Il percorso di redenzione tra letteratura e cinema: l’Innominato e Darth Vader

Due “cattivoni” veri, un unico destino comune: la redenzione.

Anakin-Darth Vader, lupsclub

Si dice: “La speranza è l’ultima a morire” e stavolta è proprio così! Il temutissimo fuorilegge e l’implacabile garante dell’ordine imperiale: due villains che hanno visto… la Luce!

Il misterioso personaggio manzoniano

Fare ciò ch’era vietato dalle leggi, o impedito da una forza qualunque; esser arbitro, padrone negli affari altrui, senz’altro interesse che il gusto di comandare; esser temuto da tutti, aver la mano da coloro ch’eran soliti averla dagli altri; tali erano state in ogni tempo le passioni principali di costui.” Questo il passo manzoniano, tratto dal capitolo XIX de: “I Promessi Sposi”, grazie al quale incontriamo il nostro primo protagonista: “L’innominato“.
Un uomo terribile, attorno a cui aleggia un’atmosfera cupa e orrorosa, facilmente immaginabile seduto in “scranno” mentre dal suo “nido insanguinato” controlla come un rapace attentissimo la situazione. L’appellativo stesso, “L’Innominato”, è estremamente indicativo e pregnante del soggetto a cui ci stiamo avvicinando: “E il suo nome significava qualcosa d’irresistibile, di strano, di favoloso”. Assoluto padrone della scena è quindi il mistero, che trova in questo personaggio il suo centro di irradiazione: di lui quasi nulla è noto, fatta eccezione per la sua spietatezza. Figura apparentemente inscalfibile, si potrebbe affermare: ma se al di fuori egli è “selvaggio signor” nel profondo, invece, il senso di colpa per una vita criminosa e il terrore per il giudizio divino crescono sempre più. Con il suo ultimo incarico, ovvero il rapimento di Lucia, egli giunge al punto di non ritorno: la redenzione è già in atto. L’animo arde e la coscienza, infangata da anni e anni di malefatte, non lascia alcuna quiete al fuorilegge che non dorme e forse non dormirà più, fino a che non si sarà mondato completamente. È poi con l’arrivo in città del Cardinale Federico Borromeo che il cambiamento si compie finalmente: camminando tra la folla, per la prima volta senza i suoi bravi a scortarlo, fa visita al prelato, non affatto spaventato dall’inconsueto ospite. L’animo pentito confessa i suoi turbamenti aprendosi come mai prima, stanco e colpito nel segno da Lucia, quella giovane ragazza innocente che era stata l’unica a vederlo commosso. L’abbraccio con Federico conclude la vicenda e per l’Innominato può ora iniziare una nuova vita.

“L’Innominato”, Francesco Hayez, Wikipedia

 

Il cattivo “non cattivo”: Darth Vader

La paura è la via per il Lato Oscuro. La paura conduce all’ira, l’ira all’odio, l’odio conduce alla sofferenza. Ah! Io sento in te molta paura”. Così si esprime Yoda, sommo maestro Jedi di: “Star Wars”, nei confronti di Anakin Skywalker, un bambino dalle doti straordinarie scovato sul remoto pianeta di Tatooine. Quel bambino, crescendo, diventerà un Jedi, forse il più potente mai esistito: saranno però la smania di un potere illimitato e la paura di perdere l’amata Padme, in dolce attesa, a condurlo verso il Lato Oscuro. “La paura è la via per il Lato Oscuro”. Purtroppo così sarà. Il signore dei Sith Darth Sidious, conscio del conflitto interiore vissuto del ragazzo, alimenterà sempre più la paura del giovane Skywalker, che verrà corrotto sino nel profondo da Darth Vader. Con il passare degli anni diverrà una sorta di “Ministro del Terrore”, stroncando con mano ferma qualsiasi offensiva della Ribellione. Egli è, infatti, il fedelissimo braccio destro dell’imperatore nonché suo maestro Darth Sidious. Questa, in breve, la storia di vita del secondo protagonista di oggi, che sarà innegabilmente destinato a dover combattere dentro sé con pulsioni ed emozioni del tutto contrastanti. Dietro l’iconica  e nera armatura, uno spiraglio di Luce sopravvive ancora, nonostante il dolore pervasivo e mortifero di ogni buon sentimento. La flebile ma presente fiammella di speranza sarà, ben presto, destinata a divampare grazie all’intervento del figlio e Jedi Luke. Lo stesso Luke, perno fondamentale della Ribellione in lotta con il dispotismo imperiale, percepito un turbamento nell’equilibrio della Forza, vorrà incontrare il padre per tentare di strapparlo al tetro abisso del Lato Oscuro. Incontratisi, i due inizieranno uno scontro violento brandendo le loro spade laser, scontro che vedrà prevalere in ultima battuta il giovane Jedi: egli avrà l’occasione di uccidere il padre, colpevole di crimini indicibili anche verso i suoi amici,  ma non lo farà, dimostrandosi un Jedi onesto e incorruttibile. Darth Sidious, spettatore attento della scena, abbandonerà quindi il proposito iniziale di traviare Luke al Lato Oscuro e lo colpirà quasi a morte con i Fulmini della Forza. E Darth Vader? In principio obbediente al suo maestro, nel vedere il figlio soffrire atrocemente decide di riscrivere il proprio destino. La scena principale de: “Il ritorno dello Jedi”, ultimo film della trilogia originale, racchiude in sé tutto il dissidio del protagonista: nell’assistere ad uno spettacolo così doloroso, il barlume di Luce ancora presente esplode con prepotenza, prendendo il sopravvento sull’inquinato animo del Sith. Il ritrovato Anakin solleva dal terreno l’imperatore, subendo anch’egli la furia cieca dei Fulmini della Forza e lo scaraventa nel vuoto, salvando così suo figlio. Lo sforzo avrà però conseguenze drastiche. Anakin è sul punto di morire. Chiede quindi al figlio di toglierli la maschera per vederlo con i suoi veri occhi almeno per una volta e, davanti alla volontà di Luke di salvarlo portandolo con sé, spirando dice: “Lo hai già fatto Luke! Avevi ragione…avevi ragione nei miei riguardi”. La redenzione è completa e la lacrima dello spettatore appassionato fatica a non scendere. Anakin è tornato!

Morte di Anakin Skywalker, Youtube

Così distanti, eppure così vicini

Due storie lontane l’una dall’altra, sia nel tempo che nello spazio. Due storie in grado, però, di suscitare emozioni viscerali, di connettersi con il nostro sentire più celato. Due storie che parlano di riscatto, un riscatto insperato e forse nemmeno immaginato che poi, però, si realizza in modo vero e totalizzante. Due storie che sottolineano quanto una persona, che sia una dolce ragazza innocente, un cardinale o un figlio risoluto e speranzoso, possa rappresentare il motore per un cambiamento importante. Grazie al loro esempio noi lettori, da questo momento in poi,  non abbiamo più scuse: due “cattivoni” DOC sono ora due pacifici agnellini. Se ce l’hanno fatta loro, perché non dovremmo riuscirci anche noi?

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