ICRF-3: la nuova versione del sistema che migliorerà l’orientamento nell’universo

L’International Celestial Reference Frame

Il Sistema Internazionale di Riferimento Celeste è un sistema di riferimento utilizzato per orientare satelliti (per esempio il GPS), sonde spaziali e non solo. È composto da una griglia costruita con tre assi fissi che puntano in direzione diverse nello spazio, e dei punti di riferimento. Si adopera come punto di origine di questi tre assi la posizione che il 1 gennaio 2000, quando a Greenwich (luogo in cui passa il meridiano 0) erano le 12, ebbe il baricentro del Sistema Solare. Gli assi puntano verso tre punti lontanissimi dalla nostra galassia e la loro direzione è tale grazie alle osservazioni fatte con particolari parabole in grado di recepire con precisione onde elettromagnetiche provenienti da sorgenti, chiamate quasar, che ne producono una notevole quantità. Prima della terza versione del sistema, le sorgenti erano circa seicento con emissione di onde elettromagnetiche con lunghezza d’onda di 13 cm e 3,6 cm.

Come accennato, queste radiazioni vengono captate da alcune parabole. Per fare ciò si utilizza una tecnica chiamata very-long-baseline interferometry che permette, attraverso calcoli, di determinarne la distanza di provenienza con estrema precisione.

ICRF-3

Nella nuova versione, annunciata lo scorso 30 Agosto dall’International Astronomical Union (IAU) a Vienna, sono stati applicati numerosi miglioramenti. Sono stati inseriti infatti 4536 quasar di cui 303 omogeneamente sparsi nel cielo. È così possibile aumentare di gran lunga, rispetto alle antecedenti versioni, la precisione (di un fattore 1,5) nel definire la posizione degli oggetti nello spazio. Ma l’ICRF-3 non sarà in grado solamente di orientare GPS e sonde spaziali. Come scrive l’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) il sistema sarà in grado, e con molta più precisione rispetto a prima, di studiare i fenomeni e i cambiamenti che avvengono sulla superficie terrestre come eruzioni vulcaniche, terremoti o i movimenti delle placche tettoniche.

Si sono quindi rivelate fondamentali le osservazioni fatte dalla tecnologia very-long-baseline interferometry che, continua l’INEF, in Italia si effettuano da oltre 30 anni. L’ICRF-3 è infatti costituito da un pool di dati ottenuti in quarant’anni di osservazioni, che hanno permesso di avere un sistema di riferimento così preciso e minuzioso.

William Mongioj