I greci hanno creato un mito per spiegare l’esistenza della Via Lattea ma come percepiamo il suo colore?
La Via Lattea esiste da miliardi e miliardi di anni e il suo colore biancastro ha suscitato la creazione di miti e leggende da parte dei nostri antenati, ma prima della nascita della vita sulla terra essa non aveva colorazione
Il mito greco sulla Via Lattea
Il nome della nostra galassia, Via Lattea, prende spunto da un noto mito attraverso cui i padri della nostra cultura tentarono di spiegare l’esistenza della lunga scia bianca e luminosa visibile nei cieli notturni ad occhio nudo. La leggenda narra di come il re degli dei Zeus ebbe una relazione extraconiugale con una donna mortale di nome Alcmena grazie ad uno stratagemma, ovvero facendo visita alla donna sotto le sembianze di suo marito Anfitrione il quale era però partito per la guerra. Il dio greco si unì a lei in una notte d’amore appositamente protratta per tre giorni ma, quella stessa notte, il vero Anfitrione tornò a casa unendosi successivamente anche lui con la donna. Da queste relazioni nacquero Eracle (Ercole), figlio di Zeus, e Ificle, figlio di Anfitrione. Era, sorella e moglie di Zeus, tentò ingelosita di eliminare il piccolo Eracle ma senza ottenere alcun successo. Il semidio fin dalla nascita mostrò doti strabilianti e Zeus decise di renderlo immortale ma per far questo era necessario che il piccolo Eracle bevesse il latte dal seno della madre degli dei, Era. Per riuscire nel suo intento, Zeus approfittò del sonno di Era e avvicinò il piccolo semidio al suo seno ma Eracle lo agguantò con eccessiva forza tanto da svegliare la donna e facendole schizzare così alcune gocce di latte un po’ per terra e un po’ nel cielo. Le gocce cadute in terra divennero gigli mentre quelle schizzate verso l’alto andarono a formare la Via Lattea.
(Tintoretto, Nascita della Vi Lattea, 1578-80, Londra, National Gallery)
Lunghezze d’onda
Come mai vediamo la Via Lattea di colore bianco? Le persone sono, in media, in grado di discriminare 2,3 milioni di colori diversi. Isaac Newton fu il primo a dimostrare, grazie a un prisma, come la luce del sole (o spettro visibile) sia in realtà composta da più colori. Lo spettro visibile è però solo una piccola parte di un più ampio spettro elettromagnetico che comprende tutte le forme di energia ma che si distinguono tra loro solo per la lunghezza d’onda la quale produce poi in noi la sensazione visiva (ogni lunghezza d’onda corrisponde a un colore). Quindi vediamo la Via Lattea di colore bianco poiché stelle e nebulose che la compongono emanano luce bianca formata dalle lunghezze d’onda che vanno dal rosso al violetto.
Il sistema visivo
La percezione del colore dipende sia dalla luce riflessa di un oggetto sia dal sistema visivo. Il sistema visivo è molto complesso e articolato e per la percezione del colore ricopre un ruolo fondamentale la retina la quale contiene i fotorecettori ovvero le cellule in grado di trasformare i segnali luminosi in segnali elettrici da inviare successivamente al cervello. I fotorecettori sono di due tipi e con diverse funzioni: i coni, i quali permettono la visione di colori e dettagli, e i bastoncelli, i quali entrano in funzione quando c’è scarsa luminosità e nello specifico ci permettono una visione scotopica o crepuscolare. Un altro fattore importante per la percezione del colore è la luce riflessa dagli oggetti illuminati. Se l’oggetto assorbe tutta la luce esso appare nero, se invece l’oggetto riflette tutta la luce appare bianco e infine se l’oggetto assorbe alcune lunghezze d’onda e ne riflette delle altre apparirà del colore della lunghezza d’onda che riflette.
Senza vita non c’è colore
Un mondo in cui non esiste l’uomo o qualunque altra forma di vita in grado di recepire le onde elettromagnetiche emesse dalla luce sarebbe un mondo buio, cupo e senza alcun colore. È la vita che colora l’universo.