentato a molti appuntamenti importanti in jeans e felpa. Questo non ha mai tolto credibilità alla sua azienda, come dimostrano i guadagni e la sua inarrestabilità nel mondo finanziario.
Questa teoria è stata dimostrata anche dall’esperimento citato prima: le commesse dei negozi rivolgevano molte attenzioni agli attori vestiti sportivamente, credendo che fossero più abbienti dei clienti con costosi abiti di lusso.
Una reporter del New York Observer, interessata dallo studio, provò a ripetere l’esperimento in autonomia e i risultati furono identici. Quando Randi Newton entrò nel negozio vestita con occhiali da sole e vestiti sportivi la commessa credette che fosse un’attrice e le mostrò le linee di make up più costose. Quando tornò ben truccata, con vestiti eleganti e un cane di piccola taglia invece fu quasi ignorata.
Come però fece notare Francesca Gino, questo genere di comportamenti si ha solo in ambienti in cui l’essere informale e “mal vestito” è una caratteristica rara. Nella vita quotidiana non funziona sempre così.
Il mendicante e il businessman
Vi è mai capitato di vedere un video in cui un attore finge di stare male per strada, prima vestito bene e poi da mendicante? È un altro esperimento, messo in scena in Francia. Nel primo caso, le persone attorno si fermano ad aiutarlo e chiamano immediatamente i soccorsi. Nel secondo, nessuno si preoccupa, nessuno ascolta la richiesta di aiuto del senzatetto. La dimostrazione che nell’ambiente quotidiano i vestiti che indossi possono fare la differenza.
Il camice può fare il medico?
Un ultimo esperimento che vale la pena prendere in considerazione è quello della Northwestern University. Gli studenti sono stati divisi in tre gruppi che indossavano diversi vestiti. Il primo un abbigliamento casual, il secondo un camice bianco definito dai ricercatori “da pittore” e il terzo un camice “da medico”. Lo scopo era vedere quale gruppo avrebbe colto più differenze tra due immagini simili in breve tempo. Il gruppo col camice “da medico” ebbe i risultati migliori. Insomma, come ci vestiamo probabilmente influenza anche come ci vediamo.