Il condizionamento classico è una forma di apprendimento che porta alla formazione dei giudizi circa gli oggetti di atteggiamento. Le interviste di Marco Montemagno sono un esempio di come questo processo inconsapevole può essere dannoso senza le dovute precauzioni.
Marco Montemagno è uno dei maggiori e più influenti youtuber della community italiana, i sui video a tema business, sono stati visti decine di milioni di volte. Dopo essersi costruito una cospicua visibilità su Facebook ha cominciato a produrre contenuti con frequenza ingente su YouTube, nel momento in cui la piattaforma stava decollando a discapito della creatura di Mark Zuckerberg. La sua presenza invasiva gli ha permesso di essere visto dalla community in maniera positiva distanziandosi in maniera netta da tutti quei guru che promettono di fare “il grano” in pochissimi giorni, apparentemente senza nessun impegno. Proprio in virtù di questa sua valenza positiva che con il tempo ha assunto nasce l’importanza di selezionare quelle che sono sono le figure cui decide di dare visibilità con le sue interviste in modo da produrre contenuti che siano compatibili con un paradigma di intrattenimento ed informazione sano. Da un anno a questa parte, infatti, Montemagno ha iniziato una serie di interviste con figure di spicco del web, del mondo del cinema, della comunità scientifica e della televisione. Tra i tanti spiccano figure come Fabio Rovazzi, Paolo Kessisoglu, Dario Bressanini (professore universitario, chimico e divulgatore scientifico) e molti altri. Altre volte invece hanno partecipato alle interviste personalità ambigue tra le quali spicca Claudio Messora il cui sito Byoblu è stato inserito da BUTAC (sito di debunking italiano) nella lista nera dei siti di informazione. Vicino al fondatore di Vox Italiae Diego Fusaro, Messora simpatizza per ogni “intellettuale” che possa portare un pensiero alternativo al “pensiero unico” ritenuto il male del nostro tempo, sfociando spesso nel complottismo e nell’anti-scientismo.
In questo articolo si vuole comprendere in modo il condizionamento classico può portare ad una normalizzazione di determinate tematiche e figure dannose per l’opinione pubblica. Il presupposto fondamentale è essenzialmente la superiorità di un sano progetto di informazione basato sul fatto verificabile e non sul complotto non verificabile.
Condizionamento classico
Il condizionamento è un metodo di apprendimento comune tra le varie specie animali studiato per la prima volta da Pavlov, fisiologo russo vissuto a cavallo tra XIX e il XX secolo. Egli notò che il suo cane nel momento in cui vedeva la ciotola del cibo cominciava a salivare, lo scienziato spiegò il fenomeno attraverso un esperimento: presenta un numero ripetuto di volte uno stimolo acustico, come il ticchettio di un orologio prima di somministrare il cibo al cane. Dopo aver ripetuto questa azione dalle 5 alle 10 volte ciò che accade è un trasferimento di valenza dal cibo al ticchettio dell’orologio. Lo stesso ticchettio diventa predittore della presenza del cibo causando la salivazione. Lo stesso meccanismo si presenta, in altre forme, nell’essere umano sicché siamo animali tanto quanto il cane e i processi psicologici più semplici sono condivisi. Nel giudizio sociale gli atteggiamenti si formano anche per condizionamento classico cioè per trasferimento di valenza da uno stimolo ad un altro. Un atteggiamento è un giudizio circa un oggetto di atteggiamento, ad esempio potreste avere un atteggiamento positivo nei confronti dei gatti e uno negativo nei confronti dei ragni dacché i primi emanano un’aria pacifica e confortante rispetto ai secondi, ma potrebbe verificarsi anche il contrario. Il graffio di un gatto potrebbe portarvi a sviluppare un atteggiamento negativo nei confronti della categoria gatti portandovi all’estrema conclusione che forse in fin dei conti i ragni non sono creature così malvagie. La pubblicità sfrutta il trasferimento di valenza tipico del condizionamento classico per promuovere un prodotto e portarvi ad acquistarlo. I testimonial hanno proprio questo ruolo: quando Nike ha ingaggiato Cristiano Ronaldo per promuovere i suoi prodotti era consapevole che la valenza positiva della figura sportiva incarnata da Cr7 si sarebbe spostata su di sé. Il consumatore costruisce un atteggiamento positivo nei confronti di Nike a partire dalla sua visione di Ronaldo. Questo non è un procedimento consapevole, accade senza la necessità che qualcuno manipoli l’ambiente in cui agiamo come nel caso della pubblicità ed è possibile che ciò avvenga anche nelle interviste di Montemagno.
Marco Montemagno intervistatore
Nel fenomeno “Marco Montemagno intervistatore” avvengono due fenomeni di trasferimento di valenza: il primo riguarda la credibilità dell’intervistatore in sé per cui inconsciamente il fruitore dei suoi contenuti è portato a vedere l’intervistato come positivo e pregevole sebbene in realtà sia una personalità ambigua. Congiuntamente a ciò il trasferimento di valenza si sposta anche in senso orizzontale, dagli intervistati autorevoli a quelli ambigui. La somma di questi due fenomeni è assolutamente dannosa sicché è probabile che chi fruisce dei contenuti di montemagno riponga su di lui la fiducia che gli ospitati siano delle figure sane, è altrettanto probabile che le stesse persone, dopo aver visto le interviste , non vadano ad informarsi circa il lavoro dello stesso intervistato ma raccolgano solo parti del suo discorso per farle proprie. Complottismo e negazionismo non sono argomenti degni di nota come il pensiero scientifico e l’intrattenimento di qualità. Il trasferimento di valenza, di cui si è discusso, può portare in ultimo ad una de-sensibilizzazione e normalizzazione del pubblico di fronte a componenti problematiche nonché alla disinformazione di cui l’opinione pubblica è composta e che ByoBlu fa proprie. La modalità di intervista che Monty offre, un monologo senza interruzioni e senza obiezioni alle asserzioni dell’invitato non permette all’ascoltatore di comprendere quali siano i punti critici del discorso di quelle personalità ambigue. Si vuole sottolineare che questo articolo non intende rivendicare un qualche tipo di censura rispetto a queste ultime quanto la necessità di una qualche forma di dibattito. Il dibattito infatti non ha lo scopo di decretare quale dei due pensieri contrapposti sia il migliore quanto quello di mostrare le criticità dei presupposti alla base delle opinioni.