Il film “le Crociate” ci racconta la disastrosa disfatta cristiana nella Terza Crociata

Il fenomeno crociato è uno dei più complessi episodi della nostra storia. Racchiude in sé profonde contraddizioni e mote sorprese.

L’Importanza delle Crociate sia come avvenimento storico che, come lascito culturale, è immensa. Ben pochi avvenimenti sono stati così complessi, longevi e contraddittori come l’avventura religiosa e militare vissuta dai nostri antenati di mille anni fa.

Le Crociate come idea. Che cosa sono?

Il fenomeno crociato è estremamente complesso. Si compone di anime molto diverse ed eterogenee nonostante è spesso spiegato come piatto ed omogeneo. Per capire di cosa stiamo parando basteranno alcune semplici, ma non ovvie, coordinate. In primis le Crociate sono una forma moto particolare di pellegrinaggio, un pellegrinaggio armato. L’obiettivo primario che spinge la gente a partire per andare a riconquistare Gerusalemme non è la creazione di un dominio politico (i capi invece avranno questo in mente) ma la volontà di andare a vedere e toccare con mano i luoghi sacri della religione cristiana, rivivere per quanto possibile il cammino di Cristo ed immedesimarsi nella sua passione. Secondariamente ci sono forti interessi economici e sociali, ad esempio la necessità di sfogare la ricchezza demografica europea e di ottenere un saldo controllo commerciale del Mediterraneo.

Detto ciò, che fa un po’ da sfondo al nostro breve racconto, bisogna aggiungere che le Crociate si sono caratterizzate fin da subito come una guerra santa. Anzi, sono diventate nel tempo sinonimo di guerra santa nel linguaggio non specialistico. Questo significa che nella mente di chi partecipava l’idea era quella di stare facendo una cosa doverosa, gradita a Dio e che gli avrebbe garantito il paradiso. Questo implicava che anche l’uccisione di un infedele, nella percezione comune, garantiva il paradiso. La contraddizione sta proprio in questo. Questa gente credeva fermamente in Dio e nella Bibbia, dove sta scritto chiaro e tondo non uccidere; eppure, riuscivano a far coesistere una violenza brutale con una religiosità molto profonda (ovviamente in genere). È una contraddizione che s ripresenta più volte nel corso della storia e non solo qui in Occidente.

Dalla Prima alla terza Crociata. L’epopea dei cristiani

La prima Crociata dura più di 3 anni e si conclude poco dopo la presa di Gerusalemme (1099). Da allora i nostri antenati si installano stabilmente in Medio Oriente costruendo un regno latino. E per quasi due secoli manterranno il controllo di quei territori, anche se con moltissima fatica. In realtà i problemi cominciano già subito dopo la presa di Gerusalemme, dato che i musulmani giocano in casa e vanno in contro a difficoltà logistiche e di vario genere minori. Il momento di maggior declino Cristiano è sicuramente la Terza crociata, quella a cui partecipa Riccardo Cuor di Leone. Infatti, durante questo conflitto Gerusalemme verrà riconquistata dai Turchi (1187). I cristiani l’avevano tenuta per quasi un secolo.

La Terza Crociata fallisce principalmente per la scarsa coordinazione dei vari eserciti crociati e per l’inettitudine dimostrata da Guido di Lusignano, marito di Sibilla la sorella del re di Gerusalemme Baldovino IV) e pretendente a trono di Gerusalemme. È proprio Guido che conduce alla disfatta, presso il lago di Tiberiade, il forte esercito crociato che era stato messo in piedi per contrastare la pericolosa avanzata del Saladino. L’esercito crociato, senza acqua, viene completamente circondato dai musulmani e costretto alla resa, lasciano sguarnita la città di Gerusalemme, che sarà poi presa dal Saladino. Insomma, è con la Terza Crociata, e soprattutto con la presa di Gerusalemme che il controllo occidentale sui territori conquistati si allenta, anche a causa del valore simbolico di tale perdita.

Il film “Le Crociate” ovvero l’accuratezza storica

Il film di Ridley Scott è un grandioso colossal storico che si prefigge di raccontare l’epopea della Terza Crociata restituendo un’anima e un volto a questi protagonisti così lontani da noi. A parte le evidenti parti romanzate e qualche forzatura qua e là nel complesso il film se la cava piuttosto bene. Nonostante la materia complessa riesce a restituire con vivo realismo i nodi e i problemi principali che hanno portato alla fine dell’epopea crociata. Si mostra Baldovino IV, il re di Gerusalemme, che all’epoca è un ragazzino, affetto da lebbra, malattia che lo portò alla morte molto giovane. Si mostra Guido di Lusignano, Sibilla e tanti altri personaggi realmente esistiti e, seppur caricaturati, in qualche modo fedeli alla loro controparte storica.

La figura di Baliano è inventata, e rappresenta l’eroe attorno al quale ruota la trama del film. Un po’ uno stereotipo dell’eroe medievale, cortese, cavalleresco, che sa combattere e che sa essere diplomatico. Come quando tratta la resa di Gerusalemme con il Saladino. Gli ambienti sono ricreati con una certa cura ed attenzione e anche i costumi richiamano molto da vicino gli abiti dell’epoca. La cura verso il dettaglio storico non è però così estrema, e gli sceneggiatori si sono prese le dovute libertà. Nel complesso, dunque il film è aderente all’anima dei fatti narrati nonostante se ne discosti di tanto in tanto per esigenze cinematografiche. Una buona prova sia per il regista che per gli attori, che danno vita ad un cast molto verosimile ed accattivante.

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