Il dramma del superstite: analizziamo gli effetti della catastrofe su chi ne rimane “indenne”

Eventi particolarmente rischiosi o stressanti, come trovarsi nel bel mezzo di un incendio, possono avere conseguenze negative sulle persone che le vivono.

Risultato immagine per traghetto a fuoco

Nella notte tra il 17 e il 18 Febbraio di fronte alle coste della splendida Corfù (isola ellenica tra Italia e Grecia) è scoppiato un grave incendio in un traghetto con a bordo diversi passeggeri, tra cui un ragazzo che è stato in seguito trovato vivo a poppa del traghetto.

La reazione del superstite

Da quanto riportato su diverse testate giornalistiche le prime parole del ragazzo ventunenne di origini bielorusse tratto in salvo dalla guardia costiera greca sono state: per fortuna sono vivo”. In seguito, i lettori vengono tranquillizzati riguardo la buona salute del ragazzo che è stato portato in ospedale solo per accertamenti. Tuttavia, ai più curiosi qualche domanda sorge spontanea: cosa intendono per buona salute? Che accertamenti vengono fatti in seguito a una situazione del genere?

Cos’è la salute? ecco la risposta dell’ OMS

La maggior parte di noi leggendo “buona salute” avrà immediatamente pensato “menomale, quel povero ragazzo è vivo e vegeto senza gravi ustioni o ferite” , tuttavia il concetto di salute è più ampio e complesso di come possa sembrare. Nello specifico l’organizzazione mondiale della sanità (OMS) la definisce come uno “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia “. Tale definizione apre le porte a un mondo di riflessioni legate alla presunta buona salute del ragazzo tratto in salvo, in particolare in merito agli aspetti “psichico e sociale” la cui valutazione può risultare complessa e articolata e anche per questo, forse, spesso trascurata.

Trauma, disturbi e sintomi

Entrando nel merito della salute psichica bisogna considerare come eventi del genere possano minare l’equilibrio psicofisico del soggetto che li vive e che ha la fortuna di sopravvivergli. Le conseguenze di tali drammatiche situazioni possono essere talmente nefaste, anche a livello mentale, che nella quinta edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5) è stata dedicata un’apposita sezione ai disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti, nella quale rientrano le seguenti patologie: disturbo reattivo dell’attaccamento, disturbo da impegno sociale disinibito, disturbo da stress post-traumatico, disturbo da stress acuto e disturbi dell’adattamento.                   Se i primi due sono diagnosticabili solo durante il periodo dell’infanzia, gli altri tre potrebbero essere la triste conseguenza che eventi particolarmente intensi, imprevisti e rischiosi, come trovarsi nel bel mezzo di un traghetto in fiamme, piuttosto che una catastrofe naturale, una guerra, un abuso (spesso traumi subiti da mano umana hanno conseguenze psichiche maggiormente nefaste), possono portare alla salute di chi li vive. Nello specifico, sia il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) che quello da stress acuto comprendono vari sintomi quali: pensieri, ricordi e/o anche sogni ricorrenti e intrusivi associati all’evento traumatico, evitamento persistente di stimoli associati all’evento, alterazioni negative di pensieri ed emozioni e alterazioni dell’attivazione psicofisica come ipervigilanza, problemi di sonno, di concentrazione, ecc… L’unico aspetto che li differenzia è la durata di tali sintomi, se per poter diagnosticare il primo le suddette problematiche devono persistere per più di un mese, per il secondo la durata va da un minimo di 3 giorni a un massimo di un mese. Mentre, con la dicitura disturbi dell’adattamento si fa riferimento all’insieme di risposte disadattive che il soggetto ha in seguito a un evento stressante, la cui durata non persiste per più di sei mesi. Quindi, questo ragazzo anche se adesso è in salvo è destinato a sviluppare uno di questi disturbi? Assolutamente no, l’insorgere di una tra le patologie precedentemente descritte richiede la presenza di un evento traumatico o stressante come aspetto necessario ma non sufficiente allo sviluppo di esse. Sicuramente, però, sarebbe opportuno svolgere un accertamento sia medico che psicologico, magari introducendo anche degli interventi di debriefing e defusing al fine di limitare i rischi.

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